La prima seduta dedicata al bilancio non si è conclusa con il voto, si tornerà a discutere martedì. Un finale che al sindaco non è piaciuto
L’ennesimo scontro. L’ennesima raffica di attacchi, epiteti, insulti. E’ finita così la prima seduta di consiglio comunale dedicata al bilancio di previsione 2021. Con il sindaco Cateno De Luca che ha fatto partire una diretta dalla sua stanza a Palazzo Zanca parlando di ricatti politici, lupare, di partiti e sistemi che hanno ammazzato la città, di consiglieri manovrati da “ordini di scuderie”, di vendette.
Una serie di siluri contro i consiglieri comunali, colpevoli praticamente di non aver approvato il bilancio a occhi chiusi. Colpevoli di aver presentato 13 emendamenti al bilancio, colpevoli di aver chiesto delucidazioni e chiarimenti durante il dibattito, colpevoli di aver deciso di rinviare la seduta al prossimo martedì. Dopo averli definiti “asini volanti” e aver scaricato sull’aula le sorti delle sue dimissioni, De Luca ha inveito contro di loro perché non hanno approvato in due ore di seduta, della prima seduta, il bilancio di previsione 2021.
“Non ci sono più le condizioni”
Il rinvio è stato fissato per martedì 2 febbraio. «Mi vogliono sfidare perché sanno che le mie dimissioni saranno effettive dal 3 febbraio» ha detto durante la sua sfuriata social. Dimissioni che però poco o nulla hanno a che fare con il consiglio. Dimissioni che De Luca ha presentato di sua iniziativa e per una battaglia contro l’Asp. E stasera, dopo il consiglio, De Luca ha detto che a questo punto le dimissioni probabilmente saranno l’unica possibilità perché non ci sono più le condizioni per governare a Palazzo Zanca. Ma avverte: «Se dimissioni saranno non è un mio ritiro. Sarà per far fuori politicamente questo consiglio comunale che continua a bloccarci e tenta di condizionare e ricattare il sindaco» ha detto De Luca.
Il bilancio di previsione
Attacchi pesantissimi nei confronti di chi in aula ieri sera si è presentato per discutere e approvare il bilancio di previsione. L’obiettivo del sindaco era di arrivare all’approvazione entro il 31 gennaio, anche se non c’è nessun termine che obbliga a rispettare quella data. I bilanci di previsione possono essere approvati entro il prossimo 31 marzo, dunque il Comune di Messina in questo momento è tra i virtuosi che si accingono ad avere il previsionale in approvazione in anticipo rispetto alla scadenza.
Il botta e risposta con i Revisori
Ma vediamo cosa è accaduto durante la seduta (GUARDA IL VIDEO). Il via ai lavori è stato poco dopo le 18 per esaminare quello che è il più importante documento economico finanziario di un ente locale. Ma non solo. E’ anche lo strumento da cui passano scelte e decisioni per la città. Nel bilancio di previsione si programma come spendere le risorse comunali, bilanciare entrate e uscite, finanziare servizi, non produrre nuovi debiti. Il primo a parlare è stato proprio il sindaco De Luca che in aula ha puntato il dito contro alcune dichiarazioni formulate dal Collegio dei Revisori dei conti sul bilancio. A non andare giù al sindaco una serie di rilievi sull’equilibrio precario del bilancio, soprattutto legato alla scelta dell’amministrazione di aggiungere in questo anno i servizi affidati pochi giorni fa ad Amam e MessinaServizi. De Luca ha anche accusato i Revisori di aver espresso pareri più politici che tecnici.
Dichiarazioni a cui il presidente del collegio, Antonio Tumminello, ha risposto punto su punto. Non celando le difficoltà riscontrate a lavorare al Comune di Messina e rivendicando il lavoro squisitamente tecnico fatto sul bilancio. Il presidente dei revisori ha poi risposto ai dettagliati e approfonditi quesiti posti dai consiglieri Piero La Tona e Antonella Russo che, carte alla mano, hanno voluto capire meglio alcuni passaggi importanti del documento finanziario e della relazione dei revisori. Che comunque, va sottolineato, hanno espresso un parere favorevole, pur raccomandando prudenza e attenzione.
