Ospedali come Far West: nasce il telefono rosso contro le violenze in corsia

Ospedali come Far West: nasce il telefono rosso contro le violenze in corsia

Ospedali come Far West: nasce il telefono rosso contro le violenze in corsia

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giovedì 06 Dicembre 2018 - 07:58

Secondo i dati in 2 casi su 3 l'aggressione non viene denunciata. Consulcesi lancia quindi un telefono rosso destinato ai camici bianchi che si sentono in pericolo o hanno subito minacce. Prevista anche la consulenza legale.

Corsie d’ospedale e pronto soccorso diventati un Far West, con medici ed operatori sanitari aggrediti da pazienti o familiari. Un’escalation allarmante che però rischia di essere sottovalutata perché ad oggi è difficile quantificare con precisione l’entità del fenomeno: secondo dati FIASO (Federazione di Asl e Ospedali) in 2 casi su 3 non viene presentata alcuna denuncia. Spesso per paura di ritorsioni, ma anche a causa del senso di sfiducia e rassegnazione ormai generalizzato negli operatori sanitari costretti a lavorare praticamente in trincea.

Ecco perché il gruppo CONSULCESI (network che da 20 anni lavora al fianco dei medici) ha lanciato il telefono rosso per la violenza in corsia. Chiamando gratuitamente il numero 800620525 attivo tutti i giorni 24 ore su 24, i camici bianchi che si sentono in pericolo o hanno subito aggressioni e minacce, anche attraverso i social potranno trovare supporto umano e legale, con la possibilità di rimanere anonimi.

Il recente caso della dottoressa di Crotone brutalmente aggredita a colpi di cacciavite è l’ennesimo caso di cronaca dell’inarrestabile scia di violenze nei confronti degli operatori sanitari, come purtroppo testimoniano numerosi episodi in Sicilia.

I nostri medici non sono più al sicuro- dichiara Massimo Tortorella, Presidente del Gruppo Consulcesi –Da mesi siamo impegnati in numerose campagne di sensibilizzazione e informazione per denunciare la gravità della situazione, attraverso statistiche, corsi di formazione e approfondimenti legali, rivolgendoci anche alle strutture sanitarie affinché si dotino delle adeguate misure per proteggere l’incolumità dei propri dipendenti. La dottoressa di Crotone, come tanti suoi colleghi, non è stata vittima dell’imprevedibilità di uno scatto d’ira ma di un desolante contesto dove i medici sono lasciati soli e inascoltati. Proprio per questo, abbiamo deciso di lanciare il ‘telefono rosso’, un pronto soccorso telefonico per la violenza in corsia”. Secondo Tortorella è arrivato anche il momento di istituire un vero e proprio Tribunale del Medico perché le vittime delle inefficienze del Sistema Sanitario Nazionale sono anche tra chi è costretto a lavorare in condizioni di disagio, sovraffollamento, mancanza di personale e senza le misure minime necessarie per la sicurezza.

Sul tema è intervenuto anche il Presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli: “Chiediamo al Governo un atto concreto: trasmuti il Disegno di Legge sulla violenza contro gli operatori sanitari, attualmente incardinato in Commissione Igiene e Sanità del Senato, in un Decreto Legge, in modo da renderlo immediatamente esecutivo o, in alternativa, inserisca un emendamento sulla materia all’interno della Legge di Bilancio, prevedendo la procedibilità d’ufficio per gli aggressori, che scatterebbe in automatico se i medici fossero sempre considerati pubblici ufficiali”.

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