Il sindaco De Luca rassicura, saranno inviati entro trenta giorni e si avrà l'approvazione definitiva
La Corte dei Conti sezione Sicilia ha chiesto al Comune di Messina tutta la documentazione a supporto del piano di riequilibrio finanziario pluriennale.
“Entro trenta giorni – dice il sindaco Cateno De Luca – manderemo tutta la documentazione richiesta per ottenere questo ulteriore storico risultato per la nostra città: l’approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale atteso da circa dieci anni. La ricetta del nostro Comune per approvare i bilanci è stata quella di fare i grandi sacrifici non sui servizi, ma sui costi del palazzo. Oggi siamo la prima città in Italia in capacità di spesa per il Pon metro e i secondi per il Patto per il Sud. Abbiamo risanato anche i bilanci della Città metropolitana”.
“La città dello Stretto è tra i 32 Comuni siciliani (su 390), e unico capoluogo di provincia, ad aver il bilancio di previsione 2021-23, esitato il 2 febbraio. Oggi scadono i termini per l’approvazione dei documenti contabili. Ho ereditato – spiega De Luca – un Comune che a luglio 2018 aveva 550 milioni di debiti censiti nel piano di riequilibrio approvato dal Consiglio comunale il 23 novembre di quell’anno; in tre anni sono riuscito ad abbatterlo a 150 milioni di euro. Messina di solito approvava i bilanci di previsione a fine anno. Nei primi 12 mesi di amministrazione abbiamo tagliato costi correnti, razionalizzato la spesa, e contrastato l’evasione. Questa operazione ha comportato anche il licenziamento di dirigenti, passati da 23 a 9. Abbiamo ridotto i centri di costo – aggiunge – portando i dipartimenti da 20 a 8, con tagli di costi anche nelle partecipate. La strategia è stata denominata ‘Salva Messina’, e ha avuto l’ok da parte della commissione Autonomie locali del Ministero degli interni che ha approvato il piano di riequilibrio e oggi è arrivata la richiesta della Corte dei conti di alcuni documenti per l’approvazione definitiva. Abbiamo approvato per il terzo anno di seguito il bilancio di previsione, nei tempi previsti”.
“La responsabilità di quello che è accaduto in Sicilia – conclude De Luca – è anche della Regione Siciliana che negli ultimi 10 anni ha ridotto i trasferimenti ai Comuni e ha utilizzato come un bancomat il fondo delle autonomie locali. Oltre a questo ci sono delle risorse bloccate a livello nazionale”. (Ansa).