Gli emendamenti della discordia
Quando De Luca ha poi presentato il bilancio ha ribadito che ogni singolo centesimo è stato inserito lì dove serve e che non ci sono margini per muovere o spostare somme. In pratica un chiaro messaggio all’aula, come a dire: inutile che presentate emendamenti perché non si può toccare niente. Il consiglio comunale però può intervenire sul bilancio. Non è chiamato solo a ratificare un atto senza batter ciglio. I consiglieri in aula possono fare domande, possono presentare proposte di modifiche attraverso gli emendamenti. E infatti ne sono stati depositati 13. Emendamenti che il sindaco ha definito “ricatti politici”. Emendamenti che per il sindaco sono stati solo mezzo per bloccare e ostacolare il suo lavoro.
Così, per consentire a dirigenti e revisori dei conti di esaminare le modifiche ed esprimere parere, il consiglio ha deciso di riaggiornarsi a martedì mattina. Mandando in escandescenze il sindaco. Nell’attacco servito in diretta social, De Luca ha dichiarato che a causa di questo rinvio non potranno essere approvati i ristori previsti per l’emergenza Covid, la nuova family card, le esenzioni per la Ztl. Ma in realtà è stato solo rinviato tutto di un paio di giorni. Non salta nulla. Anzi, grazie al lavoro fatto in questi anni da amministrazione e consiglio, Messina sarà comunque tra i primi Comuni d’Italia ad approvare il suo previsionale. Per De Luca però quello che è accaduto in aula è stato un colpo di mano. Una vendetta. Una sfida legata alle sue dimissioni. Ha parlato di campagna elettorale ormai imminente. E a questo punto, da qui a martedì, può davvero succedere di tutto.
NONCICREDOCHESIDIMETTE!
NONCICREDOCHESIDIMETTE
NONCICREDOCHESIDIMETTE
Lo stesso atteggiamento che teneva al Comune di Fiumedinisi e S.T.Riva. Non ci sono più parole
Il diritto del Consiglio comunale è quello di approfondire gli argomenti del bilancio, farsi spiegare dai revisori le eventuali loro critiche e raccomandazioni (prudenza e attenzione) , apportare eventuali modifiche e miglioramenti, i consiglieri non possono subire sempre l’atteggiamento del sindaco che intima loro di firmare subito l’approvazione e basta, anche senza leggere le carte! Ricordatevi sig.ri consiglieri che rappresentate i cittadini che vi hanno eletto e che vi rieleggeranno se la smetterete di subire gli insulti e gli atteggiamenti del sindaco.
Con enorme dispiacere noto dal vostro articolo, esplicato in maniera elementare, in maniera tale che non lasci dubbi ad altre interpretazioni soggettive e pilotate, che questo soggetto ormai dopo aver insultato tutto e tutti continua imperterrito ad arrampicarsi sugli specchi. A questo punto non rimane altro che farlo andare via ma sul serio!!!!!!!
Muoia Sansone con tutti i Filistei…ce ne ricorderemo a tempo debito!
Sempre alle solite. Vuole imporre, con il comando, le sue idee e le sue decisioni, convinto che tutto ciò che fa (perché fa tutto lui ed i suoi collaboratori obbediscono come soldatini) sia il giusto. Non capisce che il ruolo del primo cittadino in una democrazia è quello di amministratore. E quindi deve dialogare, confrontarsi, magari “scontrarsi”, sempre entro i canoni di un confronto politico democratico.
L’Italia è un paese meraviglioso. All’estero, quando si vuol impedire di fare qualcosa, basta dire “è vietato”. In italia no, da noi il divieto assoluto di fare qualcosa viene espresso con “è severamente vietato”. Anche con le dimissioni sembra essere così. All’estero un politico presenta le dimissioni ed “ipse facto” non ricopre più la carica. In Italia invece, si presentano le dimissioni, poi si minacciano le dimissioni per davvero, poi ci sono le “dimissioni – dimissioni”, le uniche che hanno valore. Forse è per questo che si prevede di concedere 20 giorni affinchè un Sindaco possa ritirare le dimissioni solo minacciate.
“Mi dimetto davvero” ahah quindi fino ad adesso si è dimesso per finta? Incredibile questo personaggio non mi farà mai finire di ridere
Io direi di piangere! C’è poco da ridere!
