Il progetto-corso della Green Life ha coinvolto la scuola Albino Luciani e offerto un'occupazione a tanti ex detenuti, che oggi hanno cambiato vita
Messina – Dai guai giudiziari al lavoro, dal carcere alla cura del verde, dalla criminalità a un impiego a tempo pieno. È questo il percorso che una quarantina di ex detenuti hanno portato a termine, ritrovandosi oggi impiegati nel settore prevalentemente della cura del verde ma non solo. Un progetto che ha riguardato circa 120 persone complessivamente tra Messina e Barcellona, finanziato dal Fondo sociale europeo e portato avanti dall’associazione Green Life, che ha curato i tirocini.
Il progetto è stato autorizzato dal Dipartimento alla Famiglia e realizzato in collaborazione con l’Uepe (l’Ufficio esecuzione penale esterna per le persone non detenute in carcere), Green Life capo fila ed ente di formazione, Nuova Prospettiva per l’orientamento lavorativo e l’associazione Working che ha curato i tirocini, esterni ed interni agli istituti penitenziari.
Nel 2022 uno dei moduli progettuali ha coinvolto la scuola Primo Molino del comprensivo Albino Luciani, dove alcuni degli ex detenuti si sono messi in gioco accanto a una ventina di bambini tra i 9 e i 10 anni. Insieme, ex detenuti e alunni, hanno imparato a piantare, coltivare, annaffiare, realizzare impianti di irrigazione, curare e raccogliere i frutti di orto, piante e alberi.
Il titolo del progetto è Ecoscatenante, dove Eco è la parola chiave del progetto organizzato dalla Green Life, presieduta da Alessandra Baio e curato dalla tutor Valentina Ricciardello, al lavoro insieme al docente Domenico Manganaro (nella foto, Ricciardello e Manganaro con i corsisti), l’agronomo Stefano Salvo e l’ingegnere Lino Arena – inteso nel doppio senso di ecologia e di eco di quel che il percorso ha voluto generare all’interno dei corsisti. Corsisti che hanno effettuato un percorso formativo di complessivamente 600 ore, ricevendo regolare attestato professionale finale, rilasciato dalla Regione siciliana. Abbiamo per esempio posto l’accento sull’humus, quello vero e quello “figurato”, personale: da qui il laboratorio di lombricologia, seguito da una parte dei corsisti. Il percorso, cominciato nel 2019 e completato nel 2022 e sostenuto dai fondi Fse e dall’assessorato Regionale alla Famiglia, ha visto la Green Life capofilaha coinvolto
Tra loro c’era anche Loretta (il nome è di fantasia), che ha raccontato la sua storia nell’articolo Dalla baracca all’arresto. Oggi Loretta ha un lavoro, una casa e una nuova vita. “Mi ci sono buttata a capofitto, sono tornata letteralmente sui banchi di scuola, mi ci sono messa d’impegno ad imparare e ho assorbito tutto come una spugna”, spiega Loretta.
Ma anche altri ex detenuti che oggi hanno un lavoro in aziende pubbliche e private o che hanno intrapreso una strada diversa, comunque legata alla natura. Uno di loro, per esempio, gestisce ora un esercizio commerciale di frutta e verdura. Nessuno tra quelli che hanno portato a termine il corso, spiegano i responsabili, è poi tornato a incappare in guai con la giustizia.
Tante le attività, teoriche e pratiche, affrontate dai corsisti. Per tutti loro però la parte più emozionante è stata l’esperienza con gli alunni della Primo Molino. L’istituto comprensivo guidato dalla dirigente Grazia Patanè (tra le docenti coordinatrici c’era la professoressa Mariella Gitto), sempre impegnato in progetti innovativi, è stato coinvolto con entusiasmo nel laboratorio della Green Life, offrendo gli spazi verdi e accompagnando i ragazzini al contatto con gli operatori del verde in formazione.
Gli allievi della Primo Molino si sono sporcati le mani con gioia, imparando cosa vuol dire prendersi cura di una piantina, quanto sacrificio occorre e quanta soddisfazione rechi raccoglierne il frutto. Hanno compreso che spesso anche facendo del proprio meglio possono avvenire degli incidenti che danneggiano tutto, come un evento meteo estremo danneggia le colture per esempio. Ma che non bisogna mai arrendersi e occorre tornare a rimboccarsi le maniche, per tornare a vedere tutto fiorito. E che ci vuole tempo per tutto, come per la maturazione dei frutti.
Così, accompagnati dai docenti, i ragazzini si sono accostati agli ex detenuti, comprendendo il loro vissuto ormai alle spalle. E hanno alimentato, con il proprio entusiasmo e l’affezione, la loro voglia di ricominciare. Particolarmente toccante l’esperienza di uno degli alunni, che proprio in quel periodo aveva il padre in carcere.
In foto d’apertura, un ex detenuto insegna agli alunni della Albino Luciani come realizzare un impianto di irrigazione.