Chiuso il dibattimento sulla galassia di società che ruotavano intorno al patronato. L'accusa principale è evasione fiscale
Andrà a sentenza entro fine anno il processo sulla gestione del patronato Fenapi e le società collegate nel decennio scorso, che vede tra gli imputati il sindaco di Messina Cateno De Luca. Nella tarda mattinata di oggi il giudice monocratico Simona Monforte, dopo aver “chiuso” con un’ordinanza l’ennesimo braccio di ferro tra Accusa e difese, ha chiuso anche il dibattimento, e fissato la data del 2 dicembre per dare la parola prima al Pubblico Ministero poi agli avvocati, infine si ritirerà in camera di consiglio per la sentenza. E’ possibile quindi che il verdetto slitti di qualche giorno, se le discussioni di PM e legali richiederanno più di un giorno.
Stamane il giudice, sciogliendo la riserva adottata a settembre scorso, ha detto la sua sulle richieste di entrambi i “fronti”, definendo quindi gli ultimi passaggi. No alla ulteriore perizia sulla documentazione contabile, quindi, chiesta dalla Procura dopo il primo alla richiesta di acquisire le carte del processo stralcio. Sì, però, all’integrazione degli atti del fascicolo, in particolare con le intercettazioni telefoniche, per la valutazione di eventuali profili di inutilizzabilità.
Acquisita agli atti anche la sentenza della Corte d’appello del maggio 2019 che confermava l’esclusione dell’accusa di associazione a delinquere, quella che nel novembre del 2017 era costata a De Luca l’arresto e il processo che si sta per chiudere.
Al giudice Monforte in sostanza toccherà valutare una serie di accuse che ruotano intorno il reato di evasione fiscale e relative alla vita della Fenapi, le fatture per le forniture con una galassia di società che secondo la Procura erano comunque riconducibili a De Luca, e l’attività effettiva dei patronati.
Bella foto con l’avvocato di fiducia di Forza Nuova.
Questi due soggetti emanano una ventata di antipatia da far accapponare la pelle!