Le immagini dei funerali di Giuseppe Puleo, il nostromo morto durante un incidente di lavoro al porto di Messina
“Le chiamano morti bianche, ma il dolore dei parenti non è bianco“. Così Monsignor Mario Aiello ha tuonato contro l’ennesima morte sul lavoro a Messina, ai funerali del Gaetano Puleo.
Ai funerali del nostromo morto durante un incidente al molo Norimberga lo scorso 24 febbraio, celebrati oggi pomeriggio a Torre Faro, c’era tutta la comunità del borgo marinaro dove Puleo abitava ma c’erano anche tutte le maestranze dei marittimi, stretti intorno al dolore dell’ennesima famiglia che si vede strappare un suo caro.
Prima che il feretro uscisse dalla chiesetta affacciata sul mare dello Stretto, portato a spalla dai colleghi che lo hanno issato più volte, prima di adagiarlo sull’auto, è stata la figlia a tracciare il suo ritratto e dirgli addio a nome di tutti.
Il ritratto di un uomo che ha reso orgogliosi i suoi figli, che gli ha trasmesso l’amore per il mare, la dignità del lavoro.
Proprio assolvendo i suoi doveri il nostromo di sessant’anni ha perso la vita.
La Procura di Messina è a lavoro per chiarire se ci sono responsabilità legate alle dotazioni di sicurezza e ad altri aspetti, o se si è trattato di un tragico incidente senza colpevoli.
Due gli indagati, la società Caronte & Tourist Spa, proprietaria della nave Elio, e il comandante Giuseppe Cama.
Sabato scorso è stata effettuata l’autopsia sul corpo di Puleo. L’esame non è ancora stato consegnato ufficialmente al magistrato titolare del caso, ma le prime risultanze concluderebbero che il nostromo è morto a causa della profonda ferita alla testa e non per annegamento.
Al vaglio anche le condizioni della Elio, posta sotto sequestro per i rilievi tecnici, che sarà esaminata insieme alla “cima” incriminata.