Messina, al Teatro dei 3 Mestieri la prima nazionale di "In alto mare"

Messina, al Teatro dei 3 Mestieri la prima nazionale di “In alto mare”

Redazione

Messina, al Teatro dei 3 Mestieri la prima nazionale di “In alto mare”

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venerdì 28 Aprile 2023 - 09:45

Da venerdì 28 a domenica 30 aprile la nuova produzione di Nutrimenti Terrestri e Castello di Sancio, con la regia di Roberto Zorn Bonaventura

MESSINA – Penultimo appuntamento con la stagione teatrale “Tracce D’Inchiostro” del Teatro dei 3 Mestieri di Messina. Venerdì 28 e sabato 29 aprile alle ore 21.00, e domenica 30 aprile alle ore 18.30, andrà in scena in prima nazionale “In alto mare” (Produzione Nutrimenti Terrestri e Castello di Sancio) di Sławomir Mrożek, con la regia, ideazione luci e spazio scenico di Roberto Zorn Bonaventura.  Protagonisti in scena gli attori Giulia De Luca, Francesco Natoli, Gianfranco Quero e Michelangelo Maria Zanghì

Lo spettacolo

Su una piccola zattera in alto al mare, tre eleganti naufraghi, il grosso, il medio e il piccolo, si scontrano e dibattono su chi dei tre debba essere mangiato per salvare gli altri due. Tra surreali logiche politiche e tragicomiche tensioni psicologiche, si arriverà a una scelta. Ma è la scelta giusta? Siamo davvero sicuri che questa sia l’umanità che vogliamo?

Note di regia

“In alto mare” è un testo feroce perché, attraverso la sua comicità surreale, e attraverso la metafora antica del naufragio come disgrazia che accomuna, ci restituisce residui di una umanità che si disumanizza istante dopo istante, cercando esplicitamente, sin dalla prima battuta, con logiche di prevaricazione e violenza, la vittima sacrificale che consenta ai due naufraghi che si nominano carnefici, una illusoria sopravvivenza che nella realtà è ancora un passo avanti verso la fine.

Un testo che, a sessant’anni dalla sua uscita, è ancora clamorosamente attuale per i temi che pone: l’inconcludenza della politica, la falsità e l’opportunismo dei rapporti sociali, l’impossibilità di scappare da un mare metaforico che ci circonda, un mare che minaccia continuamente di inghiottirci. Un testo che ci ricorda crudelmente quanto siamo miseri e quanto avremmo potuto essere migliori.  Lavorando con gli attori e i collaboratori, abbiamo trovato subito la nostra motivazione, quella necessaria per metterlo in scena: la continua devastazione del Teatro che, invece, nonostante i tentativi di assassinarlo, è sempre lì, che si rialza, zoppica e cammina. E indica la via.

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