Messina, la testimonianza di Oleksandra: "Io in ansia per mia sorella a Kiev sotto attacco russo"

Messina, la testimonianza di Oleksandra: “Io in ansia per mia sorella a Kiev sotto attacco russo”

Marco Olivieri

Messina, la testimonianza di Oleksandra: “Io in ansia per mia sorella a Kiev sotto attacco russo”

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domenica 27 Febbraio 2022 - 07:20

L'Ucraina nel cuore, vive ore d'angoscia e si affida al telefono e a Internet per avere sue notizie

MESSINA – Oleksandra Shlyakhtina indossa una mascherina con i colori della sua nazione, l’Ucraina. Ha in mano una bandiera della nazione invasa dai russi, un cielo blu simboleggiante la pace sopra i campi di grano, e, con la comunità ucraina a Messina, manifesta contro la guerra di Putin nella mattina del 26 febbraio in Piazza Unione Europea. Oleksandra vive ore d’angoscia pensando alla sorella a Kiev e si affida al telefono e a Internet per avere sue notizie.

La storia

Abita nella città dello Stretto dal 2009, si occupa di fotografia, e in realtà è nata in Russia, nell’ex Unione Sovietica, in una città dal nome italiano nei pressi del fiume Volga: Togliatti, in onore del segretario del Partito Comunista Italiano. Tuttavia, Oleksandra si sente ucraina, “oggi più che mai”, al cento per cento al pari della sua famiglia e perfettamente inserita al tempo stesso nella realtà messinese.

Oggi percepisce una profonda lacerazione. «A Kiev vivono i miei genitori e mia sorella. Lì è il mio cuore in questo momento difficile», tiene a sottolineare in un buon italiano. Tuttavia, i suoi genitori si trovano con lei in questo momento: «Erano venuti a trovarmi e dovevano partire il 25 febbraio ma per fortuna sono rimasti bloccati a Messina. Mia sorella, invece, è immersa in un incubo a Kiev. Di notte non dorme in casa ed è costretta a rifugiarsi in un parcheggio sotterraneo», rivela con preoccupazione.

L’appello

Oleksandra è contenta della solidarietà dei messinesi nei confronti della tragedia ucraina e si unisce all’appello della comunità ucraina: «Putin va fermato. Ormai è troppo tardi per una soluzione pacifica. Viviamo un incubo per colpa della pazzia di una persona. Chiediamo aiuto a tutto il mondo affinché l’Ucraina e gli ucraini non siano lasciati soli. Le sanzioni non bastano e l’Ucraina non ce la farà a difendersi da sola. Nei giorni prima dell’invasione avevo parlato con mia sorella: non si aspettava che la situazione esplodesse, subendo una guerra inutile e senza senso. Lei e gli altri concittadini sono stati svegliati dalle esplosioni, qualcuno è scappato, ma dove si può andare? Tutto il Paese è stato attaccato. Si sono create lunghissime code per scappare in Europa. Una fuga impossibile senza gasolio e senza benzina, nell’impossibilità di prelevare soldi. Una tragedia.»

“Kiev è una città pacifica”

Oleksandra Shlyakhtina cerca di mantenere la calma e rievoca con affetto i suoi contatti costanti con Kiev: «Ogni anno ritorno in questa città pacifica. Parlo russo, anche se conosco l’ucraino, e nessuno mi ha mai trattato male. Quello che sostiene Putin è assurdo: lui afferma di voler liberare l’Ucraina dal nazismo… Ma quale nazismo! La minaccia dell’espansione Nato è stata usata come alibi per invaderci. Lui intende espandersi il più lontano possibile e non terminerà con l’Ucraina se non sarà fermato.»

La manifestazione a Messina

Per la donna, trasferitasi a Messina per amore, le manifestazioni sono un raggio di sole in un momento buio: «Abbiamo così l’opportunità di esprimerci, di fare sentire la nostra voce. La priorità è trasmettere la verità a tutti, in particolare a chi vive in Russia. Lì si fa vedere alla gente solo quello che conviene al regime. Ho parenti in Russia: pensavano che si trattasse solo di un atttaco limitato a Donbass e mi chiedevano: “Perché siete così preoccupati?”. Non sapevano la verità, ovvero che tutto il Paese è stato attaccato dai missili. Dobbiamo contrastare la propaganda e pensare ai nostri affetti. Io per fortuna riesco ancora a parlare con mia sorella: stamattina è andata al supermercato in cerca di cibo. Non posso rimanere tranquilla qui, al sicuro, mentre lei e tutti gli altri ucraini subiscono questa minaccia assurda.»

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