L'allarme è stato lanciato dal presidente dell'Atm Giovanni Foti durante la presentazione della nuova linea elettrica. Quanto deciso alla Regione potrebbe penalizzare fortemente Messina, già beffeggiata rispetto a Catania e Palermo, visto che ottiene un corrispettivo chilometrico che vale la metà
Ventiquattro milioni di euro in meno al Trasporto Pubblico siciliano sui 158 milioni annui che di già sono il contributo più basso d'Italia in proporzione a popolazione e estensione geografica. Un allarme lanciato dal presidente dell’Atm Giovanni Foti durante il workshop sui nuovi bus elettrici che vede nei tagli regionali al trasporto siciliano il rischio concreto anche per l’Atm messinese.
Queste le premesse che ci consegna il piano di nuova austerità del governo Musumeci – dichiara Michele Barresi segretario mobilità Uiltrasporti Sicilia – che di fatto, se realizzato, porterebbe al collasso il sistema del trasporto pubblico su gomma nell'isola e darebbe all'azienda trasporti Messina l'ennesima mortificazione al piano di rilancio che con difficoltà sta portando avanti negli ultimi anni. Un nuovo taglio previsto tra il 10% e il 15% che si aggiungerebbe alla cronica penalizzazione a cui l'ATM Messina è assoggettata dalla Regione in termini di rimborsi chilometrici – dichiara Barresi – non consentirebbe la stesura di un piano industriale 2018/2020 idoneo a rispondere alle esigenze della cittadinanza e a far recuperare il gap finanziario ereditato dalle precedenti gestioni".
La Sicilia dovrebbe rivedere la politica dei trasporti nel suo complesso – continua la Uiltrasporti- rientrando all'interno del Fondo Nazionale Trasporti che garantirebbe maggiori risorse per la regione e la classe politica messinese in particolare dovrebbe fare quadrato per la difesa dell'Atm e del trasporto pubblico dei cittadini messinesi che ad oggi riceve un quinto dei contributi dell'Amat Palermo e solo un quarto di quelli dell'Amt di Catania.