Quello delle (finte) dimissioni posdatate è ancora qua?!
Il continuo gioco delle 3 carte: prima firma delle dimissioni postdatate, dicendo che le ritirerà solo se rimuoveranno La Paglia (che al momento nessuno può rimuovere, atteso che vi sono commissione d’inchiesta ed eventualmente magistratura ad occuparsi della questione, mentre l’asp è commissariata); poi che le ritirerà se il consiglio gli voterà la fiducia (che non è prevista per gli enti locali); poi che se si dimetterà non sarà un suo ritiro… Non è un sindaco, è un saltimbanco. Gli auguro, e mi auguro, una bella uscita definitiva dalla scena politica.
Speriamo che arrivino in porto queste aspettate,da tempo, dimissioni. Giovedì potrebbe essere il giorno della liberazione della città fantasma da insulti, linguaggi a dir poco scurrili, e Messina potrà ritrovare la dignità di città libera!
Ma quando si dimette veramente? Col suo atteggiamento volgare rappresenta i messinesi nel peggiore dei modi.
La cosa più grave scritta nell’articolo è che questo rinvio determini secondo le dichiarazioni del sindaco l’impossibilita di proseguire con gli aiuti comunali (family card etc.).
Questo è un messaggio fuorviante e manipolatorio che potrebbe creare allarme nelle fasce più deboli, con la conseguente pressione sociale che ne conseguirebbe.
Questo per me è gravissimo .
Non ho alcuna stima di questo sindaco.
Il punto è che ce ne libereremo solo per poco, visto che ha minacciato di ricandidarsi. Dovrebbe intervenire un fatto nuovo che glielo impedisca, una notizia, che so, dal tribunale per esempio…
Mi piace condividere l’ultima pagina che stamani si è aggiunta a quella che io chiamo: la mia personale Bibbia dei poveri.
Il tutolo della pagina: O NESCI A PALLA O SCOPPIA A SCUPETTA
-Il luogo è una stradina di campagna dell’agro della Città;
– i protagonisti: io ed un vecchio cacciatore mio compaesano;
– l’ora è quella del chiarore delle prime luci che precedono l’alba.
il cacciatore: ciao, chi si dici?
io : u sapisti chi u sinnicu si dimittiu veramente?
il cacciatore: ma pinsava chi accussì finia
io: picchì ta pinsavi?
il cacciatore: quannu c’è troppa pubbiri o nesci a palla o scoppia a scupetta
io: unni stai iennu?
il cacciatore: vaiu a minestra e tu?
io: chianu nto locu pi vidiri i danni du ventu di stanotti, statti bonu.
Non me ne voglia il Leopardi se indegnamente ne ho ricalcato la forma narrativa.
Eccone un altro che vorrebbe pieni poteri!
Prima Salvini,poi Conte adesso De Luca.Cos’è una nuova moda il voler aggirare la costituzione? Ma lo capisce il bulletto di Fiumedinisi che siamo in democrazia e che il consiglio comunale ha dei diritti e che li deve esercitare per salvaguardare gli interessi della città? E anche i loro se vogliamo,dato che se approvano un bilancio solo per accontentare il bimbo altrimenti se ne va a casa facendo capricci,e da controlli successivi si evince qualcosa di sbagliato o irregolare e si apre un’inchiesta,avrebbero la loro parte di responsabilità.
De Luca vuole dimettersi? Bene! Che lo faccia e liberi la città dalla sua presenza ormai ammorbante di ricatti e volgarità.In oltre 50 anni non ricordo un sindaco a Messina che abbia fatto tali sceneggiate. Le aveva presentate e dichiarato che le avrebbe confermate se non si fossero verificate determinate condizioni Bene, caro De Luca,le condizioni non si sono verificate.La Paglia resta al suo posto,i contagi nonostante la tua ordinanza delirante che ha immiserito ancor di più molti commercianti non si sono azzerati,ma solo diminuiti come sarebbe successo con la sola ordinanza di Musumeci,il consiglio comunale non ti sta pregando per restare…cosa aspetti?Vattene,vattene,vattene!Spero che il 5 Febbraio possa essere un giorno di festa per tantissimi messinesi.