Protagonisti Massimo Ghini e Paolo Ruffini
Ancora un appuntamento di grande richiamo per la stagione di Prosa al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, una tripla data per il nuovissimo spettacolo con Massimo Ghini e Paolo Ruffini, regia e adattamento di Alberto Ferrari: si tratta di “Quasi amici”, tratto dall’omonimo film, in programma venerdì 24, sabato 25 marzo alle 21 e domenica 26 febbraio alle 17:30. La versione teatrale del film francese del 2011 che ha conquistato le platee di tutto il mondo, tratto da una storia vera, è presentato per la prima volta sul palcoscenico, in Italia. Il nuovissimo spettacolo, una produzione Enfiteatro che ha debuttato solo qualche settimana fa, ha ottenuto ovunque un grande successo; gli interpreti in scena con Ghini e Ruffini sono Claudia Campolongo, Francesca Giovannetti, Leonardo Ghini, Giammarco Trulli, Alessandra Barbonetti, Diego Sebastian Misasi; le scene sono di Roberto Crea, i costumi di Stefano Giovani, il disegno luci di Pietro Sperduti, le musiche di Roberto Binetti, i video di Robin Studio.
I due protagonisti
Lo spettacolo, così come il film, appassiona per la potenza della vicenda narrata e la complessità dei due protagonisti: l’incontro casuale tra due persone con un senso della vita completamente diverso che giungono però a stringere una vera, solida amicizia, attraverso un reciproco percorso di crescita.
Provenienti da due mondi lontani, praticamente agli antipodi, i due capiranno di essere l’uno indispensabile alla vita dell’altro e sapranno costruire un legame fondamentale, necessario per curare le ferite che ciascuno porta dentro di sé. Ma tutto questo potrà avvenire solo quando entrambi ritroveranno la consapevolezza di poter finalmente ridere di sé e dell’altro, in totale libertà.
Il filone cinematrografico
Lo spettacolo “Quasi amici” appartiene al filone “cinematografico” della stagione di Prosa, in cui dominano la leggerezza e l’ironia, l’aspirazione a sorridere con intelligenza, per dire che i linguaggi dello spettacolo possono avere codici comuni che si nutrono reciprocamente, passando da un genere all’altro, trasmettendo nuova linfa e inaspettate suggestioni agli spettatori.
Nella versione teatrale di “Quasi Amici” i due protagonisti, Massimo Ghini e Paolo Ruffini, si calano alla perfezione, con il loro personalissimo modo di interpretare i personaggi che animano la vicenda, nei ruoli che furono di François Cluzet e Omar Sy, due uomini molto diversi per carattere ed estrazione sociale, ma che troveranno insieme il modo di aiutarsi e riuscire a cambiare le proprie vite. Nel 2011 in Francia il film, diretto da Olivier Nakache ed Eric Toledano, sbancò il botteghino con quasi venti milioni di spettatori, vinse un César e fu un successo internazionale, tanto che nel 2017 uscì il remake in lingua inglese “The Upside”. Philippe, interpretato da Massimo Ghini, è un uomo molto ricco, intelligente, affascinante, che vive di cultura e che soddisfa il suo narcisismo con le sue attività intellettuali; il destino ha voluto, per contrappasso, relegarlo a solo cervello, dopo averlo fatto precipitare con il parapendio rendendolo tetraplegico, completamente prigioniero del suo corpo. Driss, l’uomo che arriva per assisterlo, è interpretato da Paolo Ruffini ed è l’esatto contrario: un uomo che entra ed esce di galera, sin da ragazzino, svelto, con una intelligenza vivace e una cultura fatta sulla strada, ma che preferisce porre il suo corpo avanti a tutto, per lasciare il cervello quieto nelle retrovie. Questi due uomini si incontrano per caso, ma diventeranno indissolubili l’uno per l’altro, l’uno indispensabile alla vita dell’altro, in grado di lenire le ferite fatali che ognuno porta dentro di sé.
Se uno usa il corpo e uno la mente, occorre dunque una ridistribuzione dei talenti. Nello spettacolo i due ruoli sono dunque equiparati, mentre nel film erano sbilanciati a favore di Driss, il giovane badante che arriva per aiutare Philippe in sedia a rotelle; questo per poter scavare di più nel loro rapporto e portare alla luce quella leggerezza calviniana in grado di farci emozionare e ridere fino alle lacrime, per arrivare in profondità, grazie alle loro riflessioni, alle loro vite così diverse e alle differenze dei mondi da cui provengono. Ma si ride anche molto, in questo spettacolo, perché la ricerca della leggerezza passa per la comicità. E ridere sarà il veicolo segreto per arrivare a comprendere i meccanismi che regolano la vita e i destini di questa strana coppia: ridere di sé e dell’altro per conoscere meglio chi ci sta davanti. Così accade che “la loro amicizia diventi una centratura, per vivere ed essere uomini un po’ più consapevoli della meraviglia e poter ridere, finalmente, a crepapelle” (Alberto Ferrari, note di regia).
Teatro Vittorio Emanuele:
Venerdì 24 marzo 2023, ore 21
Sabato 25 marzo 2023, ore 21
Domenica 26 marzo 2023, ore 17:30