Caro diario tra blitz musicali, Piazza Cairoli de-carnevalizzata e la Pupa e il secchione in versione politica, a Messina scoppiò il caos
Caro diario quando il sindaco, nei giorni successivi al Cambio di passo, sparì dai radar per 7 giorni mi assalì il dubbio che una nube di qualche sostanza di dubbia provenienza fosse transitata nello Stretto. Non un post, un whatsapp, un selfie per 168 ore di fila. Il dubbio che fosse stato vittima di diabolici esperimenti effettuati da alieni atterrati a Fiumedinisi divenne certezza quando, 7 giorni dopo, tornò in diretta facebook suonando il clarinetto, in contemplazione di boschi, ruscelli e fiori di campo.
Cateno senza zampogna
Non era più lui. Non si poteva chiamare l’esorcista, perché nel suo caso avrebbe dovuto fare l’operazione inversa, ma certo è che non era più Cateno. L’acquisto del clarinetto, l’iscrizione al Corelli per suonare il pianoforte gettarono tutti nello sconforto: che fine ha fatto la ZAMPOGNA? Cateno De Luca senza zampogna è come Salvini senza felpa, Accorinti senza t-shirt, Donna Sarina senza la Nutella. Il più disperato era l’assessore Scattareggia che aveva ingaggiato tutti gli zampognari della Valle del Nisi per le feste religiose e non fino al 2024 e non sapeva più che farsene. Il sindaco però lo rassicurò: “Tranquillo Pippo, tu puoi fare tutto quello che vuoi, per me sei meglio del figliol prodigo. Li faremo esibire nell’omaggio a Freddie Mercury”.
L’era dei blitz-musicali
Che più che un cambio di passo fosse stato un cambio di umore lo si capì quando dall’Ars, intervistato da Red Ronnie il sindaco De Luca sciolse ogni dubbio: “Parteciperò a Sanremo 2021 e vincero’ ”. A quel punto lo sconforto fu collettivo. Il nuovo Cateno melodico annunciò l’avvio di blitz musicali, intimando agli assessori di scegliersi uno strumento a piacere. La decisione gettò nel panico abusivi, automobilisti maleducati, furbetti del cartellino ed evasori. Meglio mettersi in regola che sorbirsi il blitz-concerto con De Luca al clarinetto, Musolino al clavicembalo, Minutoli alle nacchere. In poche ore fu debellata ogni sorta di nefandezza senza bisogno di ricorrere alle forze dell’ordine.
Benji, Fede e….Cateno
Nel frattempo però c’era da preparare il Carnevale e De Luca, che si era comprato le scarpette per iniziare lezioni di ballo non aveva più tempo né voglia di tediarsi con i dettagli. Approfittando del divorzio canoro tra Benji e Fede, spedì a quest’ultimo una sua versione di “Dove e quando”, proponendosi come nuovo partner. “Dimmi dove e quando…..che ti multo se ti arrivi in ritardo…senza tante parole, manda la posizione….attento alla sanzione….uooo”. Era evidente che non gliene fregava più nulla del Comune, della Regione, lui sognava solo il Disco di Platino e il Summer Festival.
Piazza Cairoli de-carnevalizzata
Neanche gli arrivava l’eco dei lamenti di Lino Santoro che per tutto il Carnevale fu lasciato in punizione dietro la lavagna per espiare le colpe del Natale.Piazza Cairoli era stata dichiarata de-carnevalizzata con tanto di dogana all’ingresso e una multa di 50 cent se ti trovavano con coriandoli in borsa o travestito da Zorro.
Come Gesù con i discepoli
In realtà Piazza Cairoli non fu esclusa dalle manifestazioni, ma ne fu trasformato l’ utilizzo. L’Ateneo di Messina, accortosi che in concomitanza con la capitozzatura degli alberi di Piazza Cairoli la città era diventata un pullulare di esperti agronomi, botanici, giardinieri, dottoroni in tutela ambientale e posizionamento delle foglie in linea con l’astronomia, trasformò l’area in un polo scientifico. Ognuno poteva fare lezioni di agronomia e filosofia passeggiando tra gli alberi con i suoi discepoli come Gesù nel Getsemani.
