Si allarga il fronte anti liquidazione, chiesti chiarimenti e spiegazioni alla decisione adottata dal primo cittadino

Si allarga il fronte anti liquidazione, chiesti chiarimenti e spiegazioni alla decisione adottata dal primo cittadino

Si allarga il fronte anti liquidazione, chiesti chiarimenti e spiegazioni alla decisione adottata dal primo cittadino

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lunedì 06 Febbraio 2012 - 00:25

Pergolizzi (Fli): «Serve una parola di chiarezza sul futuro della società», Carreri (RM): «Decisione unilaterale, coinvolgere il consiglio». Grioli (Pd): «Buzzanca passerà alla storia come il liquidatore della città di Messina». Intervento anche della Cisl

La liquidazione di Messinambiente continua, come prevedibile, a generare polemiche e reazioni. La notizia, pubblicata venerdì sera (vedi correlato), ha mandato in “subbuglio” organizzazioni sindacali e rappresentanti istituzionali che non condividono la linea stabilita dal primo cittadino, il quale ha però già affidato l’incarico di liquidatore all’amministratore unico della società Armando Di Maria. Ciò, innanzitutto per cercare di mantenere servizi e livelli occupazionali. Una strada che però sembra convincere ben pochi.

Tra i più dubbiosi, il coordinatore cittadino di Futuro e libertà, Nello Pergolizzi, che coglie l’occasione per evidenziare il fallimento di Buzzanca anche in qualità di assessore con delega alle partecipate: «Il sindaco, l’intera Giunta Comunale e i partiti che fanno parte della coalizione di governo della nostra città, rimanendo sordi alle sollecitazioni di alcune componenti politiche e delle organizzazioni sindacali, non si sono mai assunti la responsabilità di sostenere il ripiano del deficit e il rilancio della società. Pertanto, negli ultimi anni sono venute al pettine le difficoltà finanziarie che hanno portato all’attuale situazione, rispetto alle quali l’attenzione e l’impegno dello scrivente non sono mai venuti meno».

Pergolizzi, che sottolinea come l’organo consiliare sia l’unico chiamato a deliberare sul futuro delle società partecipate, non manca di porre l’accento sulle “auto smentite” dello stesso primo cittadino: «Buzzanca ha ufficializzato la propria determinazione di porre in liquidazione la Società, approvando i bilanci relativi agli anni 2009 e 2010. Ciò significa, tralasciando ogni valutazione sulla legittimità degli atti posti in essere dal socio comune di Messina, che il maggior credito1(circa 25 milioni) iscritto nei bilanci della società Messinambiente e non contabilizzato nei bilanci della società Ato3 dovrà essere ripianato dal Comune di Messina con il conseguente inserimento delle somme dovute a Messinambiente nel bilancio Comunale relativo all’anno 2012, il tutto con conseguenze nefaste ed irreparabili per gli equilibri di bilancio. A questo punto – conclude il coordinatore di Fli – serve una parola di chiarezza sul futuro della società, soprattutto e prima di tutto da parte del sindaco, al fine di stabilire tra le priorità quella di salvaguardare il know-how ed il bagaglio di esperienza acquisita dai lavoratori durante gli anni di attività, tramite il mantenimento della Società».

Sul “caso Messinambiente”, interviene polemicamente anche il consigliere comunale di Risorgimento Messinese Nino Carreri: «La decisione unilaterale di porre in liquidazione una società sana e tutt’altro che fallimentare, come invece vorrebbe far credere il sindaco originario di Barcellona Pozzo di Gotto, è l’ennesimo affronto alla gloriosa città di Messina ed al suo civico consesso compreso lo stesso gruppo che a lui fa capo. Non sappiamo a quale logica ubbidisca la decisione di sciogliere una partecipata di grande valore come Messinambiente – ha proseguito il consigliere di RM – e non vorremmo che questa precipitosa fuga in avanti fosse solo il tentativo di mascherare una più complessiva gestione fallimentare di un settore vitale come la raccolta dei rifiuti, e corre dunque il legittimo dubbio che questa decisione sia un semplice escamotage per favorire ben altri disegni che scavalcano la città». Risorgimento Messinese chiede dunque che venga ripensata la decisione di porre in liquidazione Messinambiente e che una volta per tutte venga portata in aula una delibera che affronti in maniera seria la questione, dando al consiglio comunale la possibilità di esprimersi, come peraltro civiltà democratica e corretto uso delle istituzioni repubblicane impongono.

