La dirigente scolastica replica, pur senza nominarlo, al consigliere Russo: "Abbiamo fatto il massimo"
“Il diritto allo studio è assicurato attraverso la didattica, in parte in presenza ed in parte a distanza, ragion per cui certe affermazioni appaiono gratuite e fuori luogo”. La preside del liceo La Farina, Caterina Celesti, risponde al consigliere comunale Alessandro Russo, che aveva parlato di “diritto allo studio negato” a causa della didattica a distanza.
Russo – dice la preside senza mai nominarlo – “non conosce la condizione in cui si trovava la scuola a inizio anno e l’incessante lavoro che, a tutti i livelli, si sta facendo per superare le sussistenti difficoltà, dovute a situazioni strutturali pregresse, ai ritardi nelle consegne dei lavori in corso dallo scorso anno scolastico e nella consegna (più volte annunciata ufficialmente e altrettante volte rinviata) dei banchi di nuova generazione per permettere la corretta allocazione degli studenti nelle rispettive aule, nel rispetto delle misure di distanziamento prescritte. Ci conforta il fatto che le famiglie degli studenti hanno ben compreso ed apprezzato il nostro operato a tutela della salute dei loro figli, oltreché che del personale docente e non docente. Purtroppo, non disponiamo ancora di poteri magici o soprannaturali e, tra passaggi di consegne ed una miriade di problematiche trovate in 40 giorni appena, è stato fatto il massimo per salvaguardare i diritti dei discenti sotto il profilo didattico e sanitario e non solo. Ci possiamo ritenere più che soddisfatti, date le circostanze. Occorre proseguire un lavoro che richiede impegno costante e il supporto di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, istituzionali e non. Riteniamo che il personale Ata, il corpo docente, le famiglie, gli studenti stessi del nostro liceo, meritino una migliore e più qualificata attenzione. Ci saremmo aspettati supporto e comprensione per la delicatissima emergenza vissuta da tutta la comunità scolastica del territorio di una città dove troppo spesso purtroppo si preferisce remare contro”.
Bersaglio di Russo, in realtà, era stata la giunta De Luca. Una polemica destinata già a morire, considerata la nuova ordinanza regionale di oggi, che prevede la didattica a distanza per tutte le scuole superiori.
La replica di Russo
“Apprendo che la risposta alla mia nota che richiedeva informazioni sullo stato della didattica alla scuola La Farina non arriva dall’assessora alle politiche scolastiche Tringali, da cui sarebbe stato normale attendersela, essendo stata rivolta a lei, ma dalla dirigente della stessa scuola. Leggendo la replica, nel ricordare il grande sforzo della comunità scolastica per assicurare la ripartenza (cosa che infatti nella mia nota non avevo mai messo in dubbio ed è innegabile), di fatto conferma che in presenza, dal 24 settembre, le classi della scuola non sono mai andate. Fatte salve le quarte ginnasiali. Certo: le colpe sono del Governo, dei banchi che non arrivano, del destino cinico e baro, e così via. Il dato di fatto da me denunciato alla competente assessora, comunque, resta tutto. Lasciare intere classi a casa – benché possibile – rischia di lasciare indietro quanti non dispongano di risorse e mezzi adeguati a seguire la didattica a distanza: in questo senso, il diritto allo studio rischia di venirne sacrificato. Non è una certezza, è un pericolo che va scongiurato, assicurando il rientro in eguali condizioni di insegnamento per tutti i ragazzi. Ripeto il concetto: perché il 24 settembre l’assessora Tringali e il sindaco si recavano al La Farina e dichiaravano felici e trionfali che tutto era in regola per l’anno scolastico? Perché, in previsione della mancanza di banchi, non si è neppure tentato di trovare soluzioni alternative in termini di aule in altre zone della città? E’ stata richiesta, o no, questa ulteriore dotazione che, anche al 24 settembre, era nota a tutti non fosse disponibile? La storia va chiarita tutta e presenterò ulteriori atti ispettivi per capirci di più di questa vicenda”.