Si appellano al Prefetto e resteranno incatenati fino a quando non verranno ricevuti. Sono pronti anche allo sciopero della fame e della sete
Alla fine sono passati alle maniere forti. Hanno deciso di incatenarsi ai cancelli di Palazzo Zanca. Sono decisi a rimanere in presidio 24 ore su 24, a dare il via ad uno sciopero della fame e della sete. Sono gli ex lavoratori di Casa Serena, una ventina di ex operatori dei servizi sociali comunali rimasti in questi mesi nel limbo di una situazione che per loro non ha trovato via d’uscita.
Avevano già occupato la sala del consiglio comunale nei giorni prima di Pasqua. Avevano ricevuto rassicurazioni e impegni, ci sono state delle riunioni tra amministrazione comunale e sindacati, avevano chiesto unità alle organizzazioni sindacali per portare sul tavolo una proposta condivisa. Ma alla fine non si è arrivati a nulla.
Nelle scorse settimane si era prospettata l’ipotesi di una short list all’interno della long list aperta a tutti, che potesse dare maggiori garanzie.
Hanno provato in tutti i modi a chiedere solo in una soluzione che non cancellare i trent’anni di lavoro che hanno sulle spalle.
Una vita a Casa Serena
Hanno lavorato per una vita a Casa Serena, poi nel 2014 l’ex amministrazione Accorinti tagliò il personale per non chiudere la struttura di Montepiselli che doveva essere oggetto dei lavori di ristrutturazione. Erano stati dichiarati in esubero e poi assorbiti nei progetti della 328. Così hanno lavorato ininterrottamente fino a febbraio 2018. Poi l’ex amministrazione Accorinti aveva fatto i nuovi progetti sempre finanziati dai fondi 328. In quegli ultimi mesi di amministrazione però non partirono. Si doveva iniziare a settembre ma l’amministrazione De Luca decise di rimodulare quei progetti. E loro sono rimasti fuori da tutto. Soprattutto dalla Messina Social City.
Adesso sono stanchi. Dopo aver passato giornate intere al Comune hanno deciso di incatenarsi ai cancelli. Chiedono l’attenzione del Prefetto e sono pronti a chiedere le dimissioni dell’assessore Alessandra Calafiore.
Francesca Stornante