I carabinieri della compagnia Messina Centro, guidati dal capitano Paolo De Alescandris, pensano che l’intento fosse proprio quello di uccidere.
MESSINA – Furti in casa o di biciclette e motorini. Ha molti precedenti, ma quasi tutti per reati contro il patrimonio, il 24enne Pippo Molonia, che era agli arresti domiciliari. Il reato più grave, in realtà, ce l’ha sulle spalle da minorenne, un tentato omicidio. Nessuna correlazione, però, almeno per il momento il movente dell’agguato è ancora sconosciuto.
Nella notte tra sabato e domenica è stato bersaglio di sei colpi di pistola calibro 7.65, di cui solo uno andato a segno, sulla sua coscia destra.
Gli è andata bene, oggi l’operazione per estrarre l’ogiva, perché non è in pericolo di vita. Ma chi gli ha sparato voleva lanciargli un avvertimento o voleva ucciderlo? Il fatto che abbia sparato a distanza non proprio ravvicinata farebbe propendere per la prima ipotesi ma, in questo caso, avrebbe sparato solo una volta o due e non ben sei, rischiando di colpirlo in organi vitali. I carabinieri della compagnia Messina Centro, guidati dal capitano Paolo De Alescandris, pensano che l’intento fosse proprio quello di uccidere. Anche perché se la distanza non era ravvicinata, non era neppure così ampia. E alcuni proiettili si sono fermati contro il cancello di casa.
E perché? Esclusa la pista mafiosa, potrebbe trattarsi di una vendetta per motivi privati, forse economici. L’autore dell’agguato è poi fuggito a piedi tra i vicoli di Bisconte e ha fatto perdere le sue tracce. Ma chi era? La vittima afferma di non saperne nulla, di non aver neppure visto una persona scappare. I carabinieri sperano di trovare testimoni, soprattutto tra parenti e amici, che possano fornire indicazioni in più e di trarre profitto dalle immagini della videosorveglianza. Finora, però, tutto tace.