Tempostretto ha dato voce a due testimoni: uno sguardo concreto sulla crisi economica attraverso le loro esperienze
MESSINA – Una città in crisi. Una provincia non meno in sofferenza. Lo abbiamo scritto tante volte ma i racconti di una donna e di un uomo, su questa testata, hanno squarciato il velo dell’ipocrisia con una forza superiore a qualsiasi statistica. Due storie che lasciano il segno. Tempostretto ha dato voce a questi due testimoni. Da qui uno sguardo concreto sulla crisi economica attraverso le loro esperienze.
“Lavoro in nero 365 giorni e ho chiesto invano un contratto”, ha raccontato una migrante inserita da anni nella nostra città. “Da luglio sono stato privato del reddito di cittadinanza. Le uniche occasioni,per sfuggire alla miseria, consistono in lavoretti in nero. Sono ancora in attesa che parta un corso di formazione: 350 euro al mese. E ho iniziato a non dormire più”, ha spiegato, a sua volta, un trentacinquenne messinese.
Dal reddito di cittadinanza al lavoro nero in ascesa in una Messina in crisi economica
Che fare, allora? Soccombere o reagire? Le testimonianze servono a mettere a fuoco i problemi. Senza il contributo del reddito di cittadinanza, in assenza di un’economia sana, il lavoro nero è destinato a crescere. Ma qual è la strada per invertire la rotta? Qual è il modello di sviluppo per il territorio messinese? Su questo bisogna lavorare e subito.
A essere chiamati in causa sono tutti i soggetti che devono cooperare: governo nazionale e regionale, Comune, Università, Confesercenti, Confcommercio, ordini professionali, sindacati, terzo settore. La campana è suonata già da tempo. E l’occupazione e lo sviluppo, in un’economia asfittica, sono priorità impossibili da negare. Serve un progetto – economico, sociale e culturale – all’altezza dei problemi che affliggono questa terra, quest’isola, questo sud.
Storie d’ordinario sfruttamento
Di certo, le due vicende messe in rilievo da Tempostretto non rappresentano un caso isolato. Per raccontare la propria storia – tra problemi lavorativi, ingiustizie e ricerca d’occupazione nel territorio messinese – si può inviare una mail a info@tempostretto.it, oppure optare per la segnalazione WhatsApp al 266.8726275.
Senza reddito di cittadinanza, non c’è chi riceve soldi senza fare nulla.
Il reddito di cittadinanza, buon sostegno, ma sarebbe stato più utile, se avessero previsto lavori utili per il Comune. Così da impegnare i percettori.
E poi, manca il lavoro proprio, neanche in nero se ne trova.
E questo è per manchevolezza delle amministrazioni.
Ieri il pos del mio elettrauto, da ieri ex elettrauto, non funzionava. Ho pagato 210 euro: ha lucrato sul ricambio per 100 euro di differenza (verificato dal rivenditore), il suo lavoro , anzi quello del garzone pagato in nero: non più di 20 minuti. Il poveruomo ha guadagnato in meno Di mezz’ora 150 euro, esentasse. Un giorno Il poveruomo si lamenterà di aspettare 7 ore al pronto soccorso quando starà male (spero presto). Chi sfrutta il lavoro nero è sempre anche un evasore. Sono sotto gli occhi di tutti, non si parla dello scontrino “dimenticato” ma di un sistematico metodo di evasione fiscale. le forze dell’ordine sono completamente inerti forse non volutamente visto che le tasse sono diventate il pizzo di stato; noi spesso conniventi e sottoposti , anche da blasonati professionisti, al “con fattura 120, senza 100” , siamo guardati con diffidenza se non ci pieghiamo al ricatto….noi risparmieremmo 20 euro e loro , in cambio evadono totalmente le tasse. Quel risparmiucolo che facciamo sono servizi in meno che tornano ai cittadini, ma siccome ci sono tante famiglie per le quali il problema è l’immediato, quei 20 euro si trasformano in risparmio necessario per arrivare a fine mese.