La Procura chiede di aggravare l'accusa contestata all'istruttore di ginnastica messinese arrestato per le chat erotiche con l'allieva adolescente
Slitta di qualche giorno il processo all’istruttore di ginnastica messinese imputato per i messaggi erotici scambiati con un’allieva minorenne. Alla prima udienza la Procura ha chiesto che le accuse a suo carico fossero aggravate, cambiando la contestazione in violenza sessuale.
L’avvocato Nino Cacia, suo difensore, si è opposto alla richiesta facendo leva su una recente sentenza della Corte di Cassazione – del 13 febbraio 2020 a Seziono Unite, che preclude al Pubblico Ministero la possibilità di modificare il capo di imputazione una volta che il giudice per l’udienza preliminare ha ammesso l’imputato al rito abbreviato. Il GUP Tiziana Leanza si è quindi riservata la decisione sul punto, che scioglierà alla prossima udienza.
L’uomo, accusato di atti sessuali con minore, è stato arrestato dalla Squadra Mobile dopo la denuncia dei genitori di una quindicenne che allenava in una palestra di centro città. Durante il lockdown l’atteggiamento nervoso della figlia ha spinto la coppia ad indagare, controllando il cellulare. Causa del nervosismo della ragazza era in realtà un controllo troppo “duro” dell’allenatore nei confronti dell’allieva, che spingeva con insistenza a continuare ad allenarsi.
Scorrendo nelle chat, però, i genitori hanno trovato anche una foto esplicita dell’uomo, tutt’altro che relativa all’attività sportiva, e altri messaggi a sfondo erotico. Inizialmente denunciato in attesa delle indagini, per l’uomo sono poi scattati i domiciliari perché è tornato a contattare la ragazza, se pur in una conversazione senza contenuti di natura sessuale.
Lo scorso ottobre la Corte di Cassazione ha fatto cadere l’accusa di pedopornografia, annullando l’ordinazna del Tribunale del Riesame che avava confermato l’arresto anche per quella contestazione.