Il consigliere della VI Municipalità, sulla scia di tanti altri pareri concordi, chiede la sospensione dell'appalto in corso
“Venga applicata la sospensione in autotutela amministrativa del progetto del secondo tratto della pista ciclabile fino a Sant’Agata, al fine di valutare la possibilità di modificarne il tracciato ed eventualmente comprenderne le ragioni dell’impossibilità di tale proposta”.
Lo chiede il consigliere della VI Municipalità, Massimo Costanzo, dopo l’aggiudicazione dell’appalto per il prolungamento di 400 metri della pista ciclabile verso nord.
Le resistenze di cittadini e negozianti di Sant’Agata
Nei mesi scorsi cittadini e negozianti di Sant’Agata hanno manifestato forti resistenze al prolungamento della pista ciclabile. Il loro timore è che essa possa recare difficoltà di accesso a case e negozi e che il traffico diventi ancora più caotico di quanto non sia adesso. Da segretario cittadino del Pd, l’ex candidato a sindaco Franco De Domenico si era fatto interprete di queste perplessità. Lo stesso aveva fatto il consigliere comunale Libero Gioveni. Entrambi i politici, avevano insistito, ognuno per parte sua, per spostare il prolungamento della pista ciclabile nel tratto di litorale che parte subito dopo la pista di automodellismo a Sant’Agata. Franco De Domenico in particolare aveva rilanciato la proposta del comandante Marcello Puglisi. L’idea, prospettata anche nella campagna per l’elezione del sindaco, prevede che il percorso ciclopedonale sul mare arrivi sino alla foce del torrente Papardo collegandosi a Ganzirri.
La giunta De Luca prima e poi quella Basile hanno, invece, ritenuto opportuno portare avanti la soluzione progettuale originaria, soprattutto per timore di perdere i finanziamenti ottenuti. Ci sarebbero, poi, perplessità da parte del Demanio marittimo e del Genio Civile, con ogni probabilità riconducibili a situazioni geomorfologiche della spiaggia di Sant’Agata ormai superate.
Il prolungamento lungo il litorale è ancora possibile
In realtà le due soluzioni in campo non si devono considerare necessariamente alternative. Il progetto per cui dovrebbero adesso partire i lavori risponde a un intento di mobilità dolce su un tratto urbanizzato. La pista ciclopedonale, che si realizzerebbe nel litorale, risponde innanzitutto a una logica di valorizzazione naturalistica di un’area di grande pregio attualmente lasciata all’abbandono e al degrado.
Con tale soluzione, poi, si incentiverebbe l’uso delle bici per andare al mare, limitando l’ingresso delle macchine. Infine anche i pedoni ne trarrebbero gran beneficio, potendo passeggiare in tranquillità in un luogo davvero incantevole. Per non parlare, infine, dello sviluppo turistico ecologicamente compatibile che si potrebbe determinare. Quindi è auspicabile che prenda corpo un confronto costruttivo tra cittadini e istituzioni nell’interesse di una gestione davvero eco-compatibile del territorio.
Nn facciamo altro che creare sempre problemi,povera Messina.
Cioè Ingegnere Costanzo devi prendere un pezzo di spiaggia?
Forse tra 5/10 anni avremo il prolungamento della pista ciclabile. Abbiamo un lungomare completamente abbandonato a se stesso. Non capisco perchè quando si autorizzano aperture di attività commerciali non si tengono in considerazione gli eventuali parcheggi che servono per lo svolgimento di tali attività.
…ci riprovo e riscrivo : …c’è un passaggio per niente chiaro, ovvero “si incentiverebbe l’uso delle bici per andare al mare, limitando l’ingresso delle macchine” …. a prescindere dalla realizzazione di piste ciclabili lungo il mare, occorre rendersi conto che la commistione di auto e bici in città è estremamente pericolosa e non c’è disciplina che possa far diminuire questo pericolo …. ironizzando si può dire che già i Messinesi guidano male e non rispettano i minimi elementi di sicurezza… se poi gli stessi passano alla bicicletta … giusto ieri una ciclista pedalava in Corso Garibaldi (altezza Chiesa dei catalani) nella corsia di sinistra lungo le aiuole spartitraffico … credo che occorra da parte dell’Amm. Com. una profonda analisi prima di imbarcarsi su progetti immaginari… per il resto mi piacerebbe conoscere cosa recita il PIANO URBANO DEL TRAFFICO
Forse il tizio stava a sinistra per evitare che le auto parcheggiate regolarmente in seconda fila gli sbattessero lo sportello sul naso o lo costringessero a tagliare la strada a qualche povero TIR diretto alla Caronte?
basta andate sulla riviera a nord est in veneto …. e capire che una pista ciclabile sulla spiaggia rende tutto molto piu bello e turistico
Prima di pensare alla pista mettiamo in sicurezza la costa. Mi sa proprio che al prossimo temporale il mare arriverà davanti le case e si porterà pure la strada.
Mi raccomando, continuiamo con questa idea originale della pista ciclabile come luogo di ritrovo di passeggiatori e di socializzazione. Facciamo diventare la pista ciclabile il salotto buono della città, dove la gente va a discutere di temi filosofici e dove possa far socializzare i suoi cani domestici. È una idea vincente di cui solo Messina può vantare il primato.
Basta con questa idea obsoleta e orribile della pista ciclabile ai ciclisti. Ma che vogliono questi ciclisti? Perché non si comprano l’auto e contribuiscono anche loro a sostenere il Paese con le accise?
Non voglio che si faccia la pista ciclabile lato strada così le auto continuano a parcheggiare in doppia fila e continuano a bloccare tutto.
Quello è un tratto in preda agli automobilisti e ai supermercati che dovrebbero essere autorizzati in luoghi dove c’è disponibilità, adeguata, di parcheggi.
La pista ciclabile, restringendo la carreggiata, impedirebbe l’inciviltà cittadina.
Bravo consigliere Costanzo, ricostruire la pista caduta e continuarla sulla costa mettendo in sicurezza il litorale e valorizzandolo!!!!!! Ma che idee del Ca…, perche’ qua si fa tutto al contrario di come conviene…