Entro la fine di luglio, nella fascia marina davanti a Capo Peloro, saranno posizionati manufatti anti pesca “a strascico”, mentre sul fondale strutture piramidali per ripopolamento di flora e fauna
La pesca abusiva a strascico ha impoverito i fondali della costa nord messinese. Ecco perché il progetto Master, Misure anti strascico – tutela e ripopolamento Capo Peloro, i cui lavori sono stati consegnati alla Sogemar Costruzioni Srl.
Entro la fine di luglio, nella fascia marina davanti a Capo Peloro, saranno costruiti e posizionati manufatti per contrastare la pesca abusiva “a strascico”, mentre sul fondale marino saranno collocate strutture piramidali per il ripopolamento delle specie di flora e fauna locale.
Stipulata una convenzione col Dipartimento di Scienze ChiBioFarAm dell’Università di Messina per il supporto scientifico nelle fasi di valutazione, progettazione, eventuale realizzazione delle opere e monitoraggio.
La prossima settimana sopralluogo con la Capitaneria di Porto per individuare il punto esatto in cui collocare le strutture.
“Istituirò il tavolo di studio col Dipartimento di Scienze – dice l’assessore Dafne Musolino – per concordare l’avvio delle fasi di studio e di monitoraggio del progetto, che costituirà un importante laboratorio sul campo di indagine della flora e della fauna locale, i cui risultati avranno risalto anche ai fini del riconoscimento della Bandiera Blu per Capo Peloro”.
Un progetto che era stato fortemente voluto dall’ex consigliere della VI circoscrizione, Giuseppe Sanò, scomparso proprio nelle acque di Capo Peloro il mese scorso. “Avrebbe sicuramente condiviso questo importante traguardo” – conclude la Musolino.