Dura anche la nota del segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli: «Buzzanca passerà alla storia come il liquidatore della città di Messina. La scelta di mettere in liquidazione Messinambiente non è una scelta dettata dal caso o da circostanze estranee alla volontà dell’amministrazione, è invece conseguenza diretta di tutte le azioni messe in campo da quattro anni dal sindaco. In nessuna città d’Italia un Sindaco avrebbe portato a morire un’azienda pubblica che gestisce lo smaltimento del ciclo dei rifiuti dal momento che essa è titolare di concessioni per realizzare impianti per la separazione e la biostabilizzazione. A Messina questo può succedere.Il Sindaco bloccando irrazionalmente (non comprendiamo le ragioni) la realizzazione di quegli impianti ha fermato un processo che avrebbe portato la città a divenire progressivamente sempre più autonoma dalla discarica di Mazzarrà. Infatti gli impianti di separazione e biostabilizzazione una volta entrati a regime avrebbero assicurato al Comune di Messina un risparmio di circa 6 mln di euro costo che oggi dobbiamo sopportare per pagare il trasporto alla discarica di Mazzarrà ed il costo dovuto a Tirreno Ambiente. Il partito democratico ha presentato in Consiglio Comunale un Odg, approvato a maggioranza, nel quale si dava l’indirizzo all’Amministrazione di mettere a gara il 40 % delle azioni di Messinambiente ed individuare il socio privato che sarebbe diventato anche gestore del servizio come prevede la legge e da ultimo anche il decreto Monti. Quella proposta dava un indirizzo preciso sulla realizzazione degli impianti che era giunta a conclusione dell’iter, con delibera della stessa Giunta Buzzanca che procedeva all’esproprio dei terreni. Il sindaco ha disatteso le volontà del Consiglio Comunale, ha perseguito nel tempo azioni contro la Società Messinambiente, non ha proceduto alla gara per la scelta del socio privato così come in tutta Italia hanno fatto le amministrazioni che hanno una visione ed una strategia nell’interesse dei cittadini. Noi non difendiamo l’esistente ma vogliamo un cambiamento dell’assetto delle società partecipate dal Comune per questo abbiamo messo in campo proposte concrete e praticabili sia su Messinambiente che su Atm».

Pesante affondo, dopo quelli di Cgil e Uil, anche da parte del segretario generale della Cisl Tonino Genovese: «E’ incomprensibile l’accelerazione posta del sindaco Buzzanca sulla liquidazione di Messinambiente. Avevamo già denunciato come la morte cerebrale fosse stata decisa un paio di anni fa quando non si era proceduto alla ricapitalizzazione e alla ricerca del socio privato. Chiediamo – conclude Genovese – di conoscere la verità e di vedere le carte e i conti».

