Messina. Raccolta differenziata al 50% e l'umido non va più in giro per l’Italia

Messina. Raccolta differenziata al 50% e l’umido non va più in giro per l’Italia

Pippo Trimarchi

Messina. Raccolta differenziata al 50% e l’umido non va più in giro per l’Italia

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lunedì 16 Agosto 2021 - 13:27

Mentre cresce la percentuale di raccolta differenziata, ne diminuiscono i costi di gestione. L’umido non va più in giro per lo Stivale: da luglio viene conferito nei pressi di Catania

Il dato non ancora definitivo del mese di luglio attesta al 50% la raccolta differenziata di Messina. E’ un risultato che premia l’impegno di MessinaServizi ma può inorgoglire anche la maggioranza dei messinesi che seguono le regole e, speriamo presto, ne trarranno anche i conseguenti benefici economici. In ogni caso rimane la rilevanza del dato sul piano della tutela dell’ambiente che, come dimostra il cambiamento climatico in atto, è un’emergenza di assoluta priorità.

L’umido conferito in uno stabilimento nei pressi di Catania

C’è, poi, un’importante novità nella gestione dei rifiuti, foriera di un sostanzioso risparmio nei costi di gestione. E’, finalmente, finito il pellegrinaggio per lo Stivale dell’umido raccolto nella nostra città. Dalla terza settimana dello scorso mese di luglio, questa componente della raccolta differenziata viene conferita presso l’impianto di compostaggio di Milisinni in provincia di Catania di proprietà dalla REM S.r.l. L’azienda etnea ha assunto la gestione del servizio ad esito di una procedura di gara europea esperita un anno e mezzo fa da MessinaServizi.

Prima l’umido era trasportato lontano da Messina

Prima di questa decisiva svolta l’umido era trasportato in diverse località italiane, tutte distanti dalla nostra città: Mantova, Foligno, S.Agata Bolognese, Rende, Battipaglia. Come si può intuire, la possibilità di conferire nei pressi di Catania migliora di molto la situazione e consente un risparmio di circa il 70%-80% sul costo chilometrico di trasporto. Inoltre mentre prima MessinaServizi pagava per il conferimento dell’umido 230 Euro a tonnellata adesso ne paga 165 Euro. Questo è il prezzo ottenuto e cristallizzato ad esito della gara di un anno e mezzo fa: adesso il costo sarebbe superiore. Addirittura, poi, si potrebbe arrivare a pagare 110 Euro a tonnellata qualora si riuscisse a scendere sotto il 5% di frazione estranea all’umido. “Da questo punto di vista – dichiara Pippo Lombardo presidente di Messinaservizi – facciamo affidamento sulla capacità dei cittadini di differenziare i rifiuti ancora meglio di adesso.”

Vantaggi anche sulla logistica

La possibilità di trasportare l’umido a Catania determina importanti vantaggi anche sul piano della logisitica. Con il nuovo accordo è, infatti, possibile programmare anche due viaggi al giorno verso il sito di conferimento mentre prima il numero di trasferimenti settimanali era drasticamente inferiore. Si poneva, dunque, la necessità di stoccare l’umido nelle casse a tenuta stagna, in attesa della partenza verso la località di smaltimento. “Inoltre – spiega Pippo Lombardo – un conto è preparare e organizzare trasporti a diverse centinaia di chilometri di distanza un conto è farlo per viaggi che non superano i 130 chilometri di distanza.”

Sbloccare il finanziamento regionale per l’impianto di Mili

Siamo, perciò, in presenza di un passo avanti importante in direzione di una gestione dei rifiuti che gravi sempre meno sulle tasche dei cittadini. Obiettivo, questo, che non va affatto trascurato, soprattutto nell’attuale situazione di grave deficit nei bilanci delle famiglie

Adesso, per un ulteriore e decisivo miglioramento, è necessario che vada avanti la realizzazione del progettato impianto di Mili. La struttura è destinata proprio alla lavorazione dell’umido raccolto in città che tramite il processo di digestione anaerobica si trasformerebbe in compost. Per costruire l’impianto serve un finanziamento regionale integrativo finito nelle maglie del dissidio tra il sindaco De Luca e il governatore Musumeci. Senza cadere nella retorica, quando c’è di mezzo l’interesse di un’intera comunità i giochi politici dovrebbero fare un passo indietro. Speriamo che le settimane che ci attendono forniscano segnali positivi in questa direzione e che finalmente l’atteso finanziamento regionale si sblocchi.

9 commenti

  1. Ma questo è stato fatto presente quando il consiglio ha votato contro l’aumento della TARI oppure è una soluzione che non avrebbe comunque inciso sugli aumenti proposti all’aula?

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  2. C’è qualcosa che non mi quadra:
    Visto che siamo al 50% di differenziata (risultato di tutto rispetto).
    Ma l’altro 50% di rifiuti dove sono dato che non vi è più un cassonetto in giro?!
    Vedendo le condizioni delle strade ,svincoli e torrenti credo siano li!

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    1. Io mi permetto di dubitare del 50% o meglio vorrei ci venisse spiegato meglio su quale base è calcolato.
      Sul totale raccolto dai carrellati e quindi sul totale di chi differenzia perchè censito o sul totale del prodotto, ovvero su quanto come dice lei viene anche gettato in ogni dove.
      La differenza è sostanziale.

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    2. beh c’è pure la parte degli incivili e ingombranti non ritirati che fanno parte della soglia del 40% rimanente ma del 10% è indifferenziato

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  3. oh finalmente si incomincia a ragionare ora gli aumenti si possono pure sognare

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  4. La città è una discarica a cielo aperto, con condizioni igienico sanitarie da quarto mondo.
    Sbandierare il 50% di differenziata è un insulto all’intelligenza dei messinesi, costretti a convivere con orde di ratti. La stampa deve avere il coraggio di parlare del totale fallimento di una raccolta rifiuti che restituisce la Messina più sporca dal dopoguerra. Questo è un dato di fatto inconfutabile, che solo gli accoliti del sinnico possono non vedere.

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    1. Ma la percentuale di differenziata (50%, 30% o 40% poco importa) non incide minimamente e non ha nulla a che fare con la spazzatura abbandonata lungo le strade e nei dirupi dove NON vi è alcuna raccolta di e che dunque, permane lì visto che non c’è alcun servizio di raccolta. Diciamo che sono gli evasori totali a buttarla dove capita, visto che chi ha la raccolta porta a porta non ha alcun interesse a portarla appresso e lasciarla in ogni dove, ma ha la necessità di disfarsene.

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  5. abito nel 5° quartiere e la raccolta è ineccepibile, non vi è stato un giorno di interruzione durante le festività di Natale, Pasqua ed ora Ferragosto.
    Durante questi periodi, prima della differenziata vi erano cumuli infiniti accanto ai cassonetti stracolmi, colpa anche dei negozianti che preferivano riempire i cassonetti di cartoni vari, meno faticoso che sistemarli per farli prelevare dal comune.
    Certo la strada verso i colli (insieme ad altre) è tempestata di sacchetti…, ma in questo caso sono le “anime buone” , quei “cittadini” messinesi che ignorano come conferire i rifiuti …forse perché ignorano anche che bisogna pagare la TARI ma che probabilmente sono i primi a lamentarsi delle condizioni di vivibilità di alcune zone della città.
    Oltre che con le fototrappole ci vorrebbe un controllo veramente a tappeto incrociando i dati di tutte le utenze, così da evitare furberie…

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  6. Il percolato che fuoriesce dai compattatori però rimane a impuzzolire le strade della città e provincia.

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