La neo presidente Casabona: "Messina penalizzata, magistrati troppo carichi di lavoro"
MESSINA – Il distretto messinese penalizzato nell’ultima revisione delle piante organiche. Altre sedi sono state potenziate, quella peloritana no. E non è il solo problema della giustizia messinese. Il dossier dell’Associazione nazionale magistrati, dove la sezione locale ha recentemente rinnovato i vertici.
“Non ci sono soltanto posti scoperti – spiega la giudice Rosanna Casabona – ci sono meno magistrati previsti rispetto a quanto ne necessitano, rispetto alla domanda di giustizia del distretto. Recentemente eletta presidente della sezione locale dell’Associazione nazionale magistrati, Casabona e il neo segretario Domenico Armaleo hanno effettuato uno screening dei problemi degli uffici, accorgendosi che alcuni magistrati arrivano a dover far fronte a 800, mille fascicoli a testa.
“Altri uffici hanno beneficiato di un ampliamento della pianta organica notevole, come Reggio Calabria ad esempio, Messina resta ferma al palo e anche l’ultimo ampliamento, risalente a ormai diversi anni fa, non ha previsto se non qualche piccolissimo incremento, assolutamente inadeguato – spiega la neo guida dell’Anm – Per non parlare delle difficoltà logistiche: con gli spazi inadeguati, i recenti incrementi di personale dovuti all’istituzione dell’Ufficio del Processo e le assunzioni di cancellieri finiscono per creare ulteriori disagi anziché aiutare”.
Problemi vecchi, come tristemente ammette la presidente Casabona, che sembra nessuno voglia risolvere e che si sommano alla difficile transizione della riforma Cartabia. “Se il civile arranca, il penale anche – continua sul punto Casabona – Alcuni esempi: l’istituzione dell’ufficio predibattimentale al monocratico. Pensato come filtro, ancora non funziona per snellire i procedimenti ma al momento contribuisce ad allungarne i tempi. Ancora, le novità sul piano informatico, come la video registrazione delle udienze. Dovrebbe diventare la regola e la fonoregistrazione è stata abolita. Peccato che non solo grava sul lavoro del cancelliere già impegnato nella verbalizzazione, ma soprattutto funziona poco e male. Il risultato? Si sta pensando ad un protocollo con gli avvocati per prorogare la fonoregistrazione”.