Verso le dimissioni del leader di Sicilia Vera. E se la presidenza fosse data alle opposizioni?
MESSINA – Prima o poi avverrà. Presto Cateno De Luca si dimetterà da presidente del Consiglio comunale per dedicarsi ai suoi nuovi, già avviatissimi, progetti politici. Nel frattempo, i gruppi consiliari per Basile attendono l’inserimento di un consigliere in più a favore della maggioranza. Perché quella di De Luca è una presenza fantasma in Consiglio: fortissima come leadership ma inesistente sul piano pratico.
Ricordando il romanzo di Roberto Andò, “ll trono vuoto” della politica è di scena a Palazzo Zanca. Solo che a differenza del protagonista interpretato da Toni Servillo, nel film “Viva la libertà”, De Luca è tanto più assente quanto potente sul piano della forza politica e degli assetti della Giunta e Consiglio.
Sia nel caso in cui il nuovo presidente sia Nello Pergolizzi, vicepresidente vicario, o sia una figura nuova, come l’emergente consigliere Alessandro De Leo con i suoi 3.752 voti alle regionali, l’augurio è che il passaggio avvenga in fretta. Anche Serena Giannetto, con i suoi tremila voti sempre nella corsa all’Ars, potrebbe aspirare alla carica, se non dovesse essere “promosso” Pergolizzi, che di fatto ora svolge il ruolo a tutti gli effetti di presidente.
Un Consiglio fragile e la necessità di una guida stabile
Un Consiglio blindato sul piano dei numeri, ma ancora acerbo sul piano delle personalità, ha bisogno di una guida sicura. Il Consiglio è già stato segnato da troppe assenze, seppure mantenendo il numero legale, e non può limitarsi ad approvare le decisioni della Giunta. Seppure nel quadro della maggioranza, è bene che emergano personalità e punti di vista per alimentare il confronto e mettere al centro la città.
La guida sicura dell’Assemblea non può essere incarnata da un leader protagonista sulla scena regionale, e con due parlamentari a Roma, come De Luca. Così si era espresso nel luglio 2022: “Il mio futuro prima di vincere alla Regione? Mi candido alla presidenza del Consiglio comunale. Il tempo di eliminare l’obbrobrio dell’astensione come voto contrario, con una riforma del regolamento, e a dicembre mi diimetterò. Salvatore Caruso subentrerà per la mia lista”.
Perché non pensare a una presidenza affidata all’opposizione?
Una volta insediato, il neo presidente aveva promesso tempi brevi per approvare la riforma del regolamento e poi dimettersi. Ora i tempi sono maturi e sono tanti i nodi che la Giunta Basile deve affrontare. Le istituzioni, seppure in un Consiglio a prova di maggioranza, richiedono una guida stabile. E, da leader, De Luca potrà dominare la scena anche a distanza ma assegnando piena centralità a chi deve rappresentare l’assemblea consiliare.
Considerati i rapporti di forza, tra maggioranza e opposizione, a guidare il Consiglio potrebbe essere anche un esponente o una esponente delle opposizioni. Sarebbe un bel segnale in antitesi a una visione “muscolare” della politica. Un segnale, insomma, di sensibilità istituzionale.
Chi l’ha visto? Puntata speciale…
Lui che lascia la presidenza all’opposizione? Non lo farà mai.
Prima o poi i messinesi capiranno chi è il politico a cui hanno dato fiducia totale e scopriranno tutte le sue contraddizioni. Lui può fare quello che agli altri è negato.