Il quesito dello storico Pasquale Amato nulla c'entra col campanilismo: perché l'Unical?, perché snobbare l'Università per stranieri "Dante Alighieri"?
REGGIO CALABRIA – Corso di lingua italiana per i medici cubani, è polemica.
Forse inevitabilmente, nel bel mezzo di una contrapposizione ipercampanilistica (anche se sia sulla “riva” catanzarese sia su quella cosentina tutti giurano il contrario…) sull’imminente apertura di una facoltà di Medicina anche all’Università della Calabria. Che, secondo i detrattori, pare adesso “fare la parte del leone” grazie a un Governatore cosentino.
Perché snobbare l’Università per stranieri “Dante Alighieri”?
In questo caso, viene contestata dallo storico e animatore del mondo associazionistico Pasquale Amato – il cui amore per Cuba e la cultura caraibica è ben noto e fuori discussione – la circostanza che il corso d’italiano venga erogato dall’Unical ai primi 51 sanitari cubani, tutti destinati però a strutture ospedalitere territoriali del Reggino…
«I primi 50 medici cubani giunti in Calabria, pur essendo destinati alle strutture sanitarie reggine, che sono le più sguarnite di personale – scrive Pasquale Amato – sono arrivati a Lamezia e non a Reggio, sono stati portati alla Cittadella di Germaneto per essere ricevuti dal Presidente (li avrebbe potuti ricevere a Reggio). Ora vengono portati a Reggio per le procedure di accesso presso l’Ufficio Emigrazione. Tuttavia saranno trasferiti a Rende per il corso di formazione linguistica che faranno all’Unical.
Eppure a Reggio esiste – con personale docente qualificato che da decenni insegna la lingua italiana a stranieri – l’Università per Stranieri “Dante Alighieri”, unica nel Sud e Isole e una delle tre d’Italia assieme a Perugia e Siena».
«Nessun campanilismo. Ma questa è una ‘Regione Straniera’»
Non solo: nel contestare la ‘sede’ d’erogazione del corso d’italiano, Amato ci tiene subito a dire a sua volta di non essere certo affetto da campanilismo. «. Si faccia avanti chi si fa venire il prurito quando si parla e si scrive di “Regione Straniera”. E per favore – puntualizza lui – nessuno dica che siamo “campanilisti” quelli che non ci stiamo a subire soprusi e schiaffi continui. E per cortesia, nessun politico reggino, nel caso decida di denunciare questo ennesimo smacco, apra il suo intervento con la frase “sia chiaro che non parlo per campanilismo”, gettandosi così ancora una volta la classica “zappa sui piedi”».