Messina. L'edilizia riparte dopo la crisi: dati incoraggianti, ma preoccupa il lavoro nero

Messina. L’edilizia riparte dopo la crisi: dati incoraggianti, ma preoccupa il lavoro nero

Alessandra Serio

Messina. L’edilizia riparte dopo la crisi: dati incoraggianti, ma preoccupa il lavoro nero

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sabato 14 Agosto 2021 - 07:03

Il report della Uil. I bonus per le ristrutturazioni trainano nuove imprese ed assunzioni. Ma la politica è assente, secondo Tripodi e Dr Vardo

Cinquecentotrentasei nuovi lavoratori, 123 nuove aziende. Per la prima volta dopo un decennio nero, l’edilizia in provincia di Messina registra il segno + nei numeri del primo semestre di quest’anno. Se è troppo presto per parlare di uscita dalla crisi, visto che si tratta di timidi aumenti dopo 10 anni di decrescita, è comunque un segnale incoraggiante e, secondo la Uil, si tratta di un trend stabile.

E’ questa la novità che emerge dal dossier di Ferragosto che il sindacato stila ogni anno per fare il punto sull’andamento del settore delle costruzioni. Anche se i dati sono in crescita, il segretario generale Ivan Tripodi e Pasquale De Vardo, segretario generale Feneal Uil Messina-Palermo non lesinano le critiche alla politica, colpevolmente assente anche negli ultimi mesi. La svolta, secondo loro, non è ascrivibile alla programmazione politica. E affondano sul sindaco di Messina Cateno De Luca.

I DATI

Nel giro di 10 anni i lavoratori occupati sono scesi da 14.687 del 2011 a soli 5.294 del 2020, mentre nel primo semestre 2021 sono tornati a crescere facendo registrare 5.830 lavoratori attivi in tutta la provincia. Le imprese attive che sono il vero tessuto socio-economico si erano drammaticamente dimezzate, passando dalle 2.937 del 2011 alle sole 1.355 del 2020, mentre anche queste nel primo semestre 2021 sono diventate già 1.478.

MA IL LAVORO NERO…

Non inverte il trend negativo invece il lavoro nero, vertiginosamente aumentato di oltre il 40%: i lavoratori non in regola presenti in un cantiere oggi sono mediamente oltre il 75% della forza-lavoro. “Un’inaccettabile tragedia sociale che necessita interventi radicali da parte delle autorità preposte ai controlli e all’attività di contrasto di questo indecente e vergognoso fenomeno.”, dicono i sindacalisti.

L’ABUSO DELLA CASSA INTEGRAZIONE

“Troppi imprenditori hanno approfittato della situazione, utilizzato furbescamente le varie misure messe in campo a favore dei lavoratori per far fronte alla pandemia. I lavoratori, però, sono stati costretti a proseguire nell’attività lavorativa rigorosamente in nero. Si tratta di un fenomeno indecente che, accanto alla palese truffa, all’elusione contributiva e all’abbattimento dei costi della sicurezza, rappresenta un modo di fare concorrenza sleale nei confronti delle imprese serie e sane che, seppur sempre meno, operano anche nella nostra realtà.”, sostiene la Uil.

L’ECOBONUS TRAINA IL SETTORE

“Gli incoraggianti numeri del primo semestre 2021 sono legati alle attività provenienti dall’edilizia privata che sta sfruttando le misure relative all’eco-bonus, al sisma-bonus e all’ormai famoso 110%, previsioni legislative che hanno segnato positivamente la ripresa del settore e che si muovono in una linea di forte sostenibilità ambientale che non produce consumo di suolo” spiegano Tripodi e De Vardo: “Per rendere reale e duratura la ripresa del settore è necessario prevedere una proroga della normativa in materia di bonus e destinare investimenti strutturali da utilizzare per la rigenerazione urbana, la riqualificazione delle periferie, l’edilizia scolastica e quella sanitaria e la messa in sicurezza del nostro territorio: tutte misure che possono rappresentare una risposta al bisogno occupazionale delle migliaia di lavoratori edili oggi disoccupati o, a causa del bisogno, inghiottiti dalla drammatica piaga del lavoro nero che equivale ad un serio rischio della vita a causa della totale assenza del rispetto delle regole e delle norme sulla sicurezza”.

MENTRE LA POLITICA…

“A Messina e provincia non vi è stata l’apertura di nessun grande o piccolo cantiere e non dimentichiamo che il nuovo porto di Tremestieri, nonostante i proclami e le dirette social, è fermo al 25% dell’opera o i famosi 115 cantieri annunciati dal sindaco De Luca che evidentemente esistono solo sulla carta. Quindi, lanciamo ancora una volta il grido d’allarme per sensibilizzare tutte le Istituzioni affinché mettano in campo ogni azione per far sì che anche a Messina, come accade a Palermo e Catania, si avviino le opere finanziate e cantierabili.”, concludono i sindacalisti, che ricordano la gestione dei cantieri relativi ai cimiteri, con la perdita di 10 posti di lavoro, ascritti secondo la Uil alla gestione De Luca.

2 commenti

  1. bonanno giuseppe 14 Agosto 2021 11:08

    ma quale riparte se ti rifiutano l’ecobonus..con la cessione del credito .perche e difficile da applicare o ci marciano ????? mi fermo qui ……….

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  2. Per togliere il lavoro nero ci vuole tanto controllo ma soprattutto dovrebbero vigilare i carabinieri e anche i vigili che passando per i paesi facendo dei controlli anche soltanto prendendo i nomi di chi è nel cantiere e comunicandoli all’ispettorato, e insegnando agli operai di non lavorare il sabato e domenica in nero per 80 €, facendo concorrenza alle proprie imprese alle quali un operaio costa al lordo 160 al giorno

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