Il primo messaggio di mons. Giovanni Accolla va dritto al cuore della Diocesi. Il presule invita la Chiesa messinese a valorizzare l'impegno nella società civile e verso gli ultimi. Il suo impegno verso anziani, ammalati ed emarginati attraverso la presidenza della Fondazione Sant’Angela Merici di Siracusa. Lo sguardo sulla Città e la benedizione della Vergine
“La carità non abbia finzioni”. E’ un messaggio che va dritto al cuore della diocesi quello del nuovo arcivescovo di Messina. Sono trascorse poche ore dall’ufficializzazione della nomina episcopale quando mons. Giovanni Accolla rivolge il primo pensiero a religiosi, laici e presbiteri dell’arcidiocesi, attraverso una lettera indirizzata, quale primo destinatario, all’amministratore apostolico mons. Benigno Luigi Papa. Il nuovo presule fa propria l’esortazione dell’apostolo Paolo: “Fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene, amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore”. Ed ancora: “Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità dei fratelli, premurosi nell’ospitalità”. L’auspicio del presule è che “l’esortazione di Paolo possa essere un riferimento chiaro e saldo per alimentare la vita del presbiterio e dell’intera comunità cristiana e per valorizzare, con animo libero da ogni ambizione elitaria, l’impegno all’interno della società civile da parte di tutti, consacrati e laici”. Parole che pesano come macigni in una realtà in cui il nuovo arcivescovo avrà molto da lavorare. All’interno e fuori della chiesa. Dentro e fuori la curia. E’ passato oltre un anno dalle dimissioni del suo predecessore, mons. Calogero La Piana. Era il settembre del 2015. Da allora ad oggi si sono succeduti due amministratori apostolici. Finalmente è giunta la nomina del successore.
UN "PARROCO" ALLA GUIDA DELL'ARCIDIOCESI Una "prima nomina". A guidare l'arcidiocesi è stato chiamato un parroco. Ma questa non è una novità con l’avvento di Papa Francesco. In Sicilia è già accaduto a Palermo. Mons. Accolla, 65 anni, siracusano, parroco ad Ortigia, è stato scelto per le sue qualità dimostrate nel corso della sua missione sacerdotale. Un impegno che si fa sintesi nel messaggio inviato ai messinesi. Un impegno che viene chiesto a sacerdoti e laici. Un impegno “da parte di tutti all’interno della società civile”. Il suo sguardo è rivolto agli ultimi.
NELLA FONDAZIONE SANT'ANGELA MERICI L'IMPEGNO VERSO I BISOGNOSI Sino ad oggi, tra l’altro, ha presieduto la Fondazione Sant’Angela Merici di Siracusa: 182 operatori al servizio di un Istituto psicopedagogico accreditato per 60 prestazioni giornaliere in regime di residenzialità, una casa di riposo che ospita 80 anziani ed una Casa alloggio accreditata per 10 posti letto. Da poco hanno avuto inizio anche attività sanitarie non convenzionate per allargare l’offerta nell’ambito della riabilitazione a quanti non trovano tempestive coperture nel servizio pubblico, soprattutto per le lunghe liste d’attesa”. Una realtà socio-assistenziale viva, senza scopo di lucro, che si propone anche di fare catechesi. Questa parentesi è importante per comprendere la figura del nuovo pastore al quale il Papa ha affidato la chiesa messinese. Mons. Giovanni Accolla nella sua missiva ha ringraziato “il Signore per il dono dell’episcopato”. Che sente come “un dono impegnativo”. Ha quindi ringraziato il Pontefice e i suoi predecessori, dal mons. Marra a mons. Benigno Luigi Papa.
I TIMORI E I TREMORI DEL NUOVO PASTORE Tra le righe il nuovo arcivescovo non nasconde “il timore e il tremore con il quale – sottolinea – mi accingo a condividere un cammino di servizio con voi e per voi; ma è altrettanto forte la gioia di servire il Signore nei fratelli attraverso l’annuncio del Vangelo e l’insegnamento degli apostoli”. Chiede a ciascuno “preghiere perché il Signore mi faccia sentire il calore della sua Misericordia e mi doni la capacità di un ascolto attento, di un discernimento evangelico e di un servizio generoso”.
LO SGUARDO SULLA CITTA' E LA BENEDIZIONE DELLA VERGINE Lo sguardo si sofferma poi sulla città di Messina “porta per la Sicilia e per il Sud. Ancora oggi – scrive l’arcivescovo – la Vergine Maria continua a rivolgere su di noi la benedizione celeste: Vos et ipsiam civitatem benedicimus. Ella ci invita ad estendere questa benedizione a tutti coloro che abitano o fuggono dal Sud del mondo, dall’emarginazione, dalla guerra e dalla povertà. La sua vicinanza – sottolinea mons. Accolla – ci sia di sostegno nella costruzione di ponti di speranza, di amore e di vita nuova attraverso la carità e la verità”.
Carmelo Caspanello