Trenta milioni “dividono” Ato e Messinambiente. Tanto, paga il Comune

Trenta milioni “dividono” Ato e Messinambiente. Tanto, paga il Comune

Danila La Torre

Trenta milioni “dividono” Ato e Messinambiente. Tanto, paga il Comune

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martedì 18 Dicembre 2012 - 18:47

Basandosi sulle cifre che sono venute fuori dal dibattito in Commissione bilancio, qualche consigliere ha fatto notare che il Comune dovrà sborsare nei confronti dell’Ato una somma che si aggira complessivamente intorno ai 70 milioni di euro

Messinambiente chiede all’Ato 30 milioni di euro. La somma tonda è il risultato dei 21 milioni del contenzioso in atto tra le due società più i nove milioni di euro che il commissario liquidatore di Messinambiente, Armando Di Maria, sostiene di vantare come credito di servizi resi e non pagati. Il credito della società che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in città non viene però confermato dall’altro commissario liquidatore, Michele Trimboli, da agosto a capo dell’Ato3, di cui era direttore tecnico ai tempi in cui la sua poltrona attuale era occupata da Antonio Ruggeri.

Secondo Trimboli il debito dell’Ato nei confronti di Messinambiente è pari al netto del contenzioso, neanche un euro di più. Insomma la distanza tra Di Maria e Trimboli resta intatta ed il rapporto tra Messinambiente e Ato 3 complicato, come emerso anche in commissione bilancio durante il dibattito sulla delibera firmata dal commissario straordinario Luigi Croce relativa ai debiti del Comune nei confronti della società d’ambito , che ammontano complessivamente a poco meno di trenta milioni di euro.

Il dirigente che ha redatto l’atto, cioè il dirigente alle partecipate Antonino Cama, ha chiarito ai consiglieri che tra i debiti della società d’ambito iscritti in quel provvedimento – che saranno ripianati in dieci anni grazie anche alle anticipazioni da parte della Regione – non figurano quelli dell’Ato nei confronti di Messinambiente, destinati a trasformarsi, con tutta probabilità in un debito fuori bilancio, da mettere ovviamente in conto al Comune. L’ente è socio maggioritario di entrambe le società, ma in questa guerra fratricida, che si consuma da anni anche nelle aule del Tribunale, sta a guardare. Come un padre che non vuole schierarsi per l’uno o l’altro figlio e ogni tanto prova a mediare. Ma con risultati, ad oggi, pessimi e decisamente anti-economici.

Basandosi sulle cifre che sono venute fuori dal dibattito, qualche consigliere ha fatto notare che il Comune dovrà sborsare nei confronti dell’Ato una somma che si aggira complessivamente intorno ai 70 mila euro. Ci sono i quasi trenta milioni di euro del provvedimento presentato da Croce; i 21 milioni del contenzioso; i 9 milioni chiesti da Messinambiente per i servizi resi ; e quei dieci milioni che dovranno essere recuperati dal bilancio comunale per pagare una parte del Piano Economico Finanziario dei servizi per l’anno 2012 presentato dalla società d’ambito, che costerà al Comune più di 42 milioni di euro.

Se Messina fosse pulita come Lugano, la cifra potrebbe avere anche un senso, ma da queste parti decisamente non ne ha ed è evidente che qualcosa nel sistema si è inceppato. (Danila La Torre)

4 commenti

  1. più i nove milioni di euro che il commissario liquidatore di Messinambiente, Armando Di Maria, sostiene di vantare come credito di servizi resi e non pagati” Adesso il problema mi è chiaro. Qualche politico oppure amministratore, veramente molto autorevole, ha chiesto a Messina ambiente di espletare dei servizi di pulizia ponendoli a debito del Comune di Messina, sicuramente privi di atto amministrativo da parte del Comune di Messina che autorizzava il lavoro con la relativa attestazione di copertura finanziaria. Nella sostanza, se bene ho compreso, trattasi di interventi straordinari eseguiti da Messina ambiente su richiesta, riterrei verbale e/o telefonica, da parte del Comune di Messina e pertanto privi di copertura finanziaria. A questo punto sarebbe lecito chiarire se Messina ambiente detiene qualche elemento utile da parte del Comune che chiede l’effettuazione dei lavori, in caso contrario il Comune non se ne potrebbe fare carico, se non attraverso il riconoscimento delle perdite che emergono dal “Bilancio di esercizio” di Messina ambiente approvato dal Consiglio Comunale. Ho l’impressione che sia l’Atm che Messina ambiente viaggiano nella stessa direzione, ma su binari paralleli. Voglio ricordare che l’articolo 172 del decreto legislativo 267/2000 dispone che al bilancio di previsione 2012″ del Comune di Messina vanno allegate le risultanze dei rendiconti (bilancio di esercizio) o conti consolidati delle società d capotali costituite per l’esercizio di servizi pubblici relativi al penultimo esercizio antecedente quello cui il bilancio si riferisce. Certamente detto documento contabile dovrà, prima, essere sottopost all’esame del Consiglio Comunale. Occorre precisare che, per quanti riguarda il “riconoscimento di legittimità dei debiti fuori bilancio” l’articolo 194 del decreto legislativo 267/2000, in riferimento alle società di capitali costituite per l’esercizio di servizi pubblici locali, dispone che detto riconoscimento che interessa la perdita di esercizio evidenziata nell’ultimo bilancio di esercizio approvato avviene con delibera consiliare mediante la “ricapitalizzazione, nei limiti e nelle forme previste da codice civile o da norme speciali.” Ho l’impressione che anche Messina ambiente, come l’Atm sono state gestite come se fossero Società private, e non Aziende speciali o società con capitale totalmente pubblico.

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  2. Condivido e credo che il commissario debba avviare un procedimento di verifica contabile per verificare non solo il rispetto delle procedure di spesa ma anche dei fatti della gestione ( rispetto norme sulle assunzioni, sulle procedure di affidamento dei servizi etc) e denunziare alla Procura della Corte dei Conti tutti i fatti che possono configurare danno erariale o responsabilità amministrativa.

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  3. ma che lascino fallire tutto! è folle quello che legggo ogni giorno. sembra davvero che le società tirino fuori costi senza nessun giustificativo ufficiale. voglio credere non sia così. e poi il servizio è pessimo! sporco ovunque. ma per che cosa stiamo a pagare la tarsu??

    per degli stipendi? a me non importa! io voglio il servizio.

    sono davvero stanco di leggere continuamente di contenziosi, conti che non tornano, opinioni, procedure, tribunali etc.

    che falliscano tutti.

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  4. Abbiamo affidato l’ amministrazione della città a persone impreparate e prive dei necessari requisiti di moralità e correttezza per la gestione della cosa pubblica e oggi ne paghiamo le conseguenze. Il guaio è che continueremo ad affidare la città alle stesse persone, ahimè!
    E come sempre, i fallimenti li pagheremo noi: tanti soldi, tanti sperperi, tanti favori e pochi servizi!

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