Aspre critiche da Pd, Bruni, Granato e, fuori dalla politica, dal sindacato della Sanità Anaao-Assomed. Esultano i forzisti Cannizzaro, Tripodi e Arruzzolo
REGGIO CALABRIA – Costerebbero circa 28 milioni di euro complessivamente i “quasi 500” (497 al massimo, a essere precisi) medici cubani in arrivo in Calabria.
Sull’arrivo dei professionisti sanitari del Paese caraibico adesso però già da ieri infuria la polemica; e non soltanto per questioni relative ai costi. Anzi.
Le critiche al vetriolo di Anaao-Assomed
«Anaao Assomed e Anaao Giovani esprimono totale disappunto e sconcerto rispetto all’accordo che il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha stipulato con una cooperativa (leggi lavoro interinale) della Repubblica di Cuba per il reclutamento di circa 500 medici, al fine di colmare carenze croniche di organico dei nosocomi calabresi – si legge in una nota diramata dal sindacato degli operatori della Sanità -. Un ennesimo segnale della difficoltà in cui versa la sanità pubblica ma anche della fantasia creativa delle Regioni che si illudono di trovare soluzione a problemi strutturali attraverso provvedimenti estemporanei, dal vago sapore elettorale. Grazie anche all’assenza della Politica, oggi affaccendata in tutt’altre faccende dettate dalla campagna elettorale e dimentica dello stato agonico del sistema pubblico di erogazione delle cure.
E così siamo arrivati a cercare medici all’estero, addirittura oltreoceano. Cuba, fino ad oggi meta di vacanzieri italiani, diventa il luogo cui rivolgersi per colmare una carenza che ha raggiunto livelli insostenibili in tutto il Paese, specie nelle regioni del Sud, come la Calabria.
La trovata del presidente Occhiuto ha costi non leggeri (3500 euro metti al mese +1200 di rimborso spese + benefit vari) ed evidenti difficoltà, dalla necessità di formazione aggiuntiva, alla diversità di lingua, alla non semplice integrazione in un sistema di cure sostanzialmente diverso da quello cubano. Senza contare i problemi medico-legali, quali la responsabilità professionale e il riconoscimento dei titoli di studio.
Il problema di fondo, però, è se i soldi del Fsn, o comunque dei bilanci regionali, provenienti dalle tasse degli italiani, possono essere spesi a favore di cooperative (ancora!!) estere che non assicurano alcun ritorno fiscale o previdenziale per le casse dello Stato. Soldi che trovano vincoli burocratici quando devono essere impiegati per chi nel sistema sanitario lavora, soffre e non è più convinto di restare, ma facili per le cooperative.
E, poi, veramente non ci sono alternative? Forse il Presidente Occhiuto non sa che la legge 145/ 2018, meglio conosciuta come “DL Calabria”, permette ai medici in formazione specialistica di partecipare, a partire dal 3°anno di corso, ai concorsi ospedalieri e di essere assunti a tempo determinato con automatica conversione del contratto a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specializzazione. Una legge ampiamente utilizzata in diverse regioni italiane, che vede oltre il 90% degli specializzandi favorevole a questa opportunità lavorativa e formativa.
Ma l’Università degli Studi di Catanzaro boicotta, con motivazioni pretestuose, il reclutamento degli specializzandi nelle strutture sanitarie calabresi, non concedendo il nulla osta, in barba anche al recente accordo quadro Stato-Regioni».
Evidenzia ancora Anaao-Assomed che «la Calabria è all’ultimo posto per l’esigibilità dei livelli essenziali di assistenza, paga 304 milioni di mobilità passiva in un anno con cittadini che migrano anche per interventi definiti “a bassa complessità”, addirittura per il parto, ha meno posti letto della media nazionale, è penalizzata dalla ripartizione del Fsn. Nessuno nega la gravità della situazione.
