Appuntamento sabato 7 alle 17 al Largo Seggiola in ricordo delle 5 Giornate di Messina del 1848
Autonomia e indipendenza sono temi tornati prepotentemente d’attualità sia a livello regionale che nazionale. A fine agosto Pino Aprile ha presentato il suo Movimento 24 agosto che già sta registrando migliaia di adesioni in tutto il Sud.
La manifestazione
Sabato 7 a Messina, come avviene ormai da diversi anni, l’appuntamento per gli indipendentisti siciliani è alle 17 a Largo Seggiola per celebrare uno dei momenti più significativi della lotta popolare contro gli invasori e il dispotismo borbonico: “le 5 Giornate di Messina del 1848 e l’episodio dell’eroico sacrificio dei “Camiciotti”.
I Camiciotti
Erano giovani arruolati nell’esercito rivoluzionario siciliano e destinati a lasciare un segno indelebile nella storia rivoluzionaria della propria terra. La manifestazione è indetta dal Comitato Vespro, che sin dalla sua fondazione ha orientato il proprio percorso sul presupposto che la storia siciliana può diventare terreno di lotta politica nel momento in cui la si libera dal travisamento e dalle falsificazioni imposte dal sistema coloniale. “Con questo nuovo appuntamento intendiamo richiamare alla memoria quel glorioso episodio della nostra storia e ribadire la nostra sempre più forte determinazione contro i dispositivi inferiorizzanti del colonialismo- si legge nel comunicato- Al contrario di quanto riportato dalla storiografia colonialistica, che considera il ’48 come un primo passo verso l’unificazione nazionale, infatti, le Cinque Giornate di Messina segnano un momento straordinario della secolare lotta dei siciliani per l’Indipendenza dell’isola.
Oggi come ieri
Il 7 settembre, come lo scorso 30 marzo di Palermo e il 16 giugno di Randazzo, ha lo scopo di ricostruire la nostra storia ma anche quello di spronare il popolo siciliano di oggi. Oggi come ieri, infatti, la Sicilia è colonia; il popolo siciliano è subalterno. Cancellando la nostra identità, i nostri valori e gli eroismi dei nostri antenati, ci hanno tolto la possibilità di ispirarci al nostro passato per renderci manipolabili e sottomessi. Non fantomatici e improbabili salvatori provenienti da fuori, ma solo un popolo cosciente della propria identità e consapevole della propria forza può salvare la Sicilia” affermano gli organizzatori.