Processo in autunno per omicidio volontario all'uomo che contagiò Aids alla ex compagna a Messina, poi deceduta. Nascose anche ad altre donne di essere sieropositivo
Sarà processato a partire dal prossimo 2 ottobre il cinquantaseienne messinese arrestato a dicembre scorso per aver provocato la morte di una professionista messinese, sua ex compagna, alla quale aveva nascosto di essere sieropositivo.
L’uomo aveva taciuto la sua malattia anche ad altre donne, ha scoperto la Procura di Messina, che ha chiesto ed ottenuto per lui il rinvio a giudizio. Il giudice Monica Marino, che oggi pomeriggio ha chiuso il vaglio preliminare, ha ritenuto che il caso è meritevole di essere approfondito nel corso del processo di primo grado, ed ha prescritto le sole accuse di maltrattamenti nei confronti della ex compagna, nel frattempo prescritti.
Nel processo saranno parti civili la sorella dell’avvocata deceduta, che si è costituita parte civile con l’avvocato Bonaventura Candido, e i genitori assistiti dall’avvocata Elena Montalbano.
L’uomo, che rimane ai domiciliari, è invece difeso dall’avvocato Carlo Autru Ryolo, che anche oggi ha sostenuto la non colpevolezza del suo assistito per la più grave accusa di omicidio che gli viene contestata, rivendicando che al più la condotta può essere cristallizzata nell’accusa di lesioni gravi.
La morte della giovane professionista messinese, infatti, è arrivata dopo molti anni dalla fine della relazione con il 56enne, allo stremo di un calvario di malattia e sofferenza, in ospedale, senza che nessuno le diagnosticasse la sua vera malattia, ovvero l’Aids, se non quando per lei era già troppo tardi. Per questo sotto indagine ci sono anche tre medici, il cui ruolo è ancora al vaglio della Procura.
Sarà ora la Corte d’Assise ad occuparsi della vicenda, a partire dal prossimo autunno. L’untore rischia l’ergastolo.