Chi, però, ha a cuore lo stato degli ospedali pubblici, stremati dalla carenza di medici, come di altre figure professionali, eviti soluzioni ad effetto, facili quanto sbagliate, e usi le leggi dello Stato per richiamare l’Università ai suoi doveri insieme con la leva retributiva a favore dei medici in servizio, l’ultimo pilastro per evitare la bandiera bianca e il deserto sanitario».
Tante le critiche. La senatrice Granato: propaganda sfacciata
«Continua la sfacciata e impertinente propaganda, che a poche settimane dalle Politiche diventa anche elettorale, del presidente della Regione nonché commissario ad acta per la sanità, sulla pelle dei calabresi e il sacrosanto diritto alla cura. Questa volta ci racconta la favola dell’arrivo per ridare ossigeno al sistema sanitario regionale: 500 medici per risolvere la carenza di personale medico, determinatasi a causa del blocco del turnover conseguente al piano di rientro dal debito sanitario, i ritardi registratisi nelle procedure di reclutamento e la scarsa partecipazione di candidati alle anzidette procedure. Un colpo di genio che ci costerà 3.550 al mese per medico ‘utilizzato’. Davvero un sentito ringraziamento», affonda la parlamentare ex-M5S.
«Occhiuto ci racconta con orgoglio che la Regione corrisponderà a ciascun operatore sanitario che presterà servizio presso le Aziende sanitarie nazionali l’importo forfettario netto mensile di 1.200 euro, a copertura delle spese di mantenimento. E siccome siamo generosi e pieni di danari – asserisce ancora la Granato –, la Cittadella si farà anche carico dei costi di viaggio Italia-Cuba (due andata/ritorno all’anno) e delle spese di alloggio, nonché dei costi sia per la formazione integrativa che della visita medica effettuata dal medico competente individuato dalla Regione Calabria sulla base delle disposizioni vigenti in materia nel territorio della Repubblica Italiana. Per ciascun medico, dunque, la Regione prevede un budget di 4.700 euro al netto delle spese di alloggio. Se si dovesse arrivare a utilizzare effettivamente 497 medici cubani l’esborso sarebbe di oltre 2,3 milioni di euro al mese (e, in teoria, circa 28 milioni all’anno, sempre nell’ipotesi di un utilizzo a pieno organico).
La domanda sorge spontanea: ma non era meglio investire tutti questi soldi per assumere medici calabresi? Perché in questi mesi il commissario ad acta non si è adoperato con maggiore determinazione davanti al governo per ottenere lo sblocco del turnover conseguente al piano di rientro dal debito sanitario, e ovviare praticamente – così Bianca Laura Granato – ai ritardi registratisi nelle procedure di reclutamento e soprattutto alla scarsa partecipazione di candidati alle anzidette procedure? A chi giova questo accordo? Non certo ai calabresi, che dovranno sopportare anche questa assurda spesa per essere curati da straordinari medici cubani. Forse sarebbe stato più logico e rispettoso nei confronti dei medici locali richiamare in servizio quanti sono stati sospesi in maniera assurda e incredibile per non essersi sottoposti a vaccino: non mi risulta che i medici ucraini e cubani che lavoreranno in Calabria hanno avuto l’obbligo all’inoculazione. Si tratta di un caso di disparità di trattamento che ha dell’incredibile e vergognoso».
Il Pd: positivo, ma ora per la Sanità soluzioni strutturali
«Ben vengano i medici cubani per tamponare le emergenze, ma la Sanità calabrese ha bisogno d’interventi strutturali che siano in grado d’offrire soluzioni definitive nel tempo.
Trattandosi di professionisti incaricati per brevi periodi, invece, i problemi di fondo resteranno intatti. Senza contare i costi, che si preannunciano molto alti e comprensivi dell’inevitabile formazione integrativa e linguistica: le decine di milioni di spesa calcolate per anno non sembrano davvero poche», sostengono i consiglieri regionali del Partito democratico.