“Perdindirindina” disse Pietro
Il nuovo Cateno riuscì anche a mettere d’accordo Matilde Siracusano e Pietro Navarra sull’emergenza baracche. I due parlamentari firmarono una proposta di legge condivisa e decisero di fare un sopralluogo congiunto a Fondo Fucile. Per evitare che all’ex Rettore venisse un coccolone entrando in un luogo che non aveva mai visto fu deciso di prepararlo per gradi allo choc. Una delegazione Pd lo accompagnò quindi in una serie di alloggi di periferia via via sempre più degradati. Il compito si rivelò più difficile del previsto. Non appena infattu suonò ad un campanello e scoprì che in una casa normale non c’era né la governante né la baby sitter né la signora delle pulizie esclamò “perdindindirina, dobbiamo fare qualcosa”.
La Pupa e il Secchione
Furono necessarie almeno altre 10 visite da nord a sud prima che Navarra smettesse di dire perbacco ad ogni macchia di umidità nel muro e guardasse perplesso i divani in simil pelle. Il sopralluogo slittò così a fine aprile e quando alla fine Matilde e Siracusano e Pietro Navarra entrarono in una baracca seguiti da un codazzo di telecamere sembrava di essere ad una puntata della Pupa e il Secchione in versione politica. Fu comunque un successo perché Navarra a suon di perdinci e perdindirindina riuscì a convincere il premier Conte della situazione drammatica.
La crisi neo melodica nel Pd
A quel punto però scoppiò la crisi nel Pd perché nel frattempo Alessandro Russo con la sua crociata contro il neomelodico aveva dato il colpo di grazia al già pericolante percorso di avvicinamento del partito alla gente. Per Russo, roso dai sensi di colpa dopo l’annullamento del concerto di Gianni Celeste, era arrivato il momento della Nemesi. Un terribile mattino spuntò Navarra, ringalluzzito dal sopralluogo a Fondo Fucile, che insieme a Saitta e De Domenico con la cartina geografica dei rioni popolari intimarono al consigliere comunale di organizzare gioiosi concertini per cresime, battesimi, compleanni e feste patronali con Angelo Famao e Tony Colombo.
Il vertice da zia Katya
A rovinare tutto fu Cateno De Luca che non sapeva più a chi sbolognare i 32 zampognari della Valle del Nisi chiamati da Scattareggia. Il sovrintendente Scoglio aveva minacciato le dimissioni se gli toccavano il Freddie Mercury. Così venne organizzato un vertice notturno da zia Katya tra la giunta De Luca e la delegazione del Pd per capire se Russo fosse disposto ad un passo indietro quantomeno per un concerto di zampogne il Lunedì di Pasqua con fetta di colomba e limoncello inclusi nel biglietto.
I fachiri dell’Fc Messina
Ma quel Carnevale si stava trasformando in un inferno per De Luca. Si stava accordando con il Pd sulla guerra al neo melodico quando da zia Katya fece irruzione un gruppo di dirigenti dell’Fc Messina. Ogni volta che l’Fc Messina giocava al San Filippo succedevano cose strane. Contro il Nola la caldaia non ha funzionato e calciatori Fc, arbitro e avversari han fatto la doccia con l’acqua fredda. Poi fu la volta del tè con dentro il sale, nello spogliatoio tra il primo e secondo tempo. Infine qualcuno aveva messo puntine da disegno nel campo e i calciatori dell’Fc Messina giocarono come ballerine. “A Carnevale ogni scherzo vale” trovarono scritto da un burlone anonimo nello spogliatoio quando rientrarono negli spogliatoi con i piedi da fachiri.
L’ar…pa vincente
Il sindaco stava per perdere la pazienza, ma non poteva urlare “mi dimetto” per la 347esima volta. Nessuno gli avrebbe creduto. Non poteva fare una diretta facebook contro i dirigenti perché non esistevano più dirigenti nell’arco di 108 comuni disposti a lavorare al Comune di Messina. Fu così che per rilassarsi ordinò un’arpa e si mise a suonare per tutta la notte a piazza Antonello e nella Galleria Vittorio Emanuele, causando il fuggi fuggi di baby gang, negozianti e residenti, risolvendo così almeno un problema. Quello della movida violenta.
La informo che, dopo la bocciatura della legge che spalma i debiti su 20 o 30 anni, città come Napoli, Palermo e Messina sono a rischio fallimento.
I tempi belli sono finiti e voi pensate al carnevale………..