Messina, femminicidio Alessandra Musarra, processo a marzo per Cristian Ioppolo

Messina, femminicidio Alessandra Musarra, processo a marzo per Cristian Ioppolo

Alessandra Serio

Messina, femminicidio Alessandra Musarra, processo a marzo per Cristian Ioppolo

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martedì 28 Gennaio 2020 - 12:41

No alla perizia psichiatrica per il ragazzo, che è stato rinviato a giudizio per l'omicidio volontario della fidanzata, strangolata il 7 marzo scorso.

28012020 – Affronterà il processo Cristian Ioppolo, il 27enne arrestato per l’omicidio di Alessandra Musarra, la fidanzata poco più grande di lui. Il giudice Monia De Francesco lo ha rinviato a giudizio stamane, fissando l’inizio del dibattimento davanti la Corte d’Assise al 25 marzo prossimo.

L’avvocato Alessandro Billè, difensore del ragazzo, aveva chiesto di sospendere tutto in attesa che la Cassazione decida sull’istanza di spostamento del processo. Ma il Giudice ha deciso di andare comunque avanti, nell’attesa della decisione. A questo punto, nel caso in cui la Suprema Corte accolga l’istanza, si tratterà di spostare il processo di primo grado a Reggio Calabria.

L’udienza oggi è andata avanti serenamente, Cristian ha presenziato, c’erano i familiari di Alessandra nell’aula degli scantinati di Palazzo Piacentini, e nei corridoi diverse persone, estranee allo stretto nucleo familiare. Ma a differenza di una settimana fa non si sono registrati disordini.

Il Gup De Francesco ha aperto la mattinata rigettando la richiesta dell’avvocato Billè di sentire il perito psichiatrico sulle condizioni di Cristian, che secondo il giudice – alla luce della documentazione medica e del suo comportamento, durante il delitto e subito dopo, era ed è perfettamente in grado di intendere e di volere.

Ioppolo ha perciò chiesto di poter essere giudicato in abbreviato, ma condizionando il giudizio ad una serie di audizioni: quelle del dottor Nino Bondì, che ha effettuato l’autopsia su Alessandra per conto dell’imputato; dell’ex fidanzato della ragazza, dell’ispettore di Polizia che ha visionato i filmati ed effettuato le intercettazioni, agli esperti della Scientifica di Palermo che hanno esaminato le tracce di DNA sul luogo dove la giovane è stata strangolata, il suo appartamento al primo piano della palazzina di famiglia, in contrada Campolino di Santa Lucia sopra Contesse.

Ma il GUP ha detto no, ammettendo soltanto un abbreviato “secco”, allo stato degli atti: sarebbe entrata in camera di consiglio oggi stesso, per uscirne con la sentenza.

L’avvocato Billè ha a quel punto preferito andare avanti con il rito ordinario, e ha invocato il proscioglimento di Cristian per non aver commesso il fatto. Di diverso avviso il Pubblico Ministero Marco Accolla, che ha chiesto il rinvio a giudizio di Cristian. Stessa richiesta dagli avvocati delle parti civili, Maria Gianquinto, Cettina La Torre e Oleg Traclò. L’avvocato La Torre ha chiesto di aggravare il capo d’accusa per Ioppolo, aggiungendo l’aggravante della premeditazione. Richiesta che in questa fase non ha trovato riscontro.

Nel processo sarà parte civile anche il Cedav, il Centro Antiviolenza presieduto da Simona D’Angelo che è stato accanto alla famiglia di Alessandra sin da quel tragico 7 marzo, e l’associazione Al Tuo Fianco della zona jonica.

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