Il presidente fa un bilancio della riforma delle Autorità Portuali e spiega che i sistemi troppo grandi non funzionano
In principio le vecchie 24 Autorità Portuali italiane dovevano essere ridotte a 8 sistemi, poi diventarono 15. Messina era “sotto” Gioia Tauro e c’erano stati pareri contrastanti: vibranti proteste, da parte di alcuni, ma anche approvazioni, da parte di altri. Si disse che una 16esima Authority era impossibile, affermazione smentita dai fatti, e si voleva far passare per positivo il fatto che si creasse l’Adsp più grande d’Italia, senza considerare le possibili difficoltà di gestione.
“I SISTEMI TROPPO GRANDI NON FUNZIONANO”
Le fa emergere, ora, il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto, Mario Mega. “In più parti d’Italia, laddove si sono creati sistemi ampi e complessi, è cominciata una fase di ripensamento perché la cura non sembrava aver guarito il malato ed anzi la malattia sembrava essere peggiorata. Molti sono stati e sono tuttora i problemi di integrazione tra le strutture amministrative degli enti accorpati ed anche quel miglioramento e coordinamento della programmazione che ci si aspettava non è sempre tangibile, atteso che nella maggior parte dei casi è rimasta del tutto teorica la possibilità di specializzare i porti e di riorganizzare nell’ambito del singolo sistema portuale le varie funzioni portuali”.
LE DIFFICOLTA’ DI ATTUAZIONE DELLA RIFORMA
La riforma Delrio, secondo Mega, ha avuto pratiche difficoltà di attuazione nel cavilloso sistema italiano. Focus soprattutto sulla dimensione dei sistemi portuali. “Una criticità importante perché non sempre, ed è un dato oggettivo, la struttura organizzativa che è stato possibile attuare consente di assicurare a tutti i porti del sistema la stessa attenzione e gli stessi tempi di risposta alle varie necessità. L’integrazione di porti con funzioni differenti e non complementari condiziona non poco la capacità di risposta alle differenti esigenze non fosse altro perché spesso completamente differenti dovrebbero essere le competenze tecniche ed amministrative del personale che le affronta.
“ALCUNI SISTEMI PORTUALI SONO STATI FORZATURE”
La diversità dei sistemi produttivi, anche in territori limitrofi ma magari appartenenti a Regioni differenti, continua a rendere complicata la programmazione strategica di sistema ed ancor più quella per la creazione o il miglioramento della logistica e della retroportualità”.
Tutti motivi che portano Mega a ritenere “che in qualche caso si potrebbe già prendere atto che alcuni sistemi portuali si sono dimostrati delle forzature e che la necessità di ridurre il numero di enti non è stata una buona consigliera in una realtà, come quella italiana, che presenta delle specificità connesse alla sua conformazione geografica e dei sistemi produttivi completamente differenti da qualsiasi altro Paese europeo a cui si è cercato di far riferimento”.
ECCO PERCHE’ L’UNIONE CON GIOIA TAURO SAREBBE DANNOSA
Mentre si attende la risposta della Corte Costituzionale al ricorso avanzato dalla Regione Calabria, ecco perché, allora, Mega pensa che l’autonomia dell’Autorità di Sistema Portuale dello Stretto sia necessaria e che, invece, l’unione con Gioia Tauro sarebbe deleteria. Addirittura l’Authority dello Stretto “potrebbe costituire esempio per altre realtà in giro per l’Italia dove l’aggregazione non solo è stata subita ma costituisce tuttora una grossa palla al piede per lo sviluppo e la crescita”.
(Marco Ipsale)
L’Autorità Portuale di Messina non nascerà mai. Alla fine i Calabroni la spunteranno.