Messina. Muore a 5 mesi in ospedale, ma i medici non c'entrano

Messina. Muore a 5 mesi in ospedale, ma i medici non c’entrano

Alessandra Serio

Messina. Muore a 5 mesi in ospedale, ma i medici non c’entrano

giovedì 20 Marzo 2025 - 18:41

La sentenza sulla morte della piccola Vittoria Tomasello al Policlinico nel 2017. I genitori non sono mai riusciti ad abbracciarla

Messina – Se ci sono responsabilità, sono altrove. I due medici inizialmente imputati non hanno avuto invece alcun ruolo nella morte della piccola Vittoria Melitta Aisha Tomasello, spirata a soli 5 mesi nel 2017 al Policlinico di Messina. Lo ha stabilito la Corte d’Appello di Messina (presidente Blatti) assolvendo il ginecologo Antonio Denaro e l’ostetrica Marzia Villanti, entrambi con formula piena, difesi degli avvocati Antoniele Imbesi e Carmen Zarcone. Anche l’Accusa aveva sollecitato la riforma del verdetto di condanna.

La sentenza

Ribaltata così la sentenza di primo grado risalente al febbraio 2024. Il Tribunale aveva condannato per omicidio colposo ad un anno e 3 mesi il ginecologo e ad un anno l’ostetrica, ritenendo che il taglio cesareo fosse stato eseguito troppo tardi per colpa di entrambi i sanitari e che, pertanto, la morte della piccola Vittoria Melitta Aisha Tomasello, nata il 15 giugno 2017, poteva essere evitata. Nel corso del processo di primo grado il Tribunale aveva trasmesso gli atti alla Procura chiedendo di valutare il ruolo di un terzo medico.

I legali: “Assoluzione che contribuisce alla verità”

” Il nostro compito era quello di contribuire alla verifica delle responsabilità. Questo abbiamo fatto, dimostrando che il dottor Denaro ha assunto la scelta terapeutica corretta ed ha eseguito il taglio cesareo in tempi rapidissimi e che l’ostetrica, Marzia Villanti, ha monitorato correttamente la paziente. La Procura Generale e la Corte di Appello hanno condiviso tale ricostruzione. Rispettiamo il dolore dei familiari e riteniamo che la assoluzione  dei due sanitari, oltre a restituire dignità agli stessi, militi anche a  favore dell’accertamento della verità: una condanna sbagliata, infatti,  avrebbe annacquato le reali responsabilità, che, se ci sono, risiedono altrove”, commentano gli avvocati Imbesi e Zarcone.

La denuncia dei genitori

A chiedere l’accertamento della magistratura erano stati i genitori Deborah Dolci e Dario Tomasello, assistiti dagli avvocati Anna Scarcella e Alberto Gullino. Sotto la lente era finita la procedura di taglio cesareo. Successivamente la bimba era stata sottoposta a trattamento ipotermico presso l’Utin con constatazione del decesso il 13 novembre 2017. “Morte avvenuta per arresto cardiorespiratorio insorto come complicanza di encefalopatia a sua volta insorta per sofferenza fetale occorsa in travaglio di parto”.

La Procura aveva inizialmente sospettato l’interruzione anticipata del monitoraggio cardiotocografico e il cesareo tardivo, che avrebbero provocato un danno cerebrale per la neonata, rimasta ricoverata in Utin cinque mesi fino al momento della morte.

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