«I nostri Pronto Soccorso e 118 sono sguarniti e i pochi medici presenti non possono reggere carichi di lavoro impossibili – proseguono i consiglieri dèm -. Mancano le tutele minime, manca la possibilità d’erogare le prestazioni necessarie. È su questi versanti che ci si attende un’azione decisa del Commissario Occhiuto».
Bruni: si rischia lo stop della magistratura alla prima ricetta
«Sanità, ancora annunci senza una strategia. Ora ci si affida ai medici cubani. La sottoscrizione con una agenzia di quei luoghi per la fornitura di professionalità mediche con la pubblicazione del Decreto del Commissario ad Acta non convince nella sostanza. Un Dca che appare, nonostante sia ponderoso, lacunoso ed apre un nuovo fronte sull’emergenza sanitaria nella nostra regione – esterna l’ex candidata alla Presidenza per il centrosinistra Amalia Bruni -. Nessun pregiudizio, poniamo solo interrogativi molto delicati, a partire dalle competenze in materia di attività con Agenzie estere ed extra europee.
Si fa riferimento agli esempi di altre regioni in occasione della pandemia ma quella era tutta un’altra storia. Il primo punto da tutelare è la sicurezza dei pazienti e degli stessi operatori. Qui non si tratta di una questione culturale perché sotto quel profilo non ci sono problemi, scambi tecnico/culturali tra medici di nazioni e culture diverse ci sono sempre stati. Il problema si pone se si hanno o no i requisiti previsti dalla legge per operare, decidere e prescrivere un farmaco sul territorio italiano. Rischiamo che tutto venga bloccato dalla magistratura alla prima ricetta.
Ma poi – si chiede la Bruni – siamo davvero sicuri, con l’abbondanza di giovani medici italiani in cerca di occupazione che non c’erano alternative migliori di questa? Anche la dura presa di posizione dell’Anaoo contro questa decisione deve far riflettere. I colleghi parlano di un annuncio per la campagna elettorale e mi trovano d’accordo. Contrari anche altri sindacati di categoria e l’Ordine dei medici di Cosenza. Pare che ogni decisione che assume il Commissario invece che risolvere crea altri problemi. Ci sono ritardi su molti fronti. Il servizio del 118 è ridotto ai minimi termini, ambulanze senza medici e pazienti che rischiano la vita. Oggi nell’area lametina sta funzionando una sola ambulanza medicalizzata, a Falerna, per servire un’area di circa 250 mila abitanti. Non abbiamo voluto o saputo utilizzare la possibilità di arruolare gli specializzandi che avrebbero dato una mano notevole e neppure i concorsi a tempo determinato siamo stati in grado di mettere in campo, così la situazione continua a degenerare. A cosa ci serve Azienda Zero, se il disastro resta così com’era?».
E ogni intervento, rimarca la consigliera regionale, «non solo non risolve ma aumenta il disagio e mette a dura prova la pazienza dei colleghi che operano sul campo. La vicenda dei medici cubani è un altro esempio della insipienza del Presidente ad Acta Occhiuto, ai colleghi di Cuba noi dobbiamo un sincero grazie per la loro disponibilità e per il loro impegno ma non si capisce perché per loro sono state messe in campo risorse importanti mentre abbiamo fatto scappare i nostri medici del 118 ai quali è stata offerta una miseria e il loro contratto è fermo al 2006. Per le assunzioni non ci sono soldi, ma per aumentare il compenso ai commissari si vota una legge ad hoc. Commissario Occhiuto ci aspettiamo provvedimenti efficaci e risolutivi, la nostra sanità ha bisogno di donne e uomini che rimpiazzino le oltre seimila figure professionali perse nel corso degli ultimi anni. E non, o almeno non solo, aumenti di stipendi per i manager».
