Un intervento della docente Velleda Bolognari sull'artista
MESSINA – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un intervento della docente universitaria Velleda Bolognari sull’artista Bruno Samperi.
Conoscere la vita attraverso l’arte, così come fanno i bambini, questo il progetto di Bruno Samperi, che forse adesso andrà in porto. Era il 2013 quando Bruno mi parlò di voler preparare una raccolta di sue opere grafiche e pittoriche da mettere assieme, in alcune cartelle, a disegni di bambini e di altri artisti in una continuità circolare, senza divisioni, distanze, marginalità, contrassegnandole con un elemento genetico, un capello, come impronta personale, la firma con il suo Dna. L’originalità del progetto consisteva nel realizzare convergenze artistiche uniche, esclusive, straordinarie, rendendo verosimile una realtà che nessuno conosce, che appartiene alla vita e che non è la sua ombra, il buio, l’impenetrabile.
Ma piuttosto il vedere le cose in analogia all’arte dei bambini che disegnano il mondo e parlano con la realtà attraverso i colori e i quadrati, i cerchi, i rettangoli. Col tratto e con il colore i bambini compongono scarabocchi, inseriscono segni impazziti, raggruppano cerchi, disegnano luci, raggi, cipressi. La figura umana è tonda, le mani spuntano dalla testa: ecco la realtà inventata e costruita inseguendo labirinti mentali, circuiti della psiche ancora imberbe, anticamere di future conoscenze, oppure antefatti del pianeta Terra, prima che la vita umana apparisse. L’esercizio di rappresentazione grafica e pittorica del mondo e della realtà circostante, da parte dei bambini, esprime il bello, il loro sentimento del “bello”.
Con l’arte e la grafica ogni bambino riaggiusta le cose a modo suo e non sempre l’arte è il sintomo proiettivo di un’infanzia maltrattata, la rappresentazione del malessere che gli adulti vivono e trasmettono. L’estetica ha qualcosa di astratto, di immateriale, di infinito ed è ciò che avvicina gli artisti di tutte le età tra loro, nei tempi, li accomuna. Anche nei valori: il bello appassiona, segna la vita, martella lo spirito, lo rende inquieto, graffiante, decide il destino, si scontra con le ideologie di quel capitalismo parassitario delle epoche decadenti, come l’attuale.
“Bisogna riscoprire l’arte per non deturpare la vita”
Bisogna riscoprire l’arte per non deturpare la vita, afferma Bruno Samperi, il Maestro o, come preferisce che si dica di lui, l’“apprendista artigiano” dell’arte pittorica. Messina è la sua fortezza, pensieri, parole, graffiti, tele, disegni, colori, cornici, oli gocciolanti, spume di acquaragia, lo circondano da sempre. Ma è là, nella sua stanza d’artista, che Samperi respira quest’aria e organizza il suo essere interamente nell’arte, oggi con gli inchiostri tipografici e la carta anch’essa tipografica, una sua invenzione da perenne “artigiano”. Disegni di grande effetto, di grande luminosità, surreali, giardini incantati, luoghi fuori e dentro la memoria, fitte boscaglie “sbucanti” da oasi lontane dal tempo che si vive oggi, storie che oltrepassano i confini della realtà e finiscono nel nulla disorientante del colore punzecchiante che tende ad assottigliarsi e finire di colpo. Come fanno i bambini.
Una raccolta che certamente sarà in grado di alimentare, nel tempo, il desiderio di guardare la vita con l’arte e imparare che senza l’estetica, ovvero l’arte del bello, la vita umana si imbruttisce, si distrugge, si smarrisce.
Velleda Bolognari