I 60 operatori della cooperativa che presta servizio nella struttura per disabili senza certezze per il futuro. L'appello alle istituzioni della Cisl
MESSINA – Una situazione divenuta ormai insostenibile quella dei 60 operatori della Cooperativa Faro 85 che prestano servizio presso la struttura per disabili del Don Orione, senza stipendio da maggio e con diversi arretrati pregressi. Operatori, spesso monoreddito, che, nonostante le gravi difficoltà, continuano con spirito di sacrificio e abnegazione a prestare la propria attività in sostegno dei 40 disabili attualmente ospiti della struttura e privi, nella stragrande maggioranza dei casi, di una rete famigliare di sostegno.
“I lavoratori – spiegano la segretaria generale della Cisl Fp Giovanna Bicchieri, il responsabile terzo settore Antonio Rodio e Francesca Anastasi segretaria aziendale – sono in stato di agitazione ormai da mesi senza che nessuna delle istituzioni coinvolte si assuma la responsabilità di prendere una decisione. Dopo aver ottenuto l’accreditamento regionale lo scorso 16 maggio – proseguono Bicchieri, Rodio e Anastasi – speravamo che l’Asp di Messina, organo competente, siglasse immediatamente una convenzione quinquennale con la cooperativa in modo da dare risposte certe ai lavoratori e agli assistiti. Ma questo non è avvenuto, nonostante più volte abbiamo chiesto e sollecitato l’intervento dell’Aassessorato Regionale alla Salute e di sua eccellenza il Prefetto, per chiedere l’accelerazione delle procedure nell’interesse di tutti. Una situazione divenuta ormai insostenibile”.
“Oggi – spiega il presidente della Faro 85 Angelo Giacoppo – la cooperativa si trova in serie difficoltà a poter continuare a gestire il servizio per l’assenza dei fondi erogati dalle pubbliche amministrazioni e se a stretto giro nulla dovesse accadere La Faro 85 si vedrà costretta a formulare ai circa 60 lavoratori impegnati regolare preavviso di licenziamento, con una enorme ricaduta negativa sia dal punto di vista sociale che economico. Mi rivolgo, a nome di tutti, alle istituzioni interessate al fine di adottare immediatamente ogni provvedimento idoneo a dare serenità agli operatori che ininterrottamente senza la certezza di un futuro hanno continuato e continuano a dare assistenza ai soggetti fragili che certamente non sanno esprimere con la loro voce i sentimenti di gratitudine nei confronti di chi giornalmente si prende cura di loro.”
“Tale condizione – concludono Bicchieri, Rodio e Anastasi – non è più accettabile, per questo, visto anche il disinteresse di tutte le istituzioni coinvolte, non si escludono forme più eclatanti di protesta a difesa dei lavoratori e a tutela dei diritti dei più fragili”.