Ma Occhiuto: qualunque cosa, pur di non chiudere ospedali
«Leggo con molta attenzione – replica il presidente della Regione e commissario governativo alla Sanità calabrese Roberto Occhiuto – i commenti in merito all’Accordo di cooperazione che la Regione Calabria ha siglato con il governo cubano per la fornitura di servizi medici e sanitari.
In queste ore sto ricevendo tantissimi attestati di stima e condivisione per questa iniziativa – l’intesa con il Paese caraibico è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Ministero della Salute -, la comprensione per il momento e la situazione che stiamo vivendo del presidente FNOM Filippo Anelli, la richiesta di un incontro da parte dei rappresentanti sindacali calabresi – con i quali sarò felice di confrontarmi, come spesso ho fatto in questi primi mesi del mio mandato -, e poi persino le opposizioni in Consiglio regionale, che ben conoscono la nostra realtà, non hanno potuto attaccare frontalmente l’arrivo di nuovi medici per supportare il nostro sistema sanitario: ‘Ben vengano i medici cubani per tamponare le emergenze’, si legge nella prima riga di una dichiarazione firmata dai consiglieri del Pd.
Allo stesso tempo ho ricevuto alcune critiche, soprattutto da parte dell’Ordine dei medici di alcune province della Calabria e da alcune associazioni di categoria dei sanitari. Anche nei loro confronti utilizzerò lo stesso approccio attuato con i sindacati: sono pronto ad incontrali e a confrontarmi.
Ribadisco quanto dichiarato ieri. Qui nessuno vuole mettere da parte i medici italiani o calabresi. Anzi, siamo pronti ad assumerli, e a tempo indeterminato. Ma nel nostro Paese e in Calabria in particolare, in questo momento, c’è un’oggettiva difficoltà a reperire e ad assumere medici. La Regione ha fatto bandi e manifestazioni di interesse, e tutti sono andati deserti.
Alcuni mi chiedono interventi strutturali? Bene, li stiamo facendo – fa presente Occhiuto -, ma il sottoscritto è commissario alla sanità della Calabria da nove mesi, e in così poco tempo non si può cambiare radicalmente una situazione di degrado incancrenita da 12 anni di commissariamento.
Dall’inizio del mio mandato abbiamo programmato gli investimenti da fare con il Pnrr, abbiamo fatto investimenti in nuove tecnologie, abbiamo deciso di riaprire tre ospedali – Cariati, Trebisacce e Praia a Mare – e accelerato la costruzione di altri due – Sibaritide e Vibo Valentia -, stiamo procedendo spediti per la ricognizione del debito, per i Piani dei fabbisogni delle Aziende sanitarie e ospedaliere, abbiamo ripreso ad assumere a tempo indeterminato, stiamo intervenendo sulle leve contrattuali per rendere più attraenti i nostri concorsi e per incentivare la partecipazione di giovani e meno giovani da tutta Italia, abbiamo stipulato accordi con diverse Università per assumere gli specializzandi del terzo anno, e ho dato disposizione ai commissari di trattenere i pensionandi che chiedono esplicitamente di rimanere in servizio.
Ma mentre il mio governo regionale approva le riforme per far voltare pagina alla sanità della Regione, abbiamo il dovere – con ogni mezzo – di gestire l’emergenza e garantire cure, prestazioni, servizi, e assistenza territoriale, senza chiudere reparti o ospedali a causa della carenza di personale.
Ecco perché abbiamo sottoscritto questo importante accordo con i medici cubani, per avere un aiuto concreto e immediato, e per non togliere nulla ai pazienti calabresi.
Qualcuno polemizza sui costi? Con l’intesa firmata ieri la Regione spenderà 4.700 euro al mese per ogni medico. In media un medico nel nostro Paese costa alla propria azienda sanitaria circa 6.700 euro al mese.
Infine l’aspetto normativo dell’Accordo con il governo cubano, intesa che naturalmente rispetta la legislazione italiana in materia.
