La sentenza al processo sulla Immobiliare Cappellani, società che era proprietaria dell'omonima casa di cura. Il sospetto era il riciclaggio di capitali esteri
Si chiude con una condanna, due assoluzioni e una prescrizione il processo scaturito dal sequestro della Immobiliare Cappellani, la società del gruppo Cuzzocrea che nei decenni scorsi ha gestito la omonima clinica di Messina, poi passata di mano.
La I sezione del Tribunale di Messina ha condannato a 2 anni e mezzo Dino Cuzzocrea, assolto nel merito lo psichiatra Antonio Di Prima ed Aldo Cuzzocrea, infine dichiarato la prescrizione per il commercialista Dario Zaccone.
L’Accusa aveva chiesto condanne per tutti, dai 3 ai 5 anni, e la prescrizione per Di Prima per i reati, contestati a vario titolo, di trasferimento fraudolento di valori e riciclaggio. Ma la Corte sembra aver accolto le ragioni dei difensori, gli avvocati Alfonso Polto, Bonaventura Candido, Alberto Gullino e Nino Favazzo.
Inizialmente la Procura di Messina aveva messo i sigilli all’immobile che ospita la clinica, poi dissequestrato. L’ipotesi della magistratura era che la Immobiliare Cappellani sia servita per il rientro di capitali all’estero, in parte scudati dopo essere fatti uscire dal paese. Al centro dei passaggi, la fiduciaria lussemburghese Aughi. Anche sull’origine del capitale esportato la Procura di Messina ha mosso parecchi dubbi.