"Nessuna intesa sul rinnovo del contratto integrativo", fanno sapere i sindacati
MESSINA – “Nessuna intesa sul rinnovo del contratto integrativo per i lavoratori Caronte & Tourist dello Stretto di Messina”. Lo fanno sapere Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Uslac/Uncdim, Federmar Cisal, Ugl mare, Confintesa mare e Rsu. Di conseguenza, “i lavoratori incroceranno le braccia lunedì 6 novembre dalle ore 9 alle 17. Ci sarà un presidio dalle ore 9 presso lo spazio antistante alle biglietterie dei passeggeri”.
Scrivono i sindacati: “Nonostante l’intenso calendario di incontri delle ultime settimane non è stata raggiunta l’intesa tra azienda e rappresentanza sindacale dei lavoratori sul rinnovo del contratto integrativo dei lavoratori marittimi e di terra del gruppo Caronte & Tourist operante sullo Stretto di Messina. Abbiamo apprezzato l’autorevole mediazione della prefetta Cosima Di Stani – dichiarano i rappresentanti delle sigle sindacali e della Rsu – che ha dimostrato con convinzione la volontà di coadiuvare le parti nel tentativo di arrivare a un’intesa che scongiurasse lo sciopero. Nonostante alcune aperture avanzate dalla società rispetto alle proposte iniziali – continuano i sindacati – la Rsu (Rappresentanza sindacale unitaria) che ha presieduto alla trattativa ha ritenuto non adeguata la piattaforma conclusiva raggiunta e ancora lontana dalle rivendicazioni dei lavoratori”.
E ancora: “L’obiettivo che dal principio è stata alla base della proposta della Rsu resta quello di colmare progressivamente un gap economico che nel tempo ha creato disparità tra lavoratori e che ha per le fasce salariali più deboli acuito le criticità economiche in un contesto nazionale finanziario difficile, con l’aumento continuo del costo della vita. Al tempo stesso rivendichiamo l’adeguamento contrattuale per svariati lavoratori di terra a cui viene applicato un contratto diverso dal Ccnl confitarma, abbassando di fatto salari e tutele”.
“Sarà sciopero pertanto dalle 9 di lunedì alle 17 – concludono i sindacati – in un contesto in cui l’impossibilità tra le parti di trovare un’intesa che tutelasse adeguatamente il diritto di sciopero e i servizi minimi da garantire all’utenza, ha consentito alla società di procedere con comandi in servizio ai lavoratori stabiliti in via unilaterale, che di fatto tendono a depotenziare la protesta e di certo non rappresentano il miglior viatico per un sereno proseguimento della vertenza”.