Gli avvocati Taormina e Pagano commentano la condanna a 20 anni per Claudio Costantino e non rinunciano a far valere la legittima difesa
Messina – La condanna a 20 anni di reclusione non piace ai difensori di Claudio Costantino. Gli avvocati Filippo Pagano e Carlo Taormina annunciano quindi appello contro il verdetto emesso ieri sera dalla Corte d’Assise di Messina, che non ha accolto la richiesta dell’accusa di condannare all’ergastolo il killer di Giovanni Portogallo e Giuseppe Cannavò, ma ha comunque escluso la tesi della legittima difesa, invocata dai legali e dagli imputati. Ecco il commento dei difensori, dopo la lettura del dispositivo, in attesa di leggere le motivazioni che saranno pubblicate tra 90 giorni.
“Non esistono ragioni giuridiche, morali e di fatto che possano far condividere una condanna di un cittadino ad una qualsiasi pena per essere stato aggredito nella propria abitazione da due persone armate. E’ pertanto impossibile, non solo dai tecnici ma da qualunque persona di buon senso, accogliere con favore la sentenza pronunziata dalla Corte d’Assise di Messina, peraltro magistralmente presieduta dal presidente dottor Massimiliano Micali che ha governato il contraddittorio tra difese ed eccellenti quanto equilibrati magistrati del pubblico ministero”.
“Quanto la sentenza abbia espresso un giudizio fallace sulla vicenda è comprovato, nell’ottica di chi, erroneamente, non ritenga che Costantino abbia agito in incontestabile stato di legittima difesa, è dimostrato dal mancato riconoscimento dell’attenuante della provocazione: se non è provocazione fare quattro agguati ai danni di Costantino e attaccarlo immotivatamente nella propria abitazione, tanto vale cancellare dal Codice questa importante attenuante che La Corte messinese tanto più avrebbe dovuto riconoscere, considerando che con oculata diagnosi ha escluso per Costantino le aggravanti della premeditazione e dei motivi futili, assenza di aggravanti, questa, che obbligava difilato al riconoscere non solo le attenuanti generiche ma appunto la attenuante della provocazione”.
E infine: “Nell’esprimere rispetto per la sentenza pronunciata dalla Corte messinese, i successivi gradi di giurisdizione potranno correggere le valutazioni espresse in questo grado di giudizio dalla sentenza della Corte d’assise di Messina secondo la logica dei controlli giurisdizionali che costituiscono la più alta garanzia di correttezza del nostro sistema giudiziario. Un ringraziamento fortissimo a tutti i nostri consulenti che hanno messo a disposizione del processo altissime ed appassionate competenze. Un invito alle persone offese ad una riflessione equilibrata e meno ingenerosa nei confronti di giudici e pubblici ministeri che hanno avuto rispetto e sensibilità adeguati”.