Amam si oppone alla class action e la Corte d'Appello sospende gli indennizzi ai cittadini rimasti senz'acqua
MESSINA – Slittano i risarcimenti per i cittadini messinesi rimasti a secco durante la crisi idrica nel 2015 che hanno vinto la class action contro Amam, patrocinata dall’Unione Nazionale Consumatori. Dopo la sentenza che dava loro ragione, era prevista stamane l’udienza in Corte d’Appello di Palermo, richiesta dalla municipalizzata messinese. La decisione è stata rinviata al prossimo 16 giugno, data decisa dai giudici per un approfondimento. Intanto, però, la Corte ha sospeso il pagamento degli indennizzi, quantificati in 600 euro a famiglia, previste per fine maggio.
“I consumatori debbono avere ancora un poco di pazienza per ottenere il risarcimento richiesto. La Corte di Appello ha deciso di sospendere il pagamento, che sarebbe stato esecutivo comunque dal 24 Maggio 2023, sino alla decisione dell’appello, che comunque arriverà a breve”, spiega l’avvocato Mario Intilisano dell’Unione, che segue la vicenda insieme al Codacons.
La class action
La sentenza che accoglie la class action è del 22 novembre scorso: il Tribunale di Palermo riconosce la violazione della Carta dei Servizi da parte dell’Amam, che non ha garantito il sistema di interscambio delle fonti, riafferma il principio di rango sovranazionale del diritto all’acqua come bene primario e necessario e riconosce i danni patrimoniali e non non patrimoniali per le sofferenze subite dagli utenti, liquidando il danno in 50 euro al giorno per i primi due giorni e cento euro al giorno per i successivi.