Il consigliere della sesta circoscrizione, Mario Biancuzzo, lancia l'ennesimo appello agli organi competenti affinché si intervenga per mettere fine alla situazione di pericolo sulla strada che porta al borgo di Acqualadrone, tra l'altro unica via di accesso per l'abitato che rischia l'isolamento

20 mesi. E’ il tempo trascorso dalla frana del 1 marzo 2011 nella strada comunale che collega il villaggio di Acqualadrone con la statale 113/dir. Il crollo del muro che ha interessato l’arteria non ha ancora trovato soluzione. Le piogge di questi giorni e l’inizio definitivo della stagione invernale non aiutano a stare tranquilli. Dalla sesta circoscrizione, il consigliere Mario Biancuzzo lancia l’ennesimo appello. “Non solo tasse e sacrifici, ma anche diritti” dichiara il rappresentante del quartiere, che non si arrende nonostante i ripetuti sollecitati fin qui avanzati abbiano portato a un nulla di fatto da parte degli organi competenti. A preoccupare è naturalmente il pericolo per l’incolumità degli automobilisti che devono attraversare il tratto di strada. Pericolo che sussisterà finché il muro non verrà messo in sicurezza, ma il rischio paventato da consigliere e abitanti è anche che il villaggio rimanga isolato, se dovesse accadere quello che si teme. Stiamo parlando infatti dell’unica via di accesso al borgo. Non per nulla, nell’arco di tempo trascorso, numerose iniziative sono state intraprese non solo dai rappresentanti di circoscrizione per “smuovere” l’amministrazione comunale sul da farsi. Gli stessi abitanti si sono mobilitati con comitati e manifestazioni, ma fino a questo momento è stato tutto inutile ai fini risolutivi. Naturalmente, è già stata messa in considerazione la somma necessaria per gli interventi. Dello scorso agosto, come spiega Biancuzzo, è la notizia dei fondi da 300 mila euro stanziati per la messa in sicurezza della strada. Ma di questi tempi, non si ha neanche più la certezza che i finanziamenti siano disponibili. Il consigliere della sesta circoscrizione ha chiesto infatti conferma se la suddetta somma sia stata inserita nell’ultima ordinanza approvata per le alluvioni del 1 marzo e del 22 novembre 2011 e se sia stato redatto il progetto per la realizzazione di tutte le opere necessarie. In mancanza di queste condizioni basilari, l’attesa rischia di essere molto più lunga.