Al vaglio del Tribunale andranno le responsabilità dei dirigenti comunali, tecnici di cantiere e dirigente scolastica
Comincerà a febbraio del prossimo anno, davanti al giudice monocratico, il processo per l’incidente di Giovanni Caponata, l’operaio morto il 10 ottobre 2019 mentre lavorava all’interno della scuola Cannizzaro-Galatti di Messina.
Il giudice per l’udienza preliminare Monia De Francesco ha accolto la richiesta del PM Francesca Bonazinga e rinviato a giudizio il dirigente comunale alle manutenzioni Francesco Maria Ajello, la dirigente dell’istituto Giovanna Egle Candida Cacciola, il Rup Vincenzo Garufi e l’assistente di cantiere Giuseppe Russo.
Secondo la Procura le condizioni di sicurezza del cantiere hanno causato l’incidente mortale. Mancavano protezioni adeguate a Caponata, salito su una scala per tinteggiare la parete di un’aula. Era impiegato in uno dei cantieri di lavoro avviati dal Comune.
Un impatto molto forte, quello causato dalla caduta, che lo ha costretto al ricovero immediato in ospedale, dove è morto dopo 9 giorni senza che i medici riuscissero a strapparlo alla sua sorte. Aveva 56 anni.
“Ciò che rammarica maggiormente e sconforta, è il fatto che il povero Giovanni Caponata ha perso la vita mentre svolgeva attività lavorativa in un cantiere servizi organizzato dal Comune di Messina. Ha tentato di affrancarsi dalla disoccupazione andando incontro alla morte.” commentano gli avvocati Nino Cacia e Maria Puliatti, legali della famiglia.
Sarà ora il dibattimento a vagliare i ruoli e le responsabilità dei quattro imputati, difesi dagli avvocati Antonello Scordo, Massimiliano Fabio, Tommaso Autru Ryolo, Alessandro Billè e Domenico Restuccia.