I conflitti tra cittadini, organizzazioni e istituzioni rimandano all'assenza di una visione collettiva. Ogni parte pensa solo al proprio "orticello"
MESSINA – In democrazia il conflitto e la dialettica sono fondamentali. Ed è un peccato che le forze politiche siano così deboli nella nostra città. Tuttavia, il dibattito scatenato, prima sul tema isola pedonale e ora sui cordoli, sembra riflettere non le dinamiche del confronto democratico, anche aspro, ma quello della “guerra di tutti contro tutti”. Spesso gli scontri tra cittadini, organizzazioni, rappresentanti delle varie categorie e istituzioni rimandano all’assenza di una visione collettiva. Ogni parte pensa solo al proprio “orticello” e prevale una conflittualità sterile.
Allora il vero nodo è questo: Messina, violentata e annientata sul piano edilizio ambientale e paesaggistico, stenta a riconoscersi in qualsiasi idea di comunità. Visione del futuro, diritti e doveri, legittimi interessi di parte in un quadro d’interesse generale possono prevalere su un’esplosione di tanti “io” scatenati? O il processo di militarizzazione da social delle opinioni singole non contempera alcuna idea di comunità? E il rischio reale è di confondere cause ed effetti e non individuare i veri problemi. Ad esempio, la crisi economica del commercio solo in minima parte può avere una connessione con l’isola pedonale.
Così scrivevo il 10 agosto: “A Messina va avviata una nuova stagione di diritti e doveri. Da una parte, gli amministratori devono abituarsi a non considerare una lesa maestà qualsiasi critica. È un loro dovere la cura del territorio. E, in attesa che la politica si rianimi e investa su idee e classi dirigenti, ideologie (non è una parolaccia) e valori, appare necessaria una nuova consapevolezza in termini di cittadinanza e responsabilità. Sull’altro versante, basta cultura del piagnisteo: noi cittadini, quando (sia chiaro) non siamo soffocati dai bisogni e da una marginalità periferica a cui decenni di malgoverno ci hanno assuefatti, possiamo fare la differenza”.
Tuttavia, il pungolo, la critica e la costante attenzione, così come l’operato di chi governa, devono trovare un’armonia tra punto di vista individuale e colletivo, interesse dei singoli e generale, istanze delle varie categorie e visione comunitaria. Solo così Messina avrà un futuro.
Sicuramente nessuno deve calpestare l’orticello di altri, orticello che significa spesso ciò che garantisce da vivere alla persona.
Giusto guardare all’interesse generale, ma purché non significhi calpestare diritti e vita di molti. Purché non diventi un raggiungere un programma in modo autoritario e sordo.
L’ impressione oggi è di una amministrazione sorda, prepotente, quasi “padrona”della città, che minimizza o non ascolta le esigenze di varie categorie.
Cosa significa tutelare l’interesse generale? Stare zitti e subite un lento declino? Credo di no.
Oggi il quadro è un po’ disastrato: strade chiuse, sensi di marcia stravolti, difficoltà a raggiungere i negozi e servizi, anche se i concittadini amano la comodità di posteggiare vicino( mi dispiace ma siamo così, è un diritto ed una libertà).
Il traffico dirottato su poche strade, e quindi indotto quasi volutamente ad intasarsi, ad essere caotico.
Ambulanze bloccate nelle poche vie rimaste.
Negozi in difficoltà si, da tempo e proprio per queste diverse cose accennate.
Il tram che passa ogni 30/20 minuti non basta.
Il costo dei servizi è alto ( bene la promo fatta su parcheggi e bus, era ora).
La raccolta dei rifiuti, ha portato i rifiuti dentro o le case, sui balconi, sulle strade in attesa di una regolare raccolta. La scerbatura nelle vie ogni tot mesi, e nel frattempo? Sporcizia e degrado.
Gli alberi, la pulizia, i tombini, l’illuminazione: disastro.
In sintesi forse, una esigenza deve essere ascoltata e non silenziata. Chiusure, divieti, limiti impediscono di soddisfare esigenze, e questo ricade sulle economie di varie zone.
Tutti,dal commercio ai professionisti, dai dipendenti agli studenti, non possono continuamente fare salti mortali per adeguarsi a regole fuori dalla realtà, o comunque non adatte al contesto della città .
Perché è naturale, le regole nascono dalle esigenze per soddisfarle, e non per opprimere le persone.
E anche qui Direttore concordo, e in parte dissento……..Collettività ,interesse dei singoli,istanze delle varie categorie e visione comunitaria.🤔…e quando mai le amministrazioni hanno agito in virtù di ciò.?????.😤..non devono essere soltanto i cittadini a pensare ,e ad agire di conseguenza ,perché i cittadini non hanno il potere delle amministrazioni, e se ci volete levare pure le contestazioni legittime, quando ci danneggiano,allora si vuole governare un popolo del 🙈🙉🙊 …..lei dice che in minima parte i commercianti potrebbero essere danneggiati dall’isola pedonale…..i commercianti sono reduci come tutti noi ,da una grave pandemia che li ha messi in ginocchio…..il viale sta morendo e lo si evince da tantissime serrande abbassate e l’isola potrebbe dargli il colpo di grazia e quindi che facciamo???? Il potrebbe è un eventualità, no una certezza …..eppure c’è già una certezza sul territorio ….. una decisione affrettata e non pensata adeguatamente come fu l’avvento del tram ,di fatto causò la “moria “di Provinciale…..la mia è una testimonianza vissuta ….. Provinciale era il viale San Martino…..negozi bellissimi,di vario genere,il palazzo Palano idem,tutti lavoravano e davano lavoro,non mancava nulla …..con il tram ideato in quella maniera ,ecco verificarsi la fine del commercio a Provinciale…..non è rimasto NESSUNO dei maggiori negozi ( tranne uno a onor del vero)il palazzo Palano desertificato,negozi tramandati da padre in figlio chiusi per decisione o direttamente falliti,da un benessere si è passati al malessere generale….ricordo perfettamente le ore passate in negozio senza che entrasse più anima viva, quando prima invece avevamo il negozio pieno persino ad agosto in pieno caldo….. tutto finito🥺il mio lavoro ,e l’attività del mio datore di lavoro andata persa per “colpa “delle decisioni altrui…..vede direttore a parole siamo tutti bravi ,a ragionare in modo idilliaco pure ,ma a fatti , onestamente ,se lei si dovesse salvaguardare la sua attività o comunque ciò che ha ,penserebbe DAVVERO prima alla collettività????? la collettività sparisce ,quando un attività poi crolla perché non c è NESSUNO della collettività a tendere una ✋ affinché resti in piedi ……la comunità non è unita e non si unisce quando il bene è comune figuriamoci quando è proprio…..buoni sì, Direttore,ma per esperienza fessi no!!!!Il futuro comune per ognuno è salvaguardare il lavoro,potenziarlo,ampliarlo ,no distruggerlo con decisioni che lasciano il tempo che trovano….. Messina risulta popolata per la maggioranza, da anziani…..ce li vedo proprio passeggiare a piedi, estate e inverno sull’isola pedonale , così come la miriade di ciclisti anziani correre nell’ area delimitata dai cordoli 😱……faranno entrambe la stessa fine dei parcheggi….desolatamente vuote, ma poco importa a questa amministrazione che prosegue a fare come gli pare!
I commenti contro le novità sulle strade del centro non è interesse dei singoli, certi commenti si riferiscono al futuro sia commerciale che delle persone anziane, sia dell’impossibilità di utilizzare la propria automobile sia del futuro dei pochi giovani che rimangono a Messina ed altri innumerevoli argomenti che non si riferiscono alle esigenze dei “singoli” cittadini.
Idee balorde….ma la pista ciclabile per chi? Non c’ è a Messina e al sud in genere la mentalità di recarsi al lavoro in bicicletta…si stanno smantellando le strade, restringendole, e provocando poi intasamenti maggiori nel traffico, per fare qualcosa di cui usufruiranno poche persone…ma certe idee sono fuori da ogni logica….povera città….
La Messina del “camminamu a pedi” non piace a nessuno…. ma scusate per non fare morire i negozianti bisogna consentire il parcheggio abusivo sul viale? o dare un senso di civiltà sul San Martino e nelle vie limitrofe dara il colpo di grazia a qualcosa che era in prognosi riservata da anni?
la causa del mancato lavoro dei negozianti è la crescita esponenziale del shop web, in cui in modo totalmente gratuito ti consegnano la merce e se la riprendono con un semplice click.
smettiamola di additare l’amministrazione , almeno per questo diamogli atto che sta facendo bene , e sono i messinesi retrogradi a non sapersi evolvere non parcheggiando di fronte il negoziante!!!!
Rivoluzione, ci voleva e non vedo l’ora. Quelli che criticano con i paraocchi sono gli stessi che magari parcheggiano in doppia e tripla fila, ad angolo, disabili e per che no nelle zone ricarica elettrica o sulle strisce.
La città migliora se le persone migliorano, provate il cambiamento rivoluzionario prima di esprimere giudizi. Per i negozianti posso dire che con due figli non vivendo in centro nel periodo di Isola ho girato e speso soldi in negozi che nemmeno conoscevo. Girando a piedi si può.
Io non faccio quasi mai acquisti sul viale perché ho vergogna di parcheggiare dove non è permesso, mi fa sentire uno di quelli che disprezzo.
Quindi non ci vado.
A molti non fa né caldo né freddo ma sappiamo tutti che si tratta di disprezzo delle regole puro e semplice.
Non è vero che usate l’auto è un diritto che va garantito. Dove sta scritto?
Siamo oramai alla saturazione delle arterie stradali e non per il piano del comune ma per l’eccesso di autovetture in circolazione.
È così in tutta Italia oramai, siamo al collasso viario.
Che una parte della utenza vada deviata su mezzi pubblici non è una scelta ma una necessità.
Se poi anche il comune facesse le cose come si deve sarebbe anche meglio.
Bravo Marco, un buon articolo sul tema, le iniziative del Comune non sembrano collegate con le esigenze reali dei cittadini, hai fatto bene a dirlo. Giovanni Frazzica
Basile e giunta alias terremoto messina 1908 – distruzione totale della povera Messina.
Città 30 si chiama la risposta, documentatevi.
inutile commentare adesso, aspettiamo di andare a votare
Buongiorno secondo me bisognerebbe eliminare il tram cosicché le corsie dedicate a quest’ultimo consentirebbero una viabilità decisamente migliore
Il problema delle strade stracolme di macchine si può risolvere soltanto in un modo: incremento del servizio pubblico. Ma quando parlo di servizio pubblico penso a un cittadino di Camaro, o di Torre Faro, o di Villaggio Aldisio che se vuole andare in centro deve avere la possibilità di farlo ad ogni ora della giornata e della sera. Io penso che se la città fosse servita con un sistema intelligente che collega i villaggi e la periferia in modo efficiente e frequente, moltissimi lascerebbero la macchina a casa. Naturalmente un servizio di autobus capillare e funzionale a tutte le ore le ore del giorno e della sera porrebbe l’eliminazione del Tram che non avrebbe più alcun senso. Con una rete di autubus intelligenti e adeguati ( piccoli per i villaggi e grandi per la città), le isole pedonali avrebbero un senso compiuto e verrebbero accettate sicuramente
No…no…i cordoli non vanno bene, non si può più parcheggiare sul viale……ma che dici vedrai…
Una città destinata all’oblio, ecco questa è la nostra Messina! Scelte scellerate che negli ultimi vent’anni hanno creato una città invivibile. Non a caso migliaia di giovani, i migliori, scelgono di andare via. Una città chiusa a riccio su scelte dettate da arroganti politici e tecnici che pensano di essere i potestà della città e non quelli democraticamente eletti senza un briciolo di lungimirante politica programmatica. Strade cittadine degne di una città appena bombardata, marciapiedi divelti e inutilizzabili, strade asfaltate e dopo una settimana riaperte perchè magari avevano dimenticato che da li a poco avrebbero dovuto posare la fibra, incuria, sporcizia, discariche a cielo aperto, fogne sulle spiagge, manutenzione del verde assente (l’importante è mettere a dimora alberi e piante che da li a poco moriranno), parcheggi che rubano grandi aree al verde e alla circolazione, soldi sperperati nel fare inutili funghi agli angoli delle vie, piste ciclabili che, essendo ottimisti useranno qualche decina di persone a discapito di un’intera città. Non ultimo il disagio sociale di una città sempre più povera, sempre più terzo mondo. Centinaia di crocieristi che giornalmente cercano percorsi turistici inesistenti driblando pali elettrici lungo percorsi fatiscenti creati una decina di anni fa e mai manutenzionati….. Povera Messina!!!!!!!!!!!!
Una città destinata all’oblio, ecco questa è la nostra Messina! Scelte scellerate che negli ultimi vent’anni hanno creato una città invivibile. Non a caso migliaia di giovani, i migliori, scelgono di andare via. Una città chiusa a riccio su scelte dettate da arroganti politici e tecnici che pensano di essere i potestà della città e non quelli democraticamente eletti senza un briciolo di lungimirante politica programmatica. Strade cittadine degne di una città appena bombardata, marciapiedi divelti e inutilizzabili, strade asfaltate e dopo una settimana riaperte perchè magari avevano dimenticato che da li a poco avrebbero dovuto posare la fibra, incuria, sporcizia, discariche a cielo aperto, fogne sulle spiagge, manutenzione del verde assente (l’importante è mettere a dimora alberi e piante che da li a poco moriranno), parcheggi che rubano grandi aree al verde e alla circolazione, soldi sperperati nel fare inutili funghi agli angoli delle vie, piste ciclabili che, essendo ottimisti useranno qualche decina di persone a discapito di un’intera città. Non ultimo il disagio sociale di una città sempre più povera, sempre più terzo mondo. Centinaia di crocieristi che giornalmente cercano percorsi turistici inesistenti driblando pali elettrici lungo percorsi fatiscenti creati una decina di anni fa e mai manutenzionati….. Povera Messina!!!!!!!!!!!!