L'ex assessore regionale Bartolotta: "Tradito nella notte dei lunghi coltelli"

L’ex assessore regionale Bartolotta: “Tradito nella notte dei lunghi coltelli”

Rosaria Brancato

L’ex assessore regionale Bartolotta: “Tradito nella notte dei lunghi coltelli”

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mercoledì 14 Maggio 2014 - 04:36

A distanza di un mese dall'uscita dalla giunta regionale per l'ex assessore alle Infrastrutture e ai trasporti Bartolotta è tempo di riflessioni. Resta l'amarezza per le modalità del cambio avvenuto nel Crocetta bis, deciso dal referente della sua corrente, Lupo, in una notte, ma anche le soddisfazioni per quanto realizzato in un anno e mezzo. Non è più nell'area Dem,ma sul futuro del Pd è sicuro: "E' possibile ricostruire"

Della decennale esperienza di sindaco ha conservato il senso della concretezza, dell’esperienza come dirigente di partito invece il saper vivere e mediare. Entrambe le doti però non gli sono servite e Nino Bartolotta, Pd, da un mese ex assessore regionale alle Infrastrutture e ai Trasporti archivia un’esperienza che se sotto il profilo dell’attività gli ha dato tanto, ha però lasciato strascichi ed amarezze.

Tutto si è consumato in una notte e se fino a poche ore prima il suo nome era tra quello degli assessori riconfermati anche nel Crocetta bis, poco dopo mezzanotte era stato cancellato dal leader della corrente congressuale Giuseppe Lupo, ex segretario regionale e deputato dalla memoria cortissima, al punto da dimenticare il 73% di consensi che solo a Messina l’area Genovese gli aveva portato (ultimo di una lunga serie di consensi) e al posto di Nino Bartolotta, reo di essere stato indicato un anno e mezzo fa da Francantonio Genovese, Lupo ha indicato Agnello.

Per me è stata comunque un’esperienza importante sia sotto il profilo umano che politico- spiega l’ex assessore a margine di un incontro sull’Atm- In verità io sono sempre stato un “assessore-precario” sin dal primo minuto, ma alla fine sono rimasto per un anno e mezzo. Se sono uscito dalla Giunta non credo sia stato per volere di Crocetta, che anche pubblicamente ha sottolineato il mio impegno e i risultati, e la sua stima nei miei confronti, ma perché è cambiato l’asse per così dire contrattuale tra le correnti del Pd”.

Bartolotta, uomo di partito, non lo dice chiaramente, ma la sua testa l’ha voluta proprio il capo-corrente, Giuseppe Lupo, che nella “notte dei lunghi coltelli”, quella che ha portato ad un accordo tra Crocetta-Faraone-Lupo sui nomi dei nuovi assessori Pd lasciando fuori il neo segretario Raciti ed i cuperliani, ha sacrificato Bartolotta.

“Fino a poche ore prima sapevo di essere stato confermato, invece poi non ho avuto né una telefonata né una spiegazione. Ma neanche l’ho chiesta. Mi è rimasta molta amarezza per questo comportamento, anche perché nei mesi precedenti più volte avevo dato la mia disponibilità a Lupo, che all’epoca era segretario regionale a rimettere la delega. Invece fino all’ultimo mi è stato detto di stare tranquillo, che l’assessore in quota Dem sarei stato ancora io”.

Invece Lupo ha mandato il messaggio alla Renzi: #staiserenoBartolotta, ed infatti poche ore dopo al suo posto c’era Agnello.

Paradossalmente il giorno dopo l’uscita dal governo Crocetta nei confronti di Bartolotta gli attestati di solidarietà e di sostegno sono provenuti dalle categorie produttive, dai sindaci, dagli imprenditori, dai sindacati, dai messinesi. Dal Pd neanche una parola, neanche per sbaglio, e neanche dal Pd locale.