A quanti non hanno prestato attenzione al tema, ricordo che l’articolo 6 bis del decreto legge 105/2021 (proroga delle deroghe delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie) ha spostato al 31/12/2022 il termine per il reclutamento e impiego in attività professionali sanitarie del personale medico extra Ue, così com’era possibile durante l’emergenza pandemica.
Per cui per un periodo di tempo limitato – mentre stiamo predisponendo gli interventi strutturali idonei a fornire a regime soluzioni definitive alle criticità – ci avvarremo degli strumenti contingenti che consentono l’utilizzo di personale medico straniero o dei professionisti che abbiano conseguito il loro titolo all’estero, come prevedono sino a tutto il 2023 e oltre le disposizioni legislative straordinarie.
E proprio sulla base di questi presupposti di legge, nell’ambito dell’emergenza sanitaria che interessa la Regione Calabria, è stato adottato il decreto 3210 del 24 marzo 2022 che istituisce l’elenco regionale dei professionisti sanitari e degli operatori sociosanitari che hanno conseguito il titolo all’estero e non ancora riconosciuto dal Ministero della Salute».
Col Governatore i forzisti Cannizzaro, Tripodi e Arruzzolo
«Il Presidente Occhiuto non finisce di stupirci. Ha tirato fuori l’ennesimo asso dalla manica. Una mossa a sorpresa dall’alto profilo strategico e funzionale per tamponare l’emergenza Sanità in Calabria». A dirlo è il deputato Francesco Cannizzaro, intervenendo sull’accordo raggiunto in queste ore tra la Regione Calabria e Cuba. Una trattativa avviata da tempo ma rimasta nella massima segretezza per evitare che l’idea potesse essere “rubata” da altre regioni d’Italia.
«I numeri dei professionisti impiegati nella sanità pubblica calabrese parlano chiaro: siamo sotto soglia, è emergenza. Non da ora certo. Ma, con i bandi che la Regione ha avviato nei mesi scorsi, questo stato di sofferenza si sarebbe dovuto superare. Per motivi tecnico-burocratici tutto ciò non è ancora avvenuto. Quindi occorreva una soluzione immediata, seppur temporanea. Bisogna guardare in faccia la realtà – così, ancora, il responsabile nazionale Mezzogiorno di Forza Italia – e reagire a mali estremi con estremi rimedi. Parola d’ordine concretezza. Da qui l’idea portata avanti brillantemente dal Governatore, sulla falsa riga di quanto fatto dalle regioni del Nord Italia durante gli intensissimi mesi di pandemia. Una strategia che, sono certo, premierà le scelte di Occhiuto e darà risultati ai calabresi.
I circa 500 medici che arriveranno dall’America centrale saranno fondamentali dunque a traghettare la nostra sanità regionale in questa fase di transizione e di difficoltà che poi ci porterà (speriamo prima possibile) all’espletamento di tutti i concorsi pubblici, e quindi all’assunzione di tanti operatori sanitari calabresi.
È qualcosa di temporaneo, per consentire poi il reclutamento definitivo di chi ha partecipato ai concorsi della Regione. Nel frattempo però accogliamo a braccia aperte i professionisti cubani, con un grazie in anticipo per tutto ciò che faranno per tutti noi cittadini della Calabria».
D’analogo tenore la riflessione della deputata azzurra reggina Maria Tripodi: «L’accordo di cooperazione firmato dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, con la Comercializadora de Servicios Medicos Cubanos (CSMC), la società dei medici cubani, rappresenta una bellissima notizia per il nostro territorio e per la comunità calabrese.
Tutte le Regioni in questi anni sono in sofferenza a causa della difficoltà ad assumere medici. Altri governatori hanno tentato negli ultimi mesi di sottoscrivere accordi analoghi con il governo caraibico – Cuba vanta una scuola medica di grande qualità -, ma alla fine è stata la Calabria, grazie ad una trattativa seria e riservata, a condurre in porto questa importante operazione.
