Il manager pubblico si era dimesso il giorno prima dell'interrogatorio. Sull'onorevole Calderone ha detto: "Rapporto successivo alla nomina"
MESSINA – Prima svolta sul caso della presunta corruzione all’Asp. Il giudice per le indagini preliminari Ornella Pastore ha detto no alla richiesta della Procura di sospendere l’ex commissario straordinario Bernardino Alagna, dimessosi il giorno prima dell’interrogatorio di garanzia.
L’interrogatorio di Alagna
Rigettata quindi la richiesta di applicare la misura interdittiva al manager pubblico, indagato per presunti casi corruttivi in azienda, su pressione politica. Proprio il confronto col giudice, unito alle dimissioni, potrebbe aver convinto il GIP che la misura non fosse necessaria. Alagna, accompagnato dagli avvocati Flavia Buzzanca e Sandro Pruiti, ha parlato per un’ora e mezza, rispondendo a tutte le domande e chiarendo la sua posizione. Alagna ha difeso la bontà del suo operato, negando di aver subito pressioni politiche e di aver operato le nomine per contropartita alla sua nomina.
Il rapporto con l’onorevole Calderone
Nomina che, secondo la tesi dell’Accusa, sarebbe stata favorita dall’onorevole Tommaso Calderone, allo stato non indagato in questa tranche di inchiesta. L’indagine, che parte nel 2020 sulla scia degli accertamenti legati alla gestione della pandemia, si basa su intercettazioni telefoniche ed ambientali e dichiarazioni, come quelli presentati dall’ex direttore generale della stessa Asp, Paolo La Paglia. Al giudice, tra le altre cose, Alagna ha spiegato di aver conosciuto l’onorevole Calderone solo l’anno dopo la sua nomina.
Sospeso un medico
Il Giudice ha rigettato la stessa richiesta anche per tre degli altri quattro medici indagati. Alla fine del primo vaglio, l’unico medico per il quale è stata applicata la misura richiesta dalla Procura è il dottor Domenico Sammataro.