Un piede gonfio e l'attesa snervante in due ospedali
MESSINA – Una cittadina scrive al nostro giornale, seganlazione al numero WhatsApp 366.8726275. “Salve, sono una messinese e ho appena letto un vostro articolo sulla sanità. Voglio raccontarvi la mia esperienza. Tutto è iniziato per un banale incidente domestico. Giorno 19 agosto, intorno alle 19,30, alzandomi dal mio divano, e spostandomi verso la mia cucina, ho subito una forte botta alle dita del piede sinistro. Nonostante il dolore, ho deciso di mettere del ghiaccio. Il giorno dopo sono andata dal mio medico, che mi ha consigliato di farmi visitare in ospedale, ipotizzando una probabile rottura. Sono arrivata al Pronto soccorso del Piemonte intorno alle ore 12.50, registrata alle 13.21 e fatta accomodare in attesa. Intorno alle 15 ho chiesto quante persone ci fossseo ad attendere e mi è stato risposto: “Tante”. Circa ogni ora chiedevo e mi veniva risposto: “Ci sono le urgenze”. Alle 20 entra il cambio infermieri e richiedo”.
“Dopo otto ore di attesa al Pronto soccorso del Piemonte mi dicono che non vale la pena di attendere”
Continua la cittadina: “Faccio presente che avevo già preso un antinfiammatorio e che mi si era gonfiato e diventato viola il piede. Mi viene risposto di attendere. Verso le 21,15 richiedo ancora e mi viene detto che, per il problema che ho, non vale la pena di attendere anche perché l’ortopedico è andato via alle 19.30. Al che io rispondo che non funziona così, dopo otto ore in attesa del mio turno, durante le quali non mi sono state fatte neanche le lastre. Comunque decido di andarmene, stremata dopo tutte quelle ore. Mi reco al Policlinico e mi viene consigliato di ritornare il giorno dopo perché c’erano troppe urgenze e non mi conveniva attendere. Ritorno a casa con il piede gonfio e un ematoma evidente e senza sapere se è rotto, fratturato o quant’altro”.
Lunga attesa anche al Pronto soccorso del Policlinico
E ancora: “Il giorno dopo, il 20 agosto, alle 8.30 circa vengo registrata al Pronto soccorso del Policlinico. Stessa storia io, codice verde, vengo sempre dopo dei codici gialli. Intorno alle 17, dopo aver chiesto diverse volte durante la giornata, vengo chiamata per fare rx. Fatte le lastre, mi reco in ortopedia dove il medico prova a farmi una manovra al dito del piede: mi viene detto che ho una frattura e una lussazione. Dopo la manovra, il medico mi rimanda a fare le altre lastre. Risalita in Ortopedia, nuovamente il medico mi dice che il mio dito non è a posto e con una piccola anestesia riprova. Senza nessun risultato. Mi viene spiegato che bisognava intervenire entro sei, al massimo 8 ore. Al che io ho raccontato di essere stata al Piemonte. Se fossero intervenuti in tempo, io non dovrei adesso subire un intervento al dito”.
La necessità di liberare i pronti soccorsi e dare centralità alla sanità territoriale
lI nodo centrale è la necessità di liberare i Pronto soccorso e di dare centralità alla cosiddetta sanità territoriale. O, con un necessario impulso regionale, la politica decide di cambiare il modello sanitario, o situazioni come queste continueranno a essere all’ordine del giorno. Il tutto mentre affrontiamo l’emergenza liste d’attesa e incombe l’autonomia differenziata.
Non c’entra niente autonomia differenziata ed altro, il problema è la qualità dell’organizzazione da parte del direttore sanitario e la volontà dei medici di lavorare con serietà, per il resto bisogna trovare la raccomandazione pure al P.S., purtroppo questa è la realtà di Messina.
I PS sono affollati perche’ non funziona la medicina di base e i medici di famiglia si limitano solo a scrivere ricette spesso sotto dettatura. Infatti i codici verdi possono essere gestiti,se ne hanno voglia , dai medici di base, come in questo caso ,bastava che il medico di famiglia prescriveva la radiogeafia e una visita ortopedica, non c era bisogno del PS, quindi e’ inutile lamentarsi perche’ ovvivamente se si va’ in pronto soccorso per questi problemi si deve mettere in conto che prima ci sono da trattare i pazienti seri codici rossi in pericolo di vita o codici gialli come infarti, traumi importanti, perdite di coscenza ecc e poi il resto.
Una radiografia e una visita ortopedica avrebbe dovuto farla a pagamento ,visto che ci sono liste d’ attesa lunghissime, e lo abbiamo visto pure di recente, con la segnalazione di una paziente oncologica ,rimandata alle calende
greche😱 e ingessatura o la manovra, avrebbe dovuto ,comunque , farla all’ ospedale…..hai ragione Lucia sul fatto che spesso i pronto soccorso sono intasati da chi potrebbe benissimo rivolgersi al proprio medico ,
ma una sospetta frattura,in questo caso, a mio avviso ,andava trattata in ospedale e non con codice verde, e infatti per non essere considerata , in base al codice, con dovuta tempestività ,adesso dovrà operarsi, quando invece una manovra ortopedica subito, l’ avrebbe rimessa apposto…..nei pronto soccorso ci deve essere personale in quantità tale, da potersi dedicare a tutti coloro che vi accedono , in tempi brevi….e creare ambulatori con macchinari radiografici per attenzionare subito i meno gravi ,eviterebbe l’ intasamento e la pressione a cui sono costretti a lavorare medici e personale infermieristico …..la conseguenza dei tagli alla sanità ,come al solito ricade proprio su chi necessita di essere curato ,e su chi deve curare e assistere .
L’autonomia differenziata non c’entra nulla con l’episodio in questione: al pronto soccorso di una grande città del Centro Nord la situazione sarebbe stata la medesima di quella raccontata (se non addirittura peggio).
La percezione è che ci sia una enorme disorganizzazione: potrà essere vero che prima della signora c’erano codici gialli e rossi, ma erano tutti su Ortopedia ? Siamo proprio sicuri che nel frattempo che venivano gestiti i casi di infarti, traumi importanti, perdite di coscenza, ecc. non ci fosse alcuna possibilità che un cristiano portasse la signora in Ortopedia a fare una lastra ?
Da ricordare alle prossime elezioni.
Cosa dovremmo ricordare alle prossime elezioni ?
Basta fare propaganda sulle disgrazie delle persone .
Giusto: anche qui una catena degli errori. Inizia il medico curante,che non esplicita chiaramente, con l’impegnativa, la gravità, ponendo , come evidenziato, la necessità di una radiografia d’urgenza. Errore lo compie anche il P.S., che assegna il codice verde, invece che giallo. Ci sarebbe da valutare se adire le vie legali o meno. E comunque si può sempre inviare una raccomandata (o PEC) alla competente Direzione Sanitaria.
Bisogna rimettere le Suore nei pronto soccorso e vedrete come ritornano a filare medici infermieri e portantini. Non li controlla più nessuno…
Carissima signora, da sanitario ospedaliero mi scuso per quanto accaduto. Nei commenti precedenti hanno detto una serie di sciocchezze, le persone scrivono purtroppo nell’ignoranza totale. Purtroppo aveva ragione l’ortopedico: tutte le lussazioni vanno trattate subito. Inoltre, se non c’è il posto letto nello stesso nosocomio, va prima ridotta la lussazione e poi si trasferisce il paziente. Buona guarigione, signora cara.