I 497 medici cubani che avremo a disposizione a partire da settembre saranno fondamentali per affrontare le emergenze, per garantire cure e assistenza, per supportare il nostro sistema sanitario e i nostri ospedali.
Roberto Occhiuto si conferma il presidente della concretezza, del pragmatismo, dei risultati che tutti i calabresi potranno presto toccare con mano. Avanti così».
Gli fa eco il capogruppo a Palazzo Campanella ed ex presidente del Consiglio regionale Gianni Arruzzolo, criticando “alzo zero” la Granato: «Ancora una volta la senatrice Bianca Laura Granato – nota in tutta Italia per le sue tesi antiscientifiche e controfattuali, oltre che per la sua propensione alle teorie complottiste, così ardite da averla perfino spinta fuori dal Movimento 5 stelle, dove pure i pensatori bislacchi abbondano – ha perso un’occasione per tacere. La senatrice Granato è arrivata a criticare pure l’arrivo di circa 500 medici da Cuba, un’iniziativa straordinaria, voluta dal presidente della Regione Roberto Occhiuto, che permetterà alla Calabria di far fronte temporaneamente alla cronica carenza di medici nei nostri ospedali.
Piuttosto che fare qualunquismo e propaganda un tanto al chilo, Granato avrebbe dovuto studiare i termini dell’accordo con la società dei medici cubana. Avrebbe probabilmente capito che si tratta di una intesa più che vantaggiosa e, soprattutto, fondamentale per la tenuta del nostro sistema sanitario».
Secondo Arruzzolo «il presidente Occhiuto, nella sua qualità di commissario della Sanità regionale, ha messo in campo tutte le azioni necessarie per bandire il maggior numero di concorsi per l’assunzione di personale medico e sanitario. Purtroppo, i tempi della burocrazia non dipendono da lui, né dalla Regione Calabria. La carenza di camici bianchi, come scritto nel decreto che fissa l’accordo tra la Cittadella e la Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos, è dovuta principalmente al blocco del turnover legato al piano di rientro dal debito sanitario. E questa situazione ha creato uno scostamento significativo tra il fabbisogno teorico di personale e le unità effettivamente in servizio. Il fabbisogno della regione è pari a circa 2.400 unità. Sfortunatamente, i diversi tentativi di reclutamento di personale medico – a tempo determinato e indeterminato – non hanno consentito l’assunzione necessaria di medici, con la conseguenza che i nostri reparti ospedalieri sono sguarniti e non riescono a fornire servizi all’altezza della domanda di salute dei calabresi.
Il presidente Occhiuto, con grande pragmatismo, ha perciò deciso di trovare una soluzione che permettesse al nostro sistema sanitario di affrontare l’emergenza. I 497 medici cubani, appartenenti a diverse specializzazioni sanitarie, opereranno principalmente nell’area dell’emergenza urgenza, la più critica. La Regione erogherà a Csmc, con cadenza trimestrale, un corrispettivo mensile di 3.500 euro e un importo forfettario di 1.200 euro a ciascun operatore sanitario che presterà servizio nelle Aziende regionali. Granato, che a parole dice di avere a cuore le sorti della Sanità calabrese, dovrebbe spiegare quale sarebbe lo scandalo, anche in considerazione del fatto che la spesa complessiva di questa operazione non dovrebbe superare i 30 milioni di euro all’anno, a fronte dei circa 300 che la Calabria spende per la mobilità passiva che va a finanziare la sanità di altre regioni d’Italia».
E poi una chiosa ‘tutta politica’: «L’opposizione politica è doverosa e anche necessaria, a patto che tenga sempre nella dovuta considerazione l’interesse e il bene dei cittadini. Le dichiarazioni strampalate della senatrice Granato, invece, testimoniano una certa malafede concettuale, finalizzata a critiche strumentali che forse servono a determinate carriere politiche, di certo non alla Calabria».