Messina, truffe superbonus: è il giorno del faccia a faccia

Messina, truffe superbonus: è il giorno del faccia a faccia

Alessandra Serio

Messina, truffe superbonus: è il giorno del faccia a faccia

martedì 14 Maggio 2024 - 13:33

Barbera chiede di parlare e scagiona i familiari. Ma sui fondi esteri nega e spiega...

Messina – E’ durato poco più di un’ora il confronto tra il giudice, il pubblico ministero e il medico Antonino Barbera, arrestato con l’accusa di truffe nell’ambito dei bonus edilizi, in particolare con i gondi destinati al superbonus 110%. Un interrogatorio chiesto dallo stesso Barbera, che ha voluto mettere a verbale la sua versione dei fatti.

Barbera scagiona i familiari

Accompagnato dal difensore, l’avvocato Carlo Merlo, il medico ha chiarito in particolare due passaggi: ha scagionato i suoi familiari, chiamandoli fuori da tutti i ruoli nelle vicende e anche da quelli operativi nelle società di cui fanno parte. Tutti erano stati coinvolti nell’operazione scattata lo scorso 26 marzo che ha portato in carcere lui e ai domiciliari il figlio, la nuora, la sorella e il cugino.

L’attività del medico-consulente

Barbera si è difeso, spiegando che per quanto riguarda i crediti monetizzati, ovvero quelli per i quali erano stati portati all’incasso i crediti riconosciuti ai suoi “assistiti”, erano stati monetizzati appunto a fronte di lavori effettivamente eseguiti. Il resto dei crediti, comunque riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate, non risultano legati, ha spiegato la Procura di Messina, a lavori effettivamente realizzati.

I sequestri e il primo interrogatorio

Per questo il giorno dell’arresto è scattato il sequestro fino a 37 milioni di euro, finalizzato a congelare i crediti riconosciuti dall’Agenzia delle Entrate, rinvenuti nei cassetti fiscali delle tante presunte vittime di Barbera. Sotto chiave sono finiti anche i beni personali del medico e della famiglia, comprese auto di lusso. Barbera aveva scelto di non rispondere all’interrogatorio di garanzia scattato all’indomani dell’arresto. Ora la sua linea sembra cambiata.

Soldi spariti?

Al confronto ha preso parte il sostituto procuratore Giuseppe Adornato, titolare dell’inchiesta insieme alla procuratrice vicario Rosa Raffa. L’ufficio del pubblico ministero, guidato dal procuratore capo Antonio D’Amato, ha messo sotto la lente anche i passaggi societari che hanno consentito a Barbera di monetizzare sulle società di propria disponibilità i crediti riconosciuti per le pratiche di accesso al superbonus inoltrate. L’inchiesta mira a verificare che strada abbiano preso i quasi 2 milioni di euro già monetizzati, ma Barbera oggi ha negato di aver incanalato conti esteri. La Procura intanto ha concluso questa prima fase degli accertamenti, notificando l’avviso di conclusione delle indagini preliminari effettuati dalla Guardia di Finanza a tutti gli indagati iniziali. Nell’elenco non compaiono nuovi e ulteriori nomi coinvolti.

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Premi qui per commentare
o leggere i commenti
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007