Messina, quel matricidio è un femminicidio annunciato

Messina, quel matricidio è un femminicidio annunciato

Alessandra Serio

Messina, quel matricidio è un femminicidio annunciato

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lunedì 20 Gennaio 2025 - 17:03

Giosuè aveva già aggredito i familiari e Caterina lo scorso anno aveva denunciato. 15 pagine di esposto, che non sono bastate a fermare il ragazzo

MESSINA – È l’ennesimo femminicidio annunciato quello di Caterina Pappalardo, la 62 enne uccisa dal figlio a Messina lo scorso 14 gennaio. Perché quella fatale forse non è la prima aggressione che la donna aveva subito da Giosuè Fogliani, oggi in carcere. Nel febbraio 2024, ad esempio, Caterina aveva presentato una querela di 15 pagine per mettere nero su bianco i problemi di suo figlio e i comportamenti violenti, dimostrati in almeno una occasione anche nei confronti della sorella. Un atto d’amore, anche quella denuncia, l’estremo tentativo di difendersi ma anche di trovare aiuto per lui.

avv. Caterina Peditto
avv. Caterina Peditto

“Caterina aveva provato in tutte le maniere a chiedere aiuto, più e più volte, soprattutto nell’ultimo anno”, conferma l’avvocata Caterina Peditto, legale e amica d’infanzia di Sara, sorella si Giosuè “Stiamo valutando di costituirci per capire che cosa era stato fatto in questi mesi, in seguito alle segnalazioni, ma soprattutto cosa non è stato fatto e perché”.

Sara è tornata a Messina dove ha partecipato al funerale della madre e si è affidata alla legale per gli aspetti legati all’inchiesta che il Pm Massimo Trifirò sta conducendo sul caso. Anche il magistrato e la Squadra Mobile di Messina indagano sul passato di Giosuè. I primi accertamenti hanno rivelato già alcune tracce documentali dei comportamenti del ventiseienne, in particolare l’accesso sanitario obbligatorio disposto nel 2023. Malgrado le denunce e le segnalazioni, però, Giosuè non era mai stato preso in carico da alcun servizio né era stato adottato nei suoi confronti alcun provvedimento delle autorità giudiziarie, almeno stando ai riscontri recenti.

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Dalla denuncia presentata a febbraio pochissimo si era mossa infatti. Caterina era stata riconvocata per integrare la denuncia con la ricostruzione dei precedenti episodi. La furia di Giosuè è arrivata prima.

Caterina aveva chiesto più volte aiuto ma era rimasta sola, quindi, ma non aveva pensato neppure un attimo ad abbandonare suo figlio, malgrado le avvisaglie di violenza precedenti. Ecco perché quella mattina quando lui l’ha chiamata lei si è precipitata nell’appartamento di via Cesare Battisti dove lui era rimasto a vivere da solo. E da dove ne è uscita senza vita.

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