3 commenti

  1. Salvatore Vernaci 6 Febbraio 2012 08:37

    Messinambiente S.p.A.è una Società a capitale interamente pubblico, dove il Comune di Messina detiene il 99 % delle quote sociali ed il Comune di Taormina l’1 %
    La procedura per la messa in liquidazione, probabilmente, non ha seguito l’iter corretto. Infatti, preliminarmente, i Consigli Comunali degli Enti soci avrebbero dovuto verificare i presupposti di legge per la messa in liquidazione e deliberare in merito, dando le opportune direttive. Dopo di che, l’Assemblea straordinaria avrebbe preso atto della volontà dei Consigli comunali e deliberato la messa in liquidazione, dando seguito agli adempimenti conseguenziali.
    Se invece la procedura, come sembra, abbia avuto un percorso inverso, può accadere che i Consigli Comunali, chiamati a pronunciarsi a posteriori, potrebbero verificare che esistano i . presupposti di legge per il mantenimento della Società, in quanto l’attività svolta è riconducibile a finalità di interesse generale (art. 2 c. 27 e ss. della L. 244/2007 e D. L.78/2010 art. 14 c. 32) e potrebbero deliberare per il mantenimento di Messinambiente S.p.A.

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  2. Vedo che non ci sono commenti,tant’è che ce ne infischiamo della raccolta differenziata,continuiamo a depositare nelle strade di tutto,materassi zozzi da fare vomitare,insieme a cessi e rifiuti solidi di ogni tipo.La Sicilia e le sue città sono all’era medievale della raccolta dei rifiuti, praticamente tutto in discarica.Discarica significa business legato al voto di scambio del sistema di potere politico e a COSA NOSTRA.Mentre in Emilia Romagna la HERA spa,società a capitale pubblico e privato,quotata in borsa,gestisce una grande regione e anche oltre,producendo ricchezza,occupazione,ricerca e soprattutto strade pulite e qualità ambientale,i tanti NANI siciliani,come la MESSINAMBIENTE,si indebitano e poi falliscono,arricchendo solo la mala politica e la malavita organizzata,restituendoci un territorio sporco e inquinato.

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  3. Signori politici e amministratori di MessinAmbiente guardate i numeri e le attività di HERA spa,sono un inno alla vostra mediocrità.La raccolta di rifiuti urbani e assimilati in forma indifferenziata e differenziata, viene svolta dalla HERA spa per oltre 2,7 milioni di abitanti delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Ravenna, Forlì Cesena, Rimini, Pesaro-Urbino e Firenze.
    Il Gruppo Hera effettua anche la raccolta di rifiuti speciali ossia provenienti da attività industriali, commerciali e del terziario, che non risultano assimilabili ai rifiuti urbani per qualità e quantità, nonché il trattamento ed il recupero di rifiuti solidi urbani e speciali, di rifiuti liquidi e fangosi e lo smaltimento in discarica dei rifiuti non recuperati.Questo insieme di attività è finalizzato al recupero dai rifiuti di materie da destinare al reimpiego nei cicli produttivi, alla produzione di energia elettrica o termica, e alla riduzione della pericolosità dei rifiuti destinati allo smaltimento in discarica.
    Una parte dei rifiuti è sottoposta al trattamento di termovalorizzazione, cioé al processo che consente al tempo stesso sia lo smaltimento sia la produzione di energia elettrica e termica, negli impianti di Bologna, Modena, Ferrara, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
    La società svolge anche attività di compostaggio, un processo di digestione aerobica delle frazioni organiche biodegradabili di rifiuti, attraverso il quale viene accelerato quanto normalmente avviene in natura.
    La HERA spa ha 5703 tonnellate di rifiuti trattati, di cui 801 tonnellate trattati nei termovalorizzatori e 47,8% (sempre in aumento) di raccolta differenziata,cioè ben 2726 tonnellate.Addirittura la Regione Emilia Romagna impone tributo,che si applica ai rifiuti conferiti in discarica o in impianti di incenerimento senza recupero di energia.
    Il tributo è dovuto dal gestore della discarica o dell’inceneritore. Per ogni discarica o impianto senza recupero di energia il gestore deve presentare una dichiarazione con le quantità di rifiuti conferiti.
    La Regione Emilia Romagna destina il gettito di tale tributo al finanziamento di interventi a favore dell’ambiente, della qualità urbana e della tutela del territorio e ne devolve il 10% alle Province.La Regione si va pagare per i rifiuti conferiti in discarica.CHI SONO I MINCHIONI, NOI TERRONI O I POLENTONI?

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