L'ennesimo appello lanciato alle istituzioni
“L’ennesima mareggiata ha messo in serio pericolo decine di famiglie a Galati Marina. Invase nuovamente le proprietà, allagate le case dove il mare continua a mietere danni e interrompe l’energia elettrica. Mentre l’attenzione delle istituzioni è polarizzata su altri temi, persone rischiano la vita nella paura di essere travolti dal mare, una calamità che si ripete e che sembra non trovare soluzioni malgrado i nostri appelli”.
“In questo momento storico è per noi imbarazzante doverci ripresentare all’opinione pubblica, ma è doveroso per l’incolumità dei cittadini di Galati Marina – dice la presidente del Comitato Salviamo Galati Marina, Giulia Ingegneri -. Rischiamo di morire anche di burocrazia. Galati ha vissuto nuovamente nel terrore, le nostre abitazioni sono state invase dal mare ed i danni sono sempre maggiori.
Lo scorso 20 dicembre il comitato aveva sollecitato al sindaco Cateno De Luca la messa in sicurezza. “Ci è stato risposto il 17 febbraio che si stavano attivando per una rifioritura e rafforzamento della barriera esistente. Che fine hanno fatto questi progetti? Qui ci sono delle grossissime responsabilità ed oggi non sappiamo più che fare. Restiamo in casa per proteggerci dal Coronavirus e rischiamo di morire per colpa del mare”.
“Abbiamo chiamato l’assessore Massimo Minutoli, che invierà delle ruspe per cercare di tamponare la situazione – aggiunge il vicepresidente Filippo D’Arrigo -. Le discese verso mare sono tutte nuovamente intasate, tra mare e pioggia Galati rischia seriamente di perdere tutte le abitazioni. Non possiamo ritrovarci sempre nella stessa situazione di rischio e pericolo. Ci siamo interfacciati con il commissario per l’emergenza, l’Amministrazione, il Consiglio comunale, l’Assemblea Regionale Siciliana, la prefetta, siamo stanchi e rivendichiamo il nostro diritto a vivere in sicurezza”.
Gli abitanti si sentono abbandonati dalle istituzioni – dice uno dei soci del comitato, Piero D’Angelo. Tra i miei vicini ci sono persone gravemente disabili ed allora ho provveduto ad allertare la Protezione Civile senza ricevere alcuna risposta. Considerato l’annoso problema, le istituzioni preposte perché non si attrezzano con dei sacchi di sabbia per formare una barriera provvisoria?”.