Ventisette pesanti condanne per i clan De Luca, Lo Duca e Sparacio che si spartiscono la zona centro sud della città
Sono condanne per tutti e 27 gli imputati, per la nuova mafia di Messina, alla sbarra al processo scaturito dall’operazione Provinciale. E sono condanne pesanti, vere e proprie stangate quelle decise dal giudice, in qualche caso più severe di quelle chieste dall’Accusa e rigorose se si tiene conto che si tratta di un processo concluso col rito abbreviato, scelto dagli imputati per ottenere uno “sconto di pena” concesso in questi casi.
Tutte le condanne dell’operazione Provinciale
Ecco il verdetto emesso oggi pomeriggio dal Giudice per l’udienza preliminare Claudia Misale: 20 anni per i boss Salvatore Sparacio, Giovanni De Luca, Giovanni Lo Duca, Vincenzo Gangemi; 16 anni ad Emmanuele Balsamo e Ugo Ciampi; 15 anni per Francesco Puleo e Domenico Romano; 13 anni per Giovanni Tortorella; 12 anni per Tyron De Francesco e Giuseppe Marra; 11 anni per Mario Alibrandi, Antonio Scavuzzo e Giuseppe Surace; 10 anni e 8 mesi ad Anna Lo Duca; 9 anni a Kevin Schepis; 8 anni per Emanuele Laganà, Domenico Mazzitello, Mario Orlando, Ernesto Paone, Maria Puleo; 4 anni a Francesco Sollima; 2 anni e 2 mesi per Antonino Soffli, Letterio Cuscinà e Carlo Cafarella, 2 anni e 4 mesi per Antonina Cariolo; 8 mesi per Graziella La Maestra e Rossella De Luca (pena sospesa).
Risarcimenti ad AddioPizzo, la sigla antiracket di Olga Cancellieri
Le condanne sono “in continuazione”, quindi le pene complessive, sommate alle precedenti condanne. Il Giudice ha deciso anche qualche assoluzione parziale, la libertà vigilata per 3 anni a quelli condannati perché “capi” dei gruppi criminali ed ha disposto il risarcimento ad Addiopizzo. Alla sigla antiracket, costituitasi parte civile con la compianta avvocata Olga Cancellieri, vanno 10 mila euro più le spese di giudizio.
La retata
Il blitz con gli arresti di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza scattò ad aprile scorso, e confermò che la pax mafiosa tra i clan della zona centro sud cittadina è ancora vigente. Documentato anche l’attivismo dei gruppi criminali in periodo elettorale, in favore di questo o quell’altro candidato andato a bussare alle porte dei boss ormai consolidati di centro città.
Il boss col reddito di cittadinanza e quello latitante
Alla sbarra oggi ci sono, tra gli altri, Salvatore Sparacio considerato il riferimento della zona alle porte di Provinciale, della famiglia dell’omonimo boss storico Luigi, e il boss De Luca, catturato dalla Polizia il 5 novembre 2019 dopo mesi di latitanza.
Impegnati nelle difese gli avvocati Cinzia Panebianco, Salvatore Silvestro, Antonello Scordo, Giuseppe Bonavita, Domenico Andrè, Nino Cacia, Tancredi Traclò, Tommaso Autru.
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