Eppure in un anno e mezzo di cose reali e concrete per Messina e il suo sviluppo Bartolotta ne ha fatte e tante. Ha posto le basi per una mobilità moderna e posta come prioritaria rispetto al resto. Ha seguito quasi con pignoleria i vari progetti, dagli appalti per il viadotto Ritiro, alla vicenda via Don Blasco, alle somme per il risanamento, alla telenovela Casa Nostra, passando per lo sblocco delle risorse per ATM, alla vertenza Ferrotel, per l’infinita storia dei collegamenti nello Stretto, per i casi Fs e Metromare.

“Se c’è qualcosa che avrei voluto vedere arrivare fino al traguardo è l’aggiudicazione dei lavori per la via Don Blasco- ci dice-Perché non si tratta solo di un’arteria, ma di un intervento che rappresenta l’inizio per una trasformazione definitiva di una delle zone più belle di Messina”.

Quando gli chiedi se in una Giunta siano più efficaci i “tecnici” o i politici puri risponde senza incertezze: “Un politico che abbia una base tecnica è la soluzione migliore. I miei anni di amministrazione mi hanno aiutato molto, anche a dire qualche no a qualche dirigente….In ogni caso la possibilità di poter incidere in modo importante sul territorio è senza dubbio una grande soddisfazione”

Il più bel ricordo di un anno e mezzo nel primo governo Crocetta è l’incontro casuale in un panificio con uno sconosciuto: “Mi ha stretto la mano e mi ha detto grazie per quello che fa per la nostra città, e per un politico non avviene molto spesso…”. Ma anche il sostegno che i messinesi, gli ordini, i sindaci, gli hanno dato il giorno dopo la sua uscita dalla giunta.

Da ultimo segretario provinciale del Pd prima della fase caotica, Bartolotta, guardando quanto sta accadendo in quel che resta del partito dilaniato dalle divisioni ha un piccolissimo consiglio per Ridolfo: “In questo momento è impossibile poter pensare ad un segretario da definire unitario. Non c’è alcuna unità, immaginare di unire tutte le aree su un’unica persona è impossibile. Il confronto, il dialogo, quello sì è possibile”.

Lui resta Pd, anche se consapevole che non ci saranno più i numeri del passato, ma non è più area Dem, per l’assenza di un chiaro progetto politico e anche per il modo in cui il proprio referente regionale di quell’area lo ho “sacrificato” sull’altare della distribuzione delle poltrone. Il divorzio da Lupo e dai suoi, che in città sono rappresentati da Calabrò, David, Barrile, è stato sofferto, ma non può più restare fianco a fianco con chi di giorno ha dichiarato una cosa e di notte ha dimenticato gli impegni presi.

“L’unico modo per uscire dalle secche è guardare avanti. Se continuiamo a guardare indietro, a pensare al passato non ne usciremo mai”.

Il passato, il presente ed il futuro per un uomo di partito come lui resta comunque il Pd, al quale ha sempre risposto “presente” indipendentemente dal ruolo, se da centravanti o in panchina.

Rosaria Brancato

6 commenti

  1. puzza di bruciato 14 Maggio 2014 07:51

    Questo signore non era quello che voleva una pista ciclabile che partisse dalla stazione di camaro….

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  2. puzza di bruciato 14 Maggio 2014 07:51

    Questo signore non era quello che voleva una pista ciclabile che partisse dalla stazione di camaro….

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  3. La Sicilia ha perso un valido assessore , una persona che conosceva bene la materia , impegnandosi con i fatti , nello sblocco di cantieri e altre pratiche che giacevano in assessorato da anni .
    Grazie per quello che ha fatto e per quello che avrebbe potuto fare .

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  4. La Sicilia ha perso un valido assessore , una persona che conosceva bene la materia , impegnandosi con i fatti , nello sblocco di cantieri e altre pratiche che giacevano in assessorato da anni .
    Grazie per quello che ha fatto e per quello che avrebbe potuto fare .

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  5. Meno male che non ha necessità di lavorare.

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  6. Meno male che non ha necessità di lavorare.

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