La Procura ha ordinato autopsia e tac sul corpo di Olga Cancellieri per capire se poteva essere salvata
Entra nel vivo con gli accertamenti medici l’inchiesta sulla morte di Olga Cancellieri, l’avvocata di 46 anni spirata nella piazzetta della chiesa di Santa Caterina, il 10 novembre scorso.
Il sostituto procuratore Marco Accolla, titolare del caso, ha chiesto ai medici Antonino Messina e Giuseppe Doldo di effettuare l’autopsia sul corpo della donna e una tac, per valutare gli effetti del tremendo trauma cranico che l’ha inchiodata all’asfalto quella sera.
Un passaggio fondamentale, quello degli esami medici, per sciogliere la matassa dell’accertamento di eventuali responsabilità penali, per la morte della donna. Si tratta insomma di stabilire prima esattamente perché e come è morta Olga: il trauma cranico le è stato fatale, le sarebbe stato comunque fatale, o quella mezz’ora che l’hanno vista rantolare a terra sarebbero stati utili a salvarla? All’autopsia parteciperà anche il dottor Giovanni Andò, medico di parte della famiglia di Olga, assistita dalle avvocate Patrizia Picone e Natalia Di Bella.
I PASSAGGI DELL’INCHIESTA
Il magistrato deve raccogliere altri dati, nell’analisi del profilo penale di questa tremenda vicenda: deve capire di chi è stata la colpa dell’impatto tra i due mezzi, e per questo ha ordinato una consulenza tecnica sui mezzi e analizzerà i risultati dei sopralluoghi della Polizia Municipale, insieme ai filmati delle immagini di video sorveglianza della zona, se ve ne saranno di utili. E ha chiesto che vengano effettuati gli esami tossicologici sul corpo di Olga. Al momento sul registro degli indagati c’è iscritto il conducente venticinquenne del Ducato che ha impattato con lo scooter dell’avvocata, difeso dall’avvocato Giovanni Caroè.
Il PM Accolla ha inoltre acquisito anche i tabulati delle chiamate al 118, per ricostruire la tempistica dell’intervento dei mezzi dei soccorsi, al centro delle polemiche scatenate in questi giorni. Il quesito fondamentale posto agli esperti, complessivamente, è questo: “Di chi è stata la colpa dell’incidente? Ed è per l’incidente che è morta Olga, o per cause successive e, in questo caso, ci sono state negligenze nell’operato del 118?”
MESSINA SI INTERROGA: PERCHE’ IL 118 NON C’E’
Perché se la responsabilità penale è una cosa, un’altra è la responsabilità morale e politica della tragedia. Olga e quei 30 maledetti minuti. Olga e quella pozza di sangue sotto il suo capo. Olga e la sua attività di pasionaria della politica e dell’antimafia, da consigliera di quartiere prima e responsabile di Addiopizzo poi. Olga e gli occhi del suo compagno e delle sue figlie.
Troppo, per la Messina che amava. La Messina migliore. Che ora torna a chiedersi perché non ci sono ambulanze e perché su quelle poche che ci sono mancano medici e attrezzature. Per questo è nato il comitato Codice Bordeaux.
ma di casco non ne parla nessuno…….