Messinaccomuna: "Aumento Tari non è obbligo di legge ma colpa di De Luca"

Messinaccomuna: “Aumento Tari non è obbligo di legge ma colpa di De Luca”

Redazione

Messinaccomuna: “Aumento Tari non è obbligo di legge ma colpa di De Luca”

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giovedì 15 Luglio 2021 - 13:15

Così, in una nota, MessinAccomuna, movimento vicino all'ex sindaco Accorinti

“È politicamente e amministrativamente disonesto imputare l’incremento della Tari proposto dal sindaco De Luca a obblighi di legge”. Così, in una nota, MessinAccomuna, movimento vicino all’ex sindaco Accorinti.

“Una Tari che cresce di 10 milioni in tre anni è colpa tutta e solo dell’amministrazione e della gestione aziendale. Ecco almeno due ragioni:

  • alcuni “giochetti tariffari” passati, che diventano oggi nuove tasse per i messinesi;
  • il tentativo di “gonfiare” l’azienda sulle spalle dei cittadini. La bocciatura della delibera è un atto di responsabilità che tutela i cittadini e certifica la ‘Caporetto’ del sindaco e del management di MessinaServizi sul fronte rifiuti”.

Il giochetto del “non riscosso”:

De Luca dice che la Tari deve aumentare perché è obbligato a recuperare le mancate riscossioni. Ma non dice che la colpa dell’aumento delle mancate riscossioni è sua e della sua incapacità amministrativa e politica. Prima di De Luca, date le molte famiglie in difficoltà economica, il piano tariffario prevedeva sgravi per questi soggetti. De Luca cancella questo fondo (un milione l’anno), dicendo che compenserà gli incapienti col “baratto amministrativo”. Però, in tre anni, non riesce a fare un regolamento (le proposte avanzate erano nulle, illegittime, fondate su leggi abrogate, come detto da MessinAccomuna). Risultato? Circa 1.900 famiglie povere non possono pagare la Tari, ma non c’è più un fondo che compensi e le mancate riscossioni aprono buchi.

Oggi De Luca ci racconta che deve aumentare la Tari per compensare il “non riscosso”, ma non spiega che a causare questo buco è stato lui, che ha usato questi soldi per l’azienda (aumento dei dipendenti, da 505 a 588; esternalizzazione di attività). Anziché restituirli ai cittadini, adesso glieli chiede due volte.

Il personale

CMdb ha evidenziato che il piano di De Luca trasformerebbe MessinaServizi in un mostruoso stipendificio. Già oggi l’azienda ha un rapporto dipendenti/cittadini tra i più alti d’Italia: nel 2020 c’erano 588 dipendenti per 230.000 abitanti: 2,6 addetti per 1.000 abitanti. Il Sindaco ne vorrebbe assumere altri 129, arrivando a 717 (3,1 x 1.000 abitanti). È davvero una necessità? A Verona i dipendenti sono 1,8 x 1.000. Per stare al sud, e in riva al mare, a Bari sono 2,2 x 1.000, a Napoli 2,5. Questi Comuni nell’ultimo dato ISPRA facevano raccolta differenziata rispettivamente al 52,9%, 43,2%, 36,2%; livelli ben più alti della Messina di De Luca (18,9%), ottenuti senza esternalizzazioni.

In tutta Italia un “peso” di personale inferiore garantisce risultati migliori che a Messina. Se De Luca e il presidente di MessinaServizi pensano davvero di dover aumentare dipendenti e Tari per dare un servizio ancora non decente, vuol dire che sono incapaci. Oppure hanno scambiato MessinaServizi per uno stipendificio elettorale e credono che i messinesi siano “mmuccalapuni” che si fanno spennare senza saper controllare. Per questo l’aumento della Tari non dipende dai rigori della legge, ma dalla pessima politica dei rifiuti di De Luca”.

2 commenti

  1. Spiagge sporche per mancanza di cestini. Cacca ovunque per mancanza di cestini. Marciapiedi e strade distrutte. Scerbature inutili sui marciapiedi poiché ogni mese ricresce tutto a causa delle mattonelle spaccate e delle radici troppo profonde. Non si vedono mai gli spazzini. Costo dei biglietti atm esagerati per un servizio pessimo e con i tram talmente distrutti… È vero che molti messinesi contribuiscono con l’inciviltà ma è anche vero che questa amministrazione è l’ennesima delusione.

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  2. Quello detto oggi nel vostro articolo da Messinaccomuna lo avevo evidenziato io in un mio commento precedente utilizzando lo stesse parole compreso muccalapuni ma purtroppo il magico pifferaio e il suo seguito non riescono a farsene una ragione del fallimento totale e di una incompetenza che rasenta ormai la pura follia tre anni di proclami e di chiacchiere e tabbaccheri i lignu come diceva sempre la nonna figurarsi alla regione mancu li